Serena: "Gattuso mi stupisce, la crisi dell'Inter non me la spiego"

Aldo Serena, l'uomo dei derby giocati con la maglie di Inter, Milan, Juventus e Torino. Segnando gol decisivi. Nessuno come lui. Le sue storie, il pronostico

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L'uomo dei derby, Aldo Serena. Quelli di Milano e Torino, li ha giocati e ha segnato gol con tutte e quattro le maglie. Non ha eguali nella storia del calcio italiano. Un quasi-uguale c'è, si chiama Bobo Vieri, pure lui ha indossato le quattro maglie di cui sopra, ma senza vestirle -nel suo caso- nella sfida diretta torinese.  Logico che Serena, oggi commentatore tv (campionato e Champions sulle reti Mediaset) e ai microfoni domenica sera per la diretta di Milan-Inter, vada fiero di questo primato. Ma a modo suo, che è il modo semplice di essere sempre lo stesso, o se stesso: a 57 anni è come quando ne aveva 20 o 30, spirito, voglia, arguzia, passione, ricordi e 40 anni di Pallone che gli sono scivolati addosso da protagonista, senza sentirsi mai un divo.

Da dove partire? I ricordi o l'attualità?
"Togliamoci il pensiero: l'attualità. Il Milan andava piano, troppo piano. E ora va forte, è una bella squadra solida, difficilissimo farle gol: oltrepassare la barriera attorno a Bonucci è dura, e poi c'è Donnarumma in porta, e diventa quasi... impossibile. Rino, e chi se lo immaginava così?"
Rino Gattuso, già. L'inverno milanista ha trovato il suo uomo forte.
"Quello che sta facendo è... fantastico. Non me l'aspettavo, ripeto. Ha dato un'anima alla squadra, ha coinvolto tifosi e giocatori e dirigenti, ha rimesso in moto giocatori che erano spenti, penso a Calhanoglu e Biglia. Ha dato un'identità e un gioco, con soluzioni tattiche che mandano in confusione gli avversari. Non prende gol, in attacco la fantasia non manca. Che dire di più?".
A dicembre il Milan è ripartito. A dicembre l'Inter si è fermata.
"E il brodino dei tre punti contro il Benevento resta un brodino caldo. Una squadra che si è persa, smarrita. Un crollo collettivo che non so spiegarmi, a livello di singoli penso a Perisic e Candreva... Cosa facevano prima, cosa fanno adesso. E i tifosi hanno pazienza, sono ancora lì, in attesa: in altri tempi non sarebbe accaduto. Un crollo inspiegabile, dicevo, anche se la storia dell'Inter -io l'ho vissuta, la conosco bene- segnala momenti così, di improvvisa sfiducia, di smarrimento. Momenti che possono durare settimane, mesi. Quasi di malinconia".
Un suggerimento agli interisti: come superare questa barriera?
"Faccio un esempio diretto. Mio e dell'Inter insieme. Stagione 1988-'89, quella dello scudetto dei record, e del Trap. La stagione era cominciata molto bene, Eravamo in testa alla classifica, e la settimana del derby (la data: 11 dicembre 1988) era cominciata con il botto. Ma alla rovescia. In Coppa Uefa, il mercoledì a San Siro, beccammo un clamoroso 1-3 dal Bayern di Monaco dopo aver vinto 2-0 all'andata, a Monaco. Eliminati. E quell'aria di catastrofismo che ci era calata addosso, è già tutto finito, adesso comincia la crisi... Si gioca il derby, la domenica, contro il Milan di Sacchi campione d'Italia in carica. E lo vinciamo noi, 1-0. Il gol lo segno io. Una gioia mia personale e non solo: quel successo spazza ogni dubbio, cancella la malinconia. Altro che crisi. Riprendiamo a correre e alla fine è lo scudetto dei 58 punti. Da record".
Ci può stare una reazione così per l'Inter di Spalletti, domenica?
"Bah. Il momento-no dell'Inter dura da tre mesi, un po' troppo. Vedo favorito il Milan, lo dicono i numeri, la condizione, il gioco. L'Inter è troppo giù. Poi i novanta minuti daranno il responso".

