Nba: Rondo stende Boston sulla sirena, Gallinari torna ma i Clippers cadono contro Indiana

I Lakers superano la delusione per il mancato arrivo di Davis con una vittoria contro i Celtics, i San Antonio Spurs di Belinelli si arrendono 127-118 a Portland

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I Lakers cancellano la delusione per il mancato arrivo di Davis con una vittoria al fotofinish contro Boston, propiziata dal canestro allo scadere dell'ex Rajon Rondo: 128-129 il punteggio finale. Terza sconfitta consecutiva per gli Spurs di Marco Belinelli (8 punti), che devono arrendersi 127-118 a Portland. Cadono anche i Clippers del rientrante Gallinari contro Atlanta 116-92, mentre è tutto facile per Toronto, che travolge gli Hawks 119-101.

BOSTON CELTICS-LOS ANGELES LAKERS 128-129
Quella tra Boston Celtics e Los Angeles Lakers non è mai una partita come tutte le altre. Biancoverdi e gialloviola sono protagonisti di una rivalità sportiva che affonda le proprie radici nel passato e che ha visto le due franchigie più vincenti della Nba contendersi Anelli e finali. Ad aggiudicarsi quest'ultimo atto sono i Lakers, che cancellano la grande delusione per il mancato approdo nella città degli Angeli di Anthony Davis con una successo al fotofinish, propiziato dal canestro allo scadere dell'ex di turno, Rajon Rondo: 128-129 il punteggio finale al TD Garden. Se è vero che la trade deadline si è conclusa senza colpi pirotecnici, i Lakers possono consolarsi con l'ottimo stato di forma del 'Re', LeBron James, che sembra avere pienamente recuperato dall'infortunio. L'ex Cleveland Cavaliers gioca una partita perfetta, chiudendo in tripla doppia (28 punti, 12 rimbalzi e 12 assist), diventando il terzo giocatore nella storia a riuscirci contro Boston dopo Elgin Baylor e Magic Johnson. Ad aiutare il 'Re' ci pensano i suoi fedeli scudieri, Kyle Kuzma e Rajon Rondo. Il primo chiude con 25 punti, il secondo ne aggiunge 17 (con 10 assist) e ha il merito di scrivere la parola fine, raccogliendo l'errore di Brandon Ingram e trasformandolo nel canestro della vittoria. I Celtics si fermano, invece, a cinque vittorie consecutive. Il miglior realizzatore per i biancoverdi è il solito Kyrie Irving, che ferma il tassametro a quota 24 (con 7 rimbalzi e 9 assist), a cui si aggiungono i 22 con 10 rimbalzi di Jayson Tatum e i 20 di Daniel Theis uscendo dalla panchina. Una vittoria fondamentale per i Lakers che li rilancia in classifica: si riduce il gap con i cugini dei Clippers, travolti dai Pacers a Indianapolis.

ATLANTA HAWKS-TORONTO RAPTORS 101-119
Tutto facile per i Toronto Raptors che, contro Atlanta, trovano la terza vittoria consecutiva: 119-101 il punteggio finale. I canadesi devono fare a meno di Kahwi Leonard, tenuto precauzionalmente a riposo da coach Nick Nurse, e non possono ancora fare conto sui chili e sui centimetri di Marc Gasol, arrivato poche ore prima da Memphis per aggiungere qualità ed esperienza al roster. A non far rimpiangere l'assenza dell'ex San Antonio Spurs sono Pascal Siakam e Fred VanVleet, che mettono a referto 63 punti in due e guidano i Raptors alla rimonta dopo un primo quarto in cui gli Hawks hanno toccato anche la doppia cifra di vantaggio. Il primo chiude con una doppia doppia da incorniciare da 33 punti e 14 rimbalzi, mentre il secondo ne aggiunge 30 con 5 rimbalzi e 6 assist. Doppia doppia anche per Kyle Lowry, che le ultime voci di mercato avrebbero voluto lontano dal Canada. Il playmaker dei Raptors risponde con 13 punti e 13 assist, dimostrando di avere ancora in mano le chiavi dell'attacco. Ad Atlanta, che pure era partita fortissimo, salvo sciogliersi in un secondo tempo in cui realizza solo 33 punti, non possono bastare i 38 della coppia Taurean Prince-Trae Young (19 punti a testa) e la doppia doppia da 12 punti e 12 rimbalzi di John Collins. Grazie a questa vittoria, anche Toronto, come Milwaukee, raggiunge le 40 W in stagione regolare, ma resta lontana una partita e mezzo dai Bucks.

INDIANA PACERS-LOS ANGELES CLIPPERS 116-92
In poco più di 48 ore, gli Indiana Pacers distruggono le due squadre di Los Angeles. Prima i Lakers, costretti ad un tremendo ko (il peggiore nella lunga carriera di LeBron James) e poi i Clippers, piegati nella notte 116-92 nonostante il rientro sul parquet di Danilo Gallinari. Dopo un periodo di sbandamento, coinciso con l'assenza di Victor Oladipo, i Pacers sembrano avere definitivamente superato lo choc per la perdita del loro miglior giocatore, trovando la quarta vittoria consecutiva, che li riporta al terzo posto in classifica nella Eastern Conference. I padroni di casa costruiscono la propria vittoria nel primo tempo, chiuso sul punteggio di 71-53, e poi lo amministrano nella ripresa senza grande affanno. Anche perchè Los Angeles fa davvero poco per provare a riacciuffare Indiana, con una prova offensiva pessima e basse percentuali dal campo. Il migliore per i Pacers è Bojan Bogdanovic, che chiude con 29 punti e 7 rimbalzi, ai quali si aggiungono i 17 di Myles Turner e i 28 della coppia Collison-Young (14 a testa). Per Doc Rivers, invece, davvero scarso il contributo del quintetto iniziale, con i soli Montrezl Harrell e Danilo Gallinari a raggiungere la doppia cifra (19 punti e 4 assist per il primo, 12 punti e 5 rimbalzi per il secondo). Una sconfitta che rischia di mettere nei guai i Clippers, che vedono riavvicinarsi pericolosamente i cugini dei Lakers in classifica: sarà derby losangelino per l'ultima piazza nei playoff (ma occhio a Sacramento!).

