ATALANTA

Atalanta, caso Palomino: rischia fino a 2 anni di stop

L'ultimo precedente riguarda Fabio Lucioni, fermato un anno per positività alla stessa sostanza 

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© ipp

L'Atalanta si interroga sul destino di José Luis Palomino. Il difensore argentino, risultato positivo al clostebol in un controllo antidoping effettuato a inizio luglio, rischia ora fino a due anni di squalifica, che potrebbero diventare addirittura quattro se venisse accertata l'intenzionalità dell'assunzione. Il calciatore, che al momento è stato sospeso in via cautelare, ha tre giorni di tempo per richiedere le controanalisi, dopodiché, se dovesse essere confermata la presenza della sostanza proibita, verrà giudicato dal Tribunale nazionale antidoping dopo l'estate, a meno che non si opti per un patteggiamento.

Il clostebol è uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, utilizzato soprattutto nelle creme cicatrizzanti. Si tratta della stessa sostanza che portò, nel 2017, alla squalifica di un anno di Fabio Lucioni, all'epoca capitano del Benevento.

Palomino è stato sospeso per la violazione degli articoli 2.1 e 2.2, quelli riguardanti la "presenza di una sostanza proibita" e "l'uso o il tentato uso di una sostanza proibita". Il rischio squalifica è molto concreto: escludendo l'intenzionalità e dando per scontata la buona fede del giocatore, come sta facendo in questo momento l'Atalanta, il regolamento antidoping stabilisce in ogni caso che "ai fini dell’accertamento della violazione [...] non è necessario dimostrare il dolo, la colpa, la negligenza o l’uso consapevole da parte dell’Atleta".

L'entità della squalifica dipenderà poi anche dall'eventuale responsabilità di terzi: nel caso di Lucioni, ad esempio, venne accertata quella del medico sociale del Benevento, Walter Giorgione, che ammise di aver applicato al giocatore uno spray cicatrizzante in suo possesso contenente il clostebol. Giorgione fu poi squalificato per 4 anni.

Come riporta La Gazzetta dello Sport il difensore nerazzurro non si capacità di ciò che sta accadendo e avrebbe già cominciato a verificare i medicinali assunti nell'ultimo periodo, anche dai suoi familiari. Farà a breve il punto con i suoi avvocati e con la società bergamasca, effettuerà le controanalisi, dopodiché valuterà come agire. Con tutta probabilità, comunque, la Dea dovrà fare a meno di lui in questo inizio di campionato.

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