PERSONAGGIO CONTROVERSO

Ozil rinuncia a tagliarsi lo stipendio: è l’ultima di tante polemiche sul tedesco

Il centrocampista dell'Arsenal non ha aderito all'accordo dei Gunners, che prevede una riduzione degli ingaggi del 12,5%. Ma in passato altre diatribe lo hanno coinvolto

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Mesut Ozil si è rifiutato di tagliarsi lo stipendio del 12,5%, come previsto dall’accordo con i calciatori dell’Arsenal per aiutare il club a gestire la crisi economica per coronavirus. Insieme al centrocampista ex Real Madrid la riduzione volontaria è stata rifiutata anche da altri due giocatori, al momento ancora anonimi. Ma questa non è la prima polemica che coinvolge il tedesco di origini turche: dalle foto con Erdogan agli attacchi alla Cina.

In piena emergenza sanitaria (e crisi economica) per coronavirus, molti calciatori si sono tagliati lo stipendio. In Italia è successo tra quelli di Juventus, Parma e Roma e tutti hanno accettato. Così come in Inghilterra è capitato per la sforbiciata decisa dal Chelsea. I primi storici rifiuti sono invece arrivati da un’altra sponda londinese, quella dell’Arsenal. I Gunners hanno deciso di ridursi i salari del 12,5% per aiutare il club a gestire l’impatto finanziario dell’emergenza coronavirus, compreso il loro allenatore Mikel Arteta. La riduzione volontaria, che entrerà in vigore il mese prossimo e sarà valida per un anno, è stata però rifiutata da tre giocatori.

Due hanno preferito per il momento non uscire allo scoperto, mentre Mesut Ozil, tedesco di origine turca, ha dichiarato pubblicamente di non andare incontro alle richieste del club. Secondo il Daily Mail, il campione del mondo del 2014 non ha aderito all’accordo in quanto si è detto "non convinto" della necessità di questa riduzione d’ingaggio, che nel suo caso vale 350 mila sterline a settimana. Ozil "vuole prima essere sicuro del reale impatto finanziario della pandemia". Non è la prima volta, però, che il centrocampista in forza all’Arsenal da sette anni è al centro di veementi polemiche a livello internazionale. Il primo episodio risale al maggio 2018, quando inizia a circolare una foto in cui lui e il suo compagno di Nazionale, anch’esso di origine turca, Ilkay Gundogan, si fanno immortalare con il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. Magliette regalo, dediche speciali e strette di mano convinte vengono utilizzate da Erdogan per farsi propaganda e in Germania, invece, sconvolgono l’opinione pubblica.

Tanto che viene lanciata una petizione su change.org con la quale si chiede l’esclusione dei due giocatori dalla rosa tedesca per i Mondiali. Le polemiche scaturite per quella fotografia saranno uno dei motivi per il quale Ozil deciderà poi di lasciare la Nazionale tedesca dopo Russia 2018. "È con il cuore pesante e dopo aver molto riflettuto sui recenti eventi che ho deciso che non avrei più giocato con la Germania a livello internazionale, perché ho sentito razzismo e mancanza di rispetto", scrive su Twitter a fine luglio di quell’anno. Ozil spiega di avere "due cuori: uno tedesco, l’altro turco. Mia madre mi ha sempre insegnato di mostrare rispetto e di non dimenticare mai da dove vengo. Se avessi rifiutato quella foto a maggio, durante un evento di beneficenza, avrei negato le mie origini. Io quella foto la rifarei, l’ho accettata per rispetto della carica, indipendentemente dalla persona". Erdogan gli esprime subito la propria solidarietà: "Mesut ha fatto bene a dire addio alla nazionale tedesca. Il razzismo va condannato, è una cosa inaccettabile". Il 19 maggio 2019 l’ufficio stampa del capo di stato turco diffonde altre foto che ritraggono Ozil e la fidanzata seduti rispettivamente alla destra e alla sinistra di Erdogan nel Palazzo Dolmabahce di Istanbul durante l’Iftar, il pasto serale che interrompe il digiuno durante il mese di Ramadan. Il messaggio che trasmette la fotografia è chiaro: Ozil ai banchetti di Erdogan è ormai di casa. La frequenza degli incontri va al di là della cortesia e dell’educazione: tra i due c’è un rapporto forte. E in Germania ripartono le stesse polemiche. Il 7 giugno successivo Erdogan gli fa infatti da testimone di nozze; il matrimonio si celebra in un hotel di lusso sulle rive del Bosforo.

Tutto questo pochi giorni prima del voto sul nuovo sindaco di Istanbul, che si sarebbe ripetuto dopo l’annullamento dell’elezione del candidato dell’opposizione Ekrem Imamoglu. L’ultima polemica, prima di quella sul taglio degli stipendi, vede Ozil schierarsi pubblicamente nello scorso 13 dicembre contro la persecuzione degli uiguri, minoranza etnica di religione musulmana che vive nello Xinjiang (nord-ovest della Cina), per la quale il governo cinese continua a ricevere numerose critiche da parte delle organizzazioni internazionali in favore dei diritti umani. La Cina è un luogo in cui “i corani vengono bruciati”, si legge in un tweet pubblicato dal calciatore, “le moschee chiuse, le scuole musulmane bandite, gli studenti religiosi uccisi uno ad uno, i fratelli deportati nei campi”. L’Arsenal prende le distanze da queste dichiarazioni, ma non basta. Gli abitanti della Cina sono costretti a rinunciare a guardare in tv il big match di Premier League tra Arsenal e Manchester City di due giorni dopo, per ordine di Pechino. Ozil viene anche eliminato dalla versione cinese del famoso videogioco di calcio PES.

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