PORTLAND TRAIL BLAZERS-SAN ANTONIO SPURS 127-118
Terza sconfitta consecutiva per i San Antonio Spurs che, dopo l'umiliante ko contro i Golden State Warriors, devono alzare bandiera bianca anche a Portland: 127-118 il punteggio finale. Prosegue nel peggiore dei modi, dunque, il Rodeo Trip degli Speroni, che, lontano dall'AT&T Center, faticano a raccogliere soddisfazioni. Contro i Trail Blazers, coach Popovich smette di sperimentare e torna ad affidarsi ai suoi titolari, tra cui LaMarcus Aldridge, il grande ex della partita, che chiude con una doppia doppia da 17 punti e 10 rimbalzi. Il migliore tra le fila dei texani, però, è DeMar DeRozan, che ne mette 35 (con 6 rimbalzi e 6 assist) a cui si aggiungono i 25 di Rudy Gay. Scarso, invece, l'apporto della panchina e di Marco Belinelli, che mette solo 8 punti (con 3/7 dal campo e 2/4 dall'arco) in poco meno di 25 minuti sul parquet. Dall'altra parte, i Blazers costruiscono il proprio vantaggio nel corso del secondo quarto, rifilando un parziale di 39-23 ai texani che spacca la partita. Il migliore per Portland è Cj McCollum, che chiude con 30 punti, conditi da sette triple, ai quali si aggiungono i 24 (con 9 assist) di Damian Lillard. Ottimo anche il contributo di Jusuf Nurkic, che si aggiudica il duello sotto alle plance con Aldridge, chiudendo con 22 punti. Una sconfitta che costringe San Antonio al settimo posto nella Western Conference, con una sola gara e mezzo di vantaggio nei confronti dei Clippers, ottavi.

OKLAHOMA CITY THUNDER-MEMPHIS GRIZZLIES 117-95
La partenza di Marc Gasol scrive definitivamente la parola fine sull'epoca d'oro dei Grizzlies. Della squadra capace di fare presenza fissa nei playoff e di raggiungere le finali di Conference è rimasto solo Mike Conley. Ora, per Memphis è tempo di pensare al futuro e a un roster da ricostruire nella speranza di ottenere risultati migliori rispetto a quelli di questa stagione, decisamente da dimenticare. Contro Oklahoma City arriva l'ennesima sconfitta, la numero 34, la settima nelle ultime 10 partite giocate. Non certo un avversario facile i Thunder, tra le squadre più calde della lega (9 vittorie e una sconfitta nelle ultime 10) e che può contare su giocatori del calibro di Russell Westbrook e Paul George, ancora una volta decisivi. Il playmaker con il numero 0 continua a scrivere un record dopo l'altro, realizzando l'ennesima tripla doppia consecutiva della propria stagione (15 punti, 13 rimbalzi e 15 assist), mentre l'ex Indiana Pacers ne aggiunge 27 con 5 rimbalzi e 4 assist. Da sottolineare anche la prova di Jerami Grant, che chiude con 20 punti, e quella di Dennis Schroder, ancora una volta decisivo uscendo dalla panchina. A proposito di futuro, quello dei Grizzlies si chiama Jarren Jackson Jr. Il rookie ora sarà chiamato ad assumersi sempre più responsabilità e, alla prima uscita come primo violino della squadra, non delude, firmando una prova da 27 punti e 7 rimbalzi, che lascia ben sperare per le prossime stagioni. Il re-building di Memphis passa anche, se non soprattutto, dalle sue mani.

ORLANDO MAGIC-MINNESOTA TIMBERWOLVES 122-112
Chiude il programma della notte la sfida tra due squadre che non hanno più nulla da chiedere alla propria stagione. Proprio per questo, Orlando e Minnesota giocano con la testa sgombera, dando vita a una gara divertente e spettacolare. Alla fine, a imporsi sono i Magic, che chiudono i conti sul 122-112 finale, resistendo al tentativo di rimonta dei T'Wolves. Dopo uno primo quarto in grandissimo equilibrio, i padroni di casa provano ad allungare nel secondo, andando all'intervallo lungo con un vantaggio in doppia cifra. Al rientro sul parquet, Minnesota riesce a ricucire le distanze ma Orlando è brava a rispondere colpo su colpo, portando a casa la W numero 23 in stagione regolare, a fronte di 29 sconfitte. Il miglior marcatore per i padroni di casa è Terrence Ross, che continua nel suo ottimo periodo di forma, mettendo altri 32 punti in uscita dalla panchina e inserendosi con prepotenza nel discorso per il premio di miglior sesto uomo dell'anno. Da sottolineare anche la prova di Nikola Vucevic che, al cospetto di uno dei centri più dominanti della lega come Karl-Anthony Towns, chiude in doppia doppia con 21 punti e 10 rimbalzi. Dall'altra parte, il dominicano risponde con 27 punti e 11 rimbalzi, ai quali si aggiungono i 23 di Andrew Wiggins, ma non basta. Per i T'Wolves arriva la sconfitta numero 29 in stagione regolare, che li lascia al dodicesimo posto nella Western Conference, lontanissimi dall'ultimo posto disponibile per i playoff.

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