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Accadde oggi: il Vicenza diventa "Real" con il secondo posto in Serie A

Il 7 maggio 1978 il Lanerossi scrive la storia del calcio italiano, terminando il campionato dietro alla sola Juventus: resta il miglior risultato di sempre per una neopromossa

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Quando le differenze economiche sono più ridotte, è possibile prevalere grazie alla forza di un'idea, a un'intuizione illuminante che mette in discussione gerarchie consolidate. È così nella Serie A degli anni Settanta, decennio iniziato con la vittoria del Cagliari, proseguito con la “fatal Verona” milanista e terminato con le incredibili sorprese di Perugia e Vicenza. Il 7 maggio 1978, 42 anni fa, il Lanerossi chiude il campionato in seconda posizione.

Si tratta del miglior piazzamento di sempre di una neopromossa in Serie A. Le ragioni di questo miracolo calcistico risiedono in un'illuminazione dell'allenatore Giovan Battista Fabbri. Con il suo Vicenza in Serie B, “Giobatta” vuole rompere gli schemi, trovare qualcosa di nuovo per tornare in A. Vede in Paolo Rossi un diamante incapace di brillare se confinato all'ala destra. Il giovane è veloce, sì, ma ha un istinto naturale per il gol, e Fabbri è il primo ad accorgersene. Lo piazza dunque da centravanti: mossa che può sembrare un azzardo, perché il giocatore ha già subito tre interventi al menisco ed è piuttosto magro per combattere contro i centrali avversari. Ma funziona: Rossi segna 21 reti, il Vicenza vince il campionato e torna in A nel 1977. 

Il presidente Giuseppe Farina, detto “Giussy”, allestisce insieme a Fabbri una squadra capace di competere con le grandi della Serie A. Ma non se ne accorge subito. I giocatori sono impauriti e nelle prime cinque giornate arrivano solo tre punti. Così Fabbri cerca di tornare alle origini, sia a livello di uomini che di modulo. Fa richiamare dal Monza uno degli artefici della promozione, il centrocampista Franco Cerilli, e in mediana ottiene l'acquisto di Mario Guidetti dal Como. Il modulo diventa un 4-3-3 moderno, offensivo, di ispirazione olandese, con difensori che diventano centrocampisti e centrocampisti che si spingono in avanti. In porta Ernesto Galli, rigorosamente senza guanti. Il libero è Giorgio Carrera, che si posiziona dietro al trio composto da Lelj, Prestanti e Callioni. In regia c'è Giancarlo Salvi, scaricato dalla Sampdoria e che accetta il Vicenza perché stregato dal gioco di Fabbri. Gli interni di centrocampo sono Faloppa e Guidetti, mentre sulle ali volano Cerilli e il “baffone” Filippi. Davanti, manco a dirlo, Rossi. 

La svolta arriva alla sesta giornata, con un 4-2 in trasferta all'Atalanta, e il Vicenza non perde più per tutto il girone di andata. La rivoluzione di Fabbri, un calcio offensivo nell'Italia del catenaccio, ha già preso la Bastiglia, e il Lanerossi diventa “Real” per lo spettacolo che offre ogni domenica. Alla 12esima giornata i veneti sono terzi con 16 punti, a -1 dalla coppia formata da Juventus e Milan. E nel girone di ritorno lo show continua: la Juventus non perde mai e ha una difesa impenetrabile, ma dietro la lotta è serrata e vi partecipa anche il Lanerossi. Che è quarto a quattro turni dal termine, ma con tre vittorie consecutive arriva ai 90 minuti finali in una posizione di vantaggio rispetto al Torino, terzo. Indolore il k.o. contro la Juventus, i granata pareggiano 0-0 a Verona e falliscono il sorpasso. I biancorossi terminano dunque al secondo posto e si qualificano alla Coppa Uefa con Paolo Rossi capocannoniere: 24 reti per quello che di lì a poco sarebbe diventato il “Pablito” della Nazionale e uno dei calciatori più chiacchierati del panorama calcistico. I tifosi vogliono la permanenza del centravanti che gira la città in bicicletta, per continuare a sognare insieme: vengono sottoscritti più di 8mila abbonamenti biennali affinché la società incassi liquidità (il presidente vuole vendere da anni). E poi c'è un ostacolo grande: Rossi è in comproprietà con la Juventus. Farina, forse troppo coinvolto dall'affetto mostrato dai tifosi, paga due miliardi e 600 milioni alle “buste”. Valutando l'attaccante oltre cinque miliardi. Il presidente bianconero Giampiero Boniperti alza le mani. Cifra troppo alta, ma il calcio andrà in quella direzione. Sembra la conferma di un grande Vicenza, e invece il “Real” si sfalda. Farina si è esposto troppo economicamente e deve vendere Lelj e Filippi per rientrare nelle spese. In Europa arriva una precoce eliminazione contro il Dukla Praga, in campionato non bastano i 15 gol di Rossi per evitare la retrocessione. Ma intanto la storia del calcio italiano era già stata fatta.

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