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ANCONA CALCIO: "SUI FONDI RASSICURATA DA TIONG FINO ALL'ULTIMO"

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A maggio il viaggio ad Hong Kong per incontrare il presidente dell'Ancona calcio Tony Tiong, la presentazione delle sue "dimissioni" respinte dal patron, le "richieste precise sulla gestione finanziaria, sportiva e organizzativa "al club sin dal luglio 2023, dunque una società apparentemente proiettata verso l'emissione della fidejussione necessaria e le scadenze tributarie e salariali dello scorso 4 giugno. In un lunghissimo comunicato-sfogo l'amministratrice delegata dell'Ancona, Roberta Nocelli, dà la sua versione dei fatti sulle circostanze che porteranno la Covisoc, domani, a respingere la richiesta di iscrizione della squadra al campionato di Lega Pro a causa del mancato pagamento di 430mila euro relativi agli stipendi dei tesserati per i mesi di marzo e aprile. Da un lato, l'ad ricostruisce gli eventi che si sono succeduti fino alla giornata infernale di martedì 4 giugno culminata con il confronto duro con i tifosi nella sede di via Schiavoni (era stata danneggiata la scrivania della ad e gli ultrà si erano radunati fuori dell'edificio) dopo il mancato pagamento degli stipendi e la questione dei bonifici fantasma; dall'altra, l'aspetto umano: "nel mio ruolo più di quello che ho fatto, oltre il possibile, non avrei potuto"; "sto passando l'inferno, come tutti. Ho perso il mio sogno, il nostro sogno, quello per cui ho trascurato i miei figli. Perché per me non era solo un lavoro, era la mia famiglia, la mia casa". Nocelli afferma che, in base agli accordi, non avrebbero dovuto esserci sorprese per l'iscrizione dell'Ancona; dice di aver sollecitato più volte il pagamento per la fidejussione (poi avvenuto) e di aver consegnato in anticipo alla Lega la documentazione per l'iscrizione per "l'iter d'iscrizione al campionato, in attesa che arrivassero gli ultimi fondi per i pagamenti dovuti". Racconta che il primo giugno erano "arrivati altri fondi e il presidente aveva rassicurato per altri fondi in arrivo lunedì 3 Giugno". Quel lunedì, però, "i fondi che dovevano arrivare da parte del Presidente non risultavano pervenuti sul conto". Così, prosegue, aveva sollecitato lui e il cda con una mail. Persino alle "3 del mattino" del 4 giugno, rivela "il presidente ribadiva a me e all'altro consigliere Postacchini la possibilità di un investitore e che i fondi sarebbero arrivati dall'Italia altrimenti non ci sarebbe stato il tempo utile per il trasferirli, chiedendomi l'orario di chiusura delle banche". "Nella pausa pranzo, convinta nella bontà degli eventi, mi precipitavo a Matelica per lasciare in banca le distinte dei bonifici da fare in modo istantaneo poiché dopo le 13 i bonifici disposti dal portale avrebbero preso valuta 5 Giugno. I fondi non sono mai arrivati. Le ore passavano e la disperazione si moltiplicava". Una situazione che si è perpetuata la sera: "alle 22 venivo contattata da una persona, che a sua volta mi permetteva di interagire con un imprenditore disposto a investire nell'Us Ancona, ricevevo la contabile del bonifico che è depositata in Covisoc e speravo con tutta me stessa di poter fare un miracolo". "La mattina dopo, - conclude - insieme ad altre persone, cercavamo di capire se tutto fosse andato a buon fine, ma l'operazione non era riuscita".

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