L'APPELLO

Mauro dopo l'incontro con Guardiola: "Date il Pallone d'Oro ad Haaland"

L'ex giocatore di Juventus e Napoli ha partecipato a un evento benefico con l'allenatore del Manchester City

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Il calcio va veloce, Guardiola ancora di più. Da Istanbul alla Catalogna passando per Brescia, a festeggiare con gli ex compagni delle Rondinelle la sua terza Champions. Adesso è a Girona per l’annuale iniziativa benefica della sua Guardiola-Sala Foundation. Per il Trophy of Legends, torneo di golf che vede sul green ex leggende del calcio e non solo quest’anno ci sono: Platini, Gullit, Blanc, Boghossian, Marcos Alonso, Diego Forlan, Shevchenko, Zola, Dugarry, Bernard Shuster, Paul Gasol, Roberto di Matteo, Christian Panucci. Presente anche Massimo Mauro, golfista di prim’ordine e opinionista di Sportmediaset che si è intrattenuto a lungo il suo amico Guardiola.

Massimo come hai trovato il Mister campione d’Europa?
Sollevato ma anche preoccupato. La vittoria con il City e la sua terza Champions gli dà molta tranquillità. Era diventata un’ossessione adesso ha raggiunto l’obiettivo e si può rilassare ma fino ad un certo punto. E’ preoccupato perché di gioca troppo. Alcuni dei suoi giocatori sono ancora in campo con le nazionali e tra tre settimane riparte la stagione con il City. Ormai non c’è più tempo per gli allenamenti. E questo penalizza molto un allenatore come lui che ha bisogno di tempo per entrare nella testa dei giocatori. Si rende conto che oramai il ruolo del mister è sempre più quello di un gestore del tempo e non delle persone e questo personalmente lo preoccupa.

Avete anche parlato del possibile Pallone d’Oro?
Lui vede come unico candidato Haaland che ha ottenuto tre titoli trascinando letteralmente la sua squadra. Unico rivale possibile è Messi perché ha vinto il Mondiale in Qatar ma in Champions e nel campionato francese ha fatto davvero poco.

Della finale vinta con l’Inter cosa ha detto?
Mi ha confermato quanto mi aveva confidato a Istanbul alla vigilia della partita. L’Inter di Inzaghi è una squadra ostica da affrontare ma la sua forza sono stati i giocatori. I campioni del City giocano con il sorriso sulle labbra e non soffrono i big match, non subiscono stress emotivi se giocano una finale. Gente come Bernardo Silva, Rodri e Haaland gli ricordano i suoi compagni ex compagni del Barca: Xavi, Iniesta e Busquets. Trasmettevano tranquillità alla squadra e portavano a casa trofei.

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