I legali del club ritengono che non ci siano prove sufficienti a dimostrare il presunto debito nei confronti dell'attaccante
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Continua senza esclusioni di colpi la battaglia legale tra il Psg e Kylian Mbappé. Dopo la richiesta dell'attaccante francese di 55 milioni di arretrati e la decisione del Tribunale di Parigi di sequestrare tale cifra dai conti del club, i legali dei parigini sono passati al contrattacco e nella giornata di lunedì in udienza hanno reclamato dal loro ex giocatore 98 milioni per aver messo in atto "tattiche dilatatorie" che avrebbero danneggiato il club. Gli avvocati ritengono che non ci siano prove sufficienti a dimostrare il presunto debito nei confronti di Mbappé e la richiesta dei 98 milioni sarebbe volta a dimostrare che le pretese dell’attaccante del Real Madrid sono infondate.
Lunedì uno degli avvocati di Kylian Mbappé ha spiegato che il calciatore è riuscito a recuperare solo 14 milioni di euro dei 55 milioni sequestrati a scopo preventivo.
In ambito giuridico, una tattica dilatoria mira a guadagnare tempo rinviando le scadenze o prolungando un processo. Il conflitto tra le due parti è iniziato nel giugno 2024 con una diffida formale del giocatore al PSG, in cui gli si intimava di pagare le somme dovute. Ad agosto, l'attaccante si è rivolto alla LFP (la Lega calcio francese, ndr) e alla UEFA per recuperare la somma di 55 milioni di euro, che il PSG si è sempre rifiutato di pagare. Da allora le due parti si sono scontrate davanti alle autorità sportive, che si sono dichiarate impossibilitate a far rispettare le proprie decisioni a favore del giocatore, a causa del procedimento legale avviato dal club.