Italia, si riparte: come sarà la Nazionale del futuro

Di Biagio ct agevolerà l'inserimento dei giovani migliori. Un giusto mix di gioventù ed esperienza

  • A
  • A
  • A

Lo abbiamo aspettato tre mesi, ora c'è un nome: il nuovo ct della Nazionale italiana di calcio è Gigi Di Biagio, almeno fino a giugno. Il primo passo concreto della nuova Figc commissariata è stato fatto, ma la vera rivoluzione dovrà partire anche in campo. Non ci saranno più Buffon, Barzagli e De Rossi e si dovrà ripartire dai giovani. Nessuno meglio dell'attuale ct dell'Under 21 per accompagnare il grande salto. L'Italia ripartirà da Caldara, ma anche da Chiesa e Donnarumma per tracciare la via per ritornare protagonisti. Il ruolo di sparring partner dev'essere solo una fatalità.

Argentina e Inghilterra per fare degli esperimenti e capitalizzare al massimo le due amichevoli più tristi, agonisticamente parlando con uno sguardo al futuro, degli ultimi sessant'anni. Noi al Mondiale di Russia non andremo, ma l'orizzonte se possibile ha messo di fronte all'Italia una sfida ancora più difficile: ricostruire i successi partendo dalle proprie ceneri. Su questo Di Biagio sarà un anello di congiunzione importante tra il fallimento di Ventura e il futuro progetto che prenderà vita a giugno con la nomina del nuovo ct, che sia il favorito Mancini o qualcuno d'altro.

Di Biagio e la Figc dovranno essere bravi ad amalgamare quel che resterà della vecchia guardia con il nuovo che avanza, conoscendo di quest'ultimi pregi e difetti nel percorso di crescita che l'Under 21 ha evidenziato nell'ultimo biennio. Se Bonucci rimarrà forse il trascinatore morale della difesa, con Insigne, Candreva e Verratti a dare qualità e continuità rispetto al passato, il fallimento mondiale ha sottolineato la necessità di puntare sui giovani dopo gli addi di totem come Buffon, De Rossi e Barzagli, con Chiellini in dubbio fino all'ultimo. E la qualità non manca.

Se per la porta pare scontato il passaggio di consegne da Gigi a Gigio, da Buffon a Donnarumma, in difesa Romagnoli, Rugani, Caldara e Conti - se recupererà bene dall'infortunio - hanno il futuro dalla loro parte, da integrare con la duttilità di Florenzi e il carisma di Bonucci. Un po' più complicato e delicato il discorso a centrocampo dove serve qualche certezza in più. Se Verratti per età e qualità avrà l'ennesima chance di diventare il trascinatore azzurro, servirà che i progressi di giocatori come Pellegrini, Gagliardini e Cristante - per citarne solo alcuni - diventino certezze consolidate. Come Barella, che deve crescere, o Jorginho che di fatto nel giro della Nazionale è un esordiente.

L'attacco, invece, resta una nota dolente. Immobile sta vivendo una stagione fenomenale, ma da solo non può bastare. Nemmeno con Belotti che al contrario in questa stagione sta faticando e non poco a trovare la via del gol tra un infortunio e l'altro. C'è Insigne da cui ripartire, anche El Shaarawy. Ma manca un goleador come ai vecchi tempi e in attesa di capire se i talenti promettenti di Kean e Pellegri sbocceranno davvero, così come se Cutrone si confermerà ad alti livelli, l'Italia si affiderà agli esterni piuttosto che ai bomber d'area: come Chiesa e l'ex Fiorentina Bernardeschi.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti