STASERA TOTTENHAM-MILAN

Champions, il Milan si gioca i quarti contro il Tottenham

I rossoneri si giocano l'accesso ai quarti contro gli Spurs di Conte: si parte dall'1-0 del Meazza, un risultato che non permette di speculare

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Si riparte dall'1-0 del Meazza, niente più che uno zuccherino con, all'orizzonte, la prospettiva di una lunga carestia. Non molto, insomma, ma certamente il vantaggio necessario ad affrontare una sfida che vale i quarti di finale con il minimo sindacale di ottimismo. Che Tottenham-Milan (a Londra c'è nevischio e si gela), ritorno degli ottavi di Champions, valga una stagione è superfluo dirlo. Non solo perché i rossoneri non entrano tra le prime otto d'Europa da tempo immemore (dal 2012, per essere precisi), ma anche, se non soprattutto, perché il passaggio del turno garantirebbe una decina di milioni abbondanti (incasso da stadio escluso) alle casse milaniste e potrebbe dare la spinta giusta alla squadra per rinvigorire una spenta rincorsa ai primi quattro posti in campionato. 

Contro il Tottenham, che in casa, va sottolineato, è tutt'altra squadra rispetto a quella che si è vista a San Siro, servirà la versione migliore possibile del Milan. Testa, gambe e cuore, il mix perfetto e imprescindibile per uscire a testa alta, e con la qualificazione in mano, dal Tottenham stadium, una specie di catino infuocato in cui i rossoneri si troveranno a difendere il vantaggio acquisito. Nella conferenza della vigilia, Stefano Pioli ha chiarito di aver studiato a fondo la squadra di Antonio Conte e di essersi immaginato la soluzione adatta a superare il primo, furioso, pressing degli Spurs. La sensazione è che il tecnico del Milan possa usare proprio le armi che hanno fatto grande l'ex tecnico di Juve e Inter, vale a dire, la giocata di prima da esterno a centravanti - con le due punte molto vicine -, che ha fatto saltare negli anni i piani di molte tra le squadre che hanno sfidato l'allenatore del Tottenham. Una soluzione che rappresenterebbe una novità assoluta rispetto all'attuale manovra milanista e che, Giroud permettendo - perché sarebbe lui il centro gravitazionale di tutto -, aiuterebbe la squadra ad alzarsi appoggiando la manovra offensiva e lasciando il pallone all'avversario il meno possibile. 

La gara di Milano ha infatti certamente una cosa, vale a dire che Kane e compagni possono essere molto pericolosi in fase di possesso e accerchiamento, perché la qualità certamente non gli manca, ma concedono qualcosa e più di qualcosa in fase difensiva. L'uno contro uno cui li costringe Conte, per capirci, non è esattamente il loro pane, tant'è che, al netto dello striminzito 1-0, nel match di andata il Milan avrebbe potuto serenamente vincere 3-0 praticamente con tre tiri verso la porta avversaria. 

E allora, come sottolineato da Pioli, quello che il Milan non dovrà fare è arroccarsi davanti a Maignan sperando che il muro resti in piedi fino alla fine. Servirà gestire la partita, abbassare quando possibile il ritmo e fare gol. Assolutamente fare gol. Per questo l'allenatore campione d'Italia sembra indirizzato verso l'utilizzo dal primo minuto di Brahim Diaz alle spalle di Leao e Giroud. Perché ha bisogno di un giocatore che leghi i reparti, che salti l'uomo e che prenda qualche fallo. Rispetto a quanto si pensava, con Krunic trequartista e Tonali con Bennacer davanti alla difesa, un atteggiamento decisamente più offensivo. Che sia poi quello corretto lo scopriremo in corsa. 

Intanto, sempre stando agli exit poll della vigilia, proprio Rade dovrebbe essere preferito all'algerino, mentre non sono previste novità davanti a Maignan, con Kalulu, Thiaw e Tomori a comporre la linea difensiva. Il dubbio più grande era a destra tra Calabria e Messias. Giocherà il secondo e che Dio, per restare in tema, ce la mandi buona. 

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