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Accadde oggi: Baggio salva il “nemico” Lippi, l'Inter vince lo spareggio-Champions contro il Parma 

Venti anni fa la doppietta del Divin Codino, ai ferri corti con il mister, manda i nerazzurri ai preliminari della massima competizione europea

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Se è vero che nelle difficoltà si vede il fuoriclasse, Roberto Baggio è uno dei migliori rappresentanti della categoria, avendo dovuto superare infortuni tremendi e incomprensioni con gli allenatori. Uno su tutti, Marcello Lippi, con cui entra in rotta di collisione all'Inter nel 1999-00: il mister usa Baggio con il contagocce, ma si affida a lui quando deve salvare la stagione. Il regalo d'addio del Divin Codino ai tifosi è il preliminare di Champions League, arrivato grazie a una doppietta nello spareggio vinto per 3-1 contro il Parma: è il 23 maggio 2000, esattamente 20 anni fa.

La gara decisiva si gioca al “Bentegodi” di Verona, stadio in cui Baggio aveva trovato il primo gol stagionale. È uno snodo vitale per tutti: Inter e Parma, quarte in classifica, si giocano l'accesso alla massima competizione europea; il presidente Massimo Moratti deve tutelare gli enormi investimenti dell'estate precedente, mentre Lippi è costretto a vincere per rimanere in sella.

Nel corso della gara Christian Vieri incappa nell'ennesimo infortunio e saluta anche gli Europei. Ma il salvatore della patria nerazzurra è il fuoriclasse con il numero 10, che al 36' beffa Gigi Buffon con una punizione sul primo palo. I gialloblu a metà ripresa pareggiano con una rete di Mario Stanic, ma la serata magica di Baggio non è finita: è il minuto 83 quando un sinistro al volo telecomandato si insacca alla destra di Buffon. È il tiro della Champions, raggiunta poi con il tris nel recupero di Zamorano. Dopo la gara, Lippi si sottrae alle domande su Baggio, mentre quest'ultimo afferma chiaramente di voler partire se non cambia la guida tecnica. Moratti sceglie l'allenatore e se ne pente già alla prima giornata della stagione successiva, esonerandolo dopo un preliminare perso con l'Helsingborg, una sconfitta al “Granillo” contro la Reggina (con dichiarazioni infuocate del viareggino) e un anno buttato già a ottobre.

Una storia finita male, quella tra Lippi e l'Inter, che vive l'unico apice proprio nella gara di Verona. Per il resto, il 1999-00 era nato con ben altre aspettative: i tifosi, che hanno maldigerito l'arrivo dell'odiato ex juventino, sognano lo scudetto dopo l'acquisto di Vieri, mister 90 miliardi. Certo, Lippi non è uomo da mezze misure e i buoni rapporti di vicinato con la nuova tifoseria non sono agevolati dalle rinunce a Bergomi e Pagliuca: dentro Christian Panucci e due pupilli del mister come Angelo Peruzzi e Vladimir Jugovic. L'attacco giustifica i desideri della piazza: ci sono Vieri, Ronaldo, Baggio, Zamorano e il rientrante Recoba, reduce da un campionato spettacolare con il Venezia. Il trio Baggio-Vieri-Ronaldo, tuttavia, abortisce subito per via degli infortuni (gravissimi quelli del brasiliano, che si lesiona per due volte il tendine rotuleo del ginocchio) e dei problemi nello spogliatoio: Lippi, infatti, rompe subito con il Divin Codino, costringendo il numero 10 a entrare solo per scampoli di partita. 

Già nel girone di andata si capisce che i sogni scudetto dell'Inter sono destinati a rimanere tali. Il rapporto pessimo tra i due “nemici” non giova alla classifica. Fino a quando, nella prima giornata di ritorno, il Divin Codino decide il match di Verona con l'Hellas, pur giocando solo nel secondo tempo. Nelle interviste post-gara esibisce un cappellino con la scritta “Ammazzami se non ti servo”, un chiaro riferimento al viareggino, messo alle strette davanti all'opinione pubblica e ai tifosi, che invocano il fuoriclasse in campo. Anche Lippi non può ignorare le pressioni e dà più spazio a Baggio: con quest'ultimo l'Inter comincia il girone di ritorno al sesto posto e lo chiude al quarto. Poi lo spareggio e l'ultimo regalo ai tifosi, prima dell'addio verso Brescia, che si porta dietro una scia di rimpianti: uno su tutti il trio “invisibile” con Ronaldo e Vieri, un attacco da fantacalcio che è stato realtà solo su un foglio di carta.

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