LA TRE GIORNI DI COPPE

Italia, un'Europa in chiaroscuro, tra vittorie di misura, goleade e crolli

Battute d'arresto pesanti e successi più o meno convincenti: il bilancio del nostro calcio non è troppo esaltante

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Italia, un'Europa in chiaroscuro, tra vittorie di misura, goleade e crolli - foto 1
© Getty Images

C'è un po' di tutto nella tre giorni europea delle squadre italiane. Si va dalle vittorie importanti, ma poco convincenti, di Inter e Napoli, ai crolli di Milan e Lazio, fino alla prova di grande maturità della Roma, al pari che sa di beffa dell'Atalanta, per arrivare alla goleada di una Fiorentina che, onestamente, non si è trovata certo di fronte una squadra proprio irresistibile. Ci sono però dei dati che possono dare una logica alle serate continentali delle nostre squadre. 

L'Inter sa vincere anche quando non convince del tutto. Una delle caratteristiche principali delle grandi squadre e, pochi dubbi su questo, Inzaghi ha messo in piedi una delle formazioni più credibili, anche a livello europeo. Non si raggiunge una finale di Champions League per caso. E anche in questa edizione i risultati gli stanno dando ragione, al netto di qualche momento di blackout difensivo (troppe volte gli avversari riescono ad arrivare con facilità sulla trequarti). I nerazzurri pressano poco e non sfruttano gli uno contro uno, è vero, ma hanno altre caratteristiche che li rendono unici. Innanzitutto l'imprevedibilità che nasce dalla spinta dei centrali difensivi e dalle rotazioni dei centrocampisti, poi i cambi di gioco e la ricerca delle corsie esterne e, soprattutto, la possibilità di giocarsi cinque cambi che sono dei titolari aggiunti, vista la qualità della rosa. 

Il Napoli deve dimenticare, a malincuore, Spalletti. Questa è un'altra squadra anche se è rimasta la stessa, Kim a parte. De Laurentiis sperava di trovare un gestore che non avrebbe troppo ritoccato il capolavoro creato dal maestro di Certaldo. Invece Garcia ci ha messo del suo: poche uscite basse, con conseguente uscita dal gioco di Lobotka, limitata armonia di movimenti, a parte qualche bella combinazione sulla catena di sinistra con Olivera, Zielinski e Kvara, e un notevole incremento delle giocate verticali. Finché si vince, anche non convincendo, può anche andare bene, ma non sempre le serate saranno come quella di Berlino. 

Pioli, dopo la batosta di Parigi, si consola con la fiducia della società e con il chiarimento con Calabria che, però, ha messo il dito su una piaga dolente. "Non si può accettare l'uno contro uno contro certe squadre". Il Milan ha fatto quello che ha fatto negli ultimi anni (e non è poco dato il materiale umano a disposizione), proprio perché ha accettato certi rischi. L'inizio di partita e le dichiarazioni di Luis Enrique sono l'aspetto migliore della serata, ma resta evidente che il pressing alto uomo su uomo si possa fare solo fino a quando la squadra riesce a reggere fisicamente. Sarebbe il caso di alternarlo con una difesa posizionale che pretenda il contributo di tutti, Leao compreso. Al di là dei limiti dietro, comunque, bisognerebbe anche riflettere sul fatto che le occasioni da gol rossonere sono arrivate dai lanci di Maignan direttamente alle spalle della linea difensiva, e mai con manovre ragionate.

Crollo senza scusanti anche quello della Lazio. In questi anni con Sarri i biancocelesti hanno saputo alternare prove ad alto tasso spettacolare e redditizio a momenti imbarazzanti, come quasi tutta la partita di Rotterdam, minuti finali a parte. Per rendere al meglio la Lazio deve pressare con i tempi giusti (appena sbaglia le uscite in aggressione tutta la fase difensiva ne risente a catena), rimanere compatta quando non può andare in pressione (evitando di lasciare quei buchi impressionanti a centrocampo visti contro il Feyenoord) e sfruttare le sue giocate palla a terra (ricerca del terzo uomo, rotazioni sulle corsie esterne, tagli degli esterni alti e sovrapposizioni di quelli bassi). Per Sarri è una questione di concentrazione ma forse il suo calcio è troppo complicato per gli interpreti che ha. 

Meglio le cose in Europa e Conference League. Alla Roma è bastato sbloccare subito la partita e chiuderla dopo nemmeno 20 minuti per gestirla senza troppe difficoltà fino al fischio finale, permettendo anche a Mou di testare dei ragazzi come Cherubini e Pagano. L'Atalanta si può mangiare le mani per il modo in cui è arrivato il pari in Austria e per le ingenuità dietro, ma si ritrova comunque in testa al suo girone con tre punti di vantaggio. E se c'è una squadra che ha le caratteristiche tattiche per rendere al meglio in Europa è proprio quella di Gasperini, che può lecitamente sognare di arrivare fino in fondo. E poi c'è la Fiorentina che sottomette i serbi del Cukaricki. Goleada a parte le buone notizie per Italiano arrivano da chi di solito sta in panchina: uno su tutti l'argentino Beltran che, al di là dei gol, ha dimostrato che al centro dell'attacco viola ci può stare. Eccome. 

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