NBA

Nba: Phoenix chiude la serie dei Knicks, male Utah e gli Hawks di Gallinari. Lakers ok

New York si ferma dopo 9 vittorie davanti a Paul e Booker, Jazz ancora ko con Minnesota. Il Gallo ne fa 12 ma non basta: Detroit vince 100-86. I gialloviola battono Orlando

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Notte ricca di sorprese in Nba: Phoenix (Booker 33, Paul 20) chiude la serie di nove vittorie consecutive dei Knicks battendoli 118-110, i Jazz vanno ancora ko contro Minnesota (104-105), Detroit sconfigge Atlanta 100-86 nonostante i 12 punti di Gallinari. Bene i Lakers (114-103 a Orlando), Clippers sconfitti a New Orleans 103-120. 45 di Beal non bastano a Washington: gli Spurs vincono 146-143 all’overtime. Ok Nuggets, 76ers, Kings, Bulls e Raptors.

NEW YORK KNICKS-PHOENIX SUNS 110-118
Uno splendido Chris Paul rilancia ulteriormente la sua candidatura a Mvp della stagione regolare con una splendida prestazione a tutto campo da 20 punti, 6 assist, 5 rimbalzi e persino 2 stoppate che, unita alla vena realizzativa di Devin Booker (33 per quest’ultimo) costringe i Knicks a subire la prima sconfitta dopo ben nove vittorie consecutive. New York prova a restare in partita fino alla fine, guidata dall’esperienza di Derrick Rose (top scorer di squadra con 22 punti, pur entrando come di consueto dalla panchina), ma per una volta Julius Randle e RJ Barrett tradiscono le aspettative (18 per il primo, 17 per il secondo, entrambi sotto il 40% dal campo) e i Suns la spuntano nella volata finale, portandosi ora a una sola partita di svantaggio dalla vetta della Western Conference.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-UTAH JAZZ 105-104
A rischiare di perdere la prima testa di serie ad Ovest sono i Jazz, che continuano a risentire dell’assenza di Donovan Mitchell e cadono per la seconda volta in tre giorni contro Minnesota. Il match del Target Center è deciso da un finale palpitante: Mike Conley (il migliore dei suoi con 26 punti) realizza il canestro del 104-103 a 5.9 secondi dalla sirena finale, ma Utah sbaglia completamente l’approccio difensivo nella rimessa dopo il timeout chiamato dall’altra parte da coach Chris Finch e ad approfittarne è D’Angelo Russell, che segna così il canestro della vittoria chiudendo una prestazione da 27 punti e 12 assist. Sugli scudi, per i T-Wolves, anche Karl-Anthony Towns, autore di una doppia doppia da 21 punti e 11 rimbalzi.

DETROIT PISTONS-ATLANTA HAWKS 100-86
Serata da dimenticare per Danilo Gallinari e i suoi Hawks, che senza Trae Young per la terza partita consecutiva trovano una pesante sconfitta contro la seconda peggior squadra ad Est. Non bastano 17 punti di Bogdan Bogdanovic, né l’impatto dalla panchina del Gallo che pur segnando solo due canestri dal campo fa 8/9 dalla lunetta per arrivare a quota 12. Dall’altra parte, infatti, ci sono sei uomini in doppia cifra, guidati dai 18 di Jerami Grant e Frank Jackson, che permettono a Detroit di conquistare il primo successo dopo tre sconfitte consecutive e di avvicinare quota 20 vittorie stagionali: non granché come obiettivo, ma viste le peripezie di questa stagione sarebbe un minimo motivo per sorridere.

WASHINGTON WIZARDS-SAN ANTONIO SPURS 143-146 OT
Difese horror ma attacchi pirotecnici alla Capital One Arena, dove davanti ai poco più di 2mila spettatori consentiti dalle norme anti Covid Washington si arrende soltanto dopo un supplementare a San Antonio, nonostante la mostruosa prestazione offensiva di Bradley Beal, autore di ben 45 punti con 20/37 dal campo. E non basta, agli Wizards, neanche la solita tripla-doppia di Russell Westbrook (22 punti, 14 assist e 13 rimbalzi) per avere la meglio sui texani, trascinati a loro volta da un DeMar DeRozan da 37 punti e 10 assist e dalla doppia-doppia da 25 punti e 17 rimbalzi di Dejounte Murray. Successo importante in chiave ‘play-in’ per gli Spurs, ormai quasi sicuri di rientrare fra il settimo e il decimo posto ad Ovest. Washington cade invece dopo otto successi consecutivi, con la consapevolezza di avere comunque le carte in regola per rientrare fra le prime dieci ad Est.