I derby da interista sono la parte prevalente della sua carriera.
"Ne ho giocati tanti, ho segnato 4 gol. E il primo derby è quello che ho nel cuore, la prima volta a 21 anni. Il 25 ottobre '81, sesta giornata. Vinciamo 1-0, segna Lele Oriali e a un quarto d'ora dalla fine Bersellini mi manda in campo, al posto di Altobelli. Calpestare l'erba in un derby, la prima volta: la sensazione non la saprei descrivere, una magia o di più. A un certo punto, mi arriva anche il pallone da calciare in porta, da Prohaska. Tiro sicuro, Piotti lo respinge. Non potevo pretendere la luna, ovvero anche il gol nel derby d'esordio. Anche se, curiosamente, ho fatto gol al mio primo derby con la maglia del Milan, del Torino e della Juventus".
Il primo gol interista nel derby arriva due anni dopo: un caso da moviola.
"Già. Quel gol mi è stato assegnato dalla moviola, da Carlo Sassi. Il 6 novembre '83, vinciamo 2-0 e la rete del vantaggio la segna Collovati, toccando il pallone di testa, ma quel pallone lo tocco anch'io. Il gol se lo vuole tenere lui, Fulvio, logico, e i servizi del tardo pomeriggio dicono Collovati, con tanto di interviste e della sua gioia da ex rossonero. E' la rete dell'1-0, io farò l'assist del 2-0 per Hansi Muller, ma poi alla Domenica Sportiva la moviola mi rende quel gol, l'ultimo a toccare il pallone sono io. Ne vado fiero e me lo tengo stretto".
(Su quel gol la disparità di ... assegnazione non è stata del tutto cancellata, su alcuni siti compare ancora il nome di Collovati: l'Almanacco del Calcio, comunque, ha provveduto a dare la sentenza col gol attribuito a Serena)
Per chiudere il cerchio delle prodezze personali, c'è anche un derby con doppietta di Serena.
"E' la stagione che va ai Mondiali '90, a marzo. Vinciamo 3-1, io segno le reti dell'1-0 e del 3-1, in mezzo procuro il rigore del 2-0 che segnerà Matthaeus, prima della rete di Costacurta. Un derby pieno, che ci rende un po' il sorriso dopo le sofferenze della gara di andata".
L'andata che il Milan vince 3-0.
"Quel giorno, era il 19 novembre 1989. decidiamo di giocare in maniera diversa dal nostro solito, così suggerisce il Trap: giochiamo alti come faceva il Milan di Sacchi. Per un po', diciamo metà del primo tempo, facciamo anche un figurone, mettendo in difficoltà i rossoneri, ma una volta preso il gol dell'1-0 andiamo in confusione, perdiamo i riferimenti. Finisce così, malamente".
E adesso i derby da milanista...
"A dire il vero, i derby di campionato da milanista li ho... visti. Soltanto visti. La prima volta in rossonero, stagione 1982-'83, eravamo in Serie B. Stagione conclusa con la promosione in A. La seconda mia avventura milanista, dal '91 al '93, l'ho vissuta un po' in disparte, tanti infortuni, solo 10 presenze".
Comunque un derby che fa parte della storia milanista di Aldo Serena c'è. E da protagonista.
"Certo, come no, il mio primo derby rossonero. Mundialito per club, 3 luglio 1983. Allora quella manifestazione post-campionato era una autentica festa di calcio, a San Siro si viveva un'aria pazzesca, eccitante, stadio sempre pieno. Era la mia ultima partita col Milan, prima del ritorno all'Inter. Prima di noi, avevano giocato Juve e Flamengo, poi il derby: Milan-Inter 2-0 e i due gol li ho segnati io. A fine partita, sotto la curva rossonera, ero andato a salutare i tifosi, i tifosi del Milan. Già sapevano che sarei tornato in nerazzurro. Era stato molto bello".
(Digressione storica: dopo quel derby, il presidente dell'Inter Fraizzoli esonerò a sorpresa Rino Marchesi, al quale aveva appena rinnovato il contratto per la stagione 1983-'84: al suo posto fu assunto Gigi Radice. E' stato l'esonero più precoce della storia del calcio, visto che in linea teorica la stagione '83-'84 era cominciata il primo luglio).

Per chiudere il cerchio dei suoi derby, eccoci a Torino.
"Dove il derby è un'altra cosa rispetto a quello milanese. C'è più agonismo, direi quasi cattiveria se mi si passa il termine. Lo si vive così, sul campo, con questo spirito".
E c'è un Juve-Toro che Serena decide al 90', con un colpo di testa. Tanto per restare nel tema, personalissimo, che i suoi nei derby sono gol che fanno storia.
"Noi sotto di un gol, lo segna Platini, il pareggio e poi la mia rete all'ultimo minuto. Era il 18 novembre 1984. C'era Radice in panchina, avevamo la forza e lo spirito per ribaltare le partite, cambiarle con secondi tempi di grande intensità, davamo il meglio. Quella stagione arrivammo secondi, e con un pizzico in più di attenzione potevamo vincere lo scudetto anche andò al Verona. Una sconfitta con la Cremonese, scivoloni contro Roma e Napoli, se ci avessimo creduto di più...".
(Dopo la stagione al Torino, sempre in prestito dall'Inter, per Aldo Serena si aprirono le porte della Juventus a luglio 1985. Una stagione magica col Trap, lo scudetto e l'Intercontinentale e -come al solito- un gol nel derby. In maglia bianconera lo rifilò ai granata il 13 ottobre '85, Juve-Toro 2-1). Poi l'addio del Trap alla Juve per andare all'Inter. Serena restò in bianconero nel 1986-'87 con Rino Marchesi, per fare poi il suo rientro definitivo all'Inter con Trapattoni: lo scudetto, la Coppa Uefa, una Supercoppa Italiana per chiudere la sua avventura quando il Trap decise, luglio '91, di tornare alla Juve. Serena scelse il Milan chiudendo, nel '93, la carriera).

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