ORLANDO MAGIC-LOS ANGELES LAKERS 103-114
Chi invece prova ad allontanare lo spettro del nuovo mini-torneo di accesso ai playoff, provando a conservare un posto tra le prime sei ad Ovest, sono i Lakers, che interrompono la serie di tre sconfitte di fila sul parquet di Orlando, grazie a 21 punti e 10 assist di Dennis Schröder e a un Anthony Davis sempre più in palla, autore di 18 punti e determinante, con il suo carisma, in un ultimo periodo vinto con un parziale di 35-23. I Magic, sempre più fanalino di coda a Est, non riescono ad evitare la sesta sconfitta consecutiva (la dodicesima nelle ultime tredici) nonostante sei uomini in doppia cifra, guidati dai voli sopra il ferro di Chuma Okeke (18 per lui) e dai 17 del veterano Gary Harris.

NEW ORLEANS PELICANS-LOS ANGELES CLIPPERS 120-103
Mastica amaro invece l’altra metà di Los Angeles, non solo per il risultato finale dello Smoothie King Center, che premia i padroni di casa trascinati da 23 punti di Zion Williamson, ma soprattutto per l’infortunio di Paul George nel terzo periodo: l’ex Indiana e Oklahoma City cade male dopo aver raccolto un rimbalzo ed è costretto a far visita all’infermeria, chiudendo nel terzo quarto la sua partita dopo aver segnato appena 9 punti con un modesto 3/11 dal campo. L’impatto di DeMarcus Cousins, che festeggia il prolungamento del contratto fino a fine stagione con una doppia-doppia da 16 punti e 11 rimbalzi, non basta: senza Kawhi Leonard (ancora fuori per il ko al piede) e con George a mezzo servizio, i Clippers non hanno la profondità necessaria per fare il colpaccio.

DENVER NUGGETS-MEMPHIS GRIZZLIES 120-96
Altra squadra costretta a fare i conti con gli infortuni (Jamal Murray e Will Barton su tutti), Denver riesce comunque a sfruttare il ‘solito’ Nikola Jokic, ma soprattutto la forma smagliante di Michael Porter jr per battere i rampanti Grizzlies, reduci da due vittorie consecutive. ‘The Joker’ firma una doppia-doppia da 24 punti e 15 rimbalzi, aggiungendo anche 5 importanti assist, ma il miglior realizzatore è proprio Porter, che fa 12/19 dal campo per 31 punti complessivi. In casa Memphis, stavolta, non è sufficiente l’energia di Ja Morant, autore di 27 punti, 6 rimbalzi e altrettanti assist: dietro di lui c’è infatti il buio, almeno per una sera, e per i Nuggets è affar semplice conquistare il successo ipotecandolo ben prima della sirena conclusiva.

PHILADELPHIA 76ERS-OKLAHOMA CITY THUNDER 121-90
Un allenamento o poco più quello che i Sixers affrontano contro i derelitti Thunder, incapaci di rappresentare un ostacolo credibile contro una squadra che vola oltre la doppia cifra di vantaggio già prima dell’intervallo lungo e non deve più guardarsi indietro. Nessuno dei giocatori schierati sul parquet da Doc Rivers supera i 26’ di impiego: ne risentono le cifre individuali, anche se Joel Embiid riesce comunque a mettere la firma su 21 punti, risultando il miglior marcatore dei suoi. Dall’altra parte è Ty Jerome a fare leggermente meglio, segnandone 22, ma la soddisfazione per essere il miglior marcatore di serata è ampiamente eclissata dal -31 finale subìto da una squadra ormai con la testa alla prossima stagione.

SACRAMENTO KINGS-DALLAS MAVERICKS 113-106
Un’altra delle sorprese di questa bizzarra notte Nba arriva dalla California, più precisamente dalla capitale dello Stato, Sacramento: nonostante 24 punti di Luka Doncic, infatti, Dallas soffre un avvio da incubo (3-20 il parziale dei primi minuti) e pur riuscendo a rimontare più avanti finisce la benzina proprio sul più bello, consentendo ai grigioviola di prevalere nella volata finale grazie ai 24 punti di Richaun Holmes e alla doppia-doppia da 14 punti e 10 assist di Tyrese Haliburton. Unica nota stonata il ko di Harrison Barnes, costretto ad uscire dal campo per un infortunio all’adduttore nella ripresa, dopo aver segnato 19 punti. Dallas, nonostante la sconfitta, resta al sesto posto ad Ovest, ma rispetto alla settima (Portland) ha solo una vittoria in più e una partita persa in meno.

MIAMI HEAT-CHICAGO BULLS 102-110
I Bulls non vogliono arrendersi. Pur senza il loro faro offensivo, Zach LaVine, gli uomini allenati da Billy Donovan sconfiggono Miami, ottenendo il quarto successo nelle ultime sei uscite e riportandosi a una partita dal decimo posto ad Est occupato da Washington. Decisivi, per il successo, i due lunghi in canotta biancorossa: Nikola Vucevic segna 24 punti e raccoglie 11 rimbalzi, Daniel Theis fa 23+12 alle stesse voci, sfiorando anche il 77% dal campo. Miami prova a restare a galla con i 33 di Jimmy Butler, i 23 di Bam Adebayo e i 18 del veterano Trevor Ariza, ma la franchigia della Florida non manda altri uomini in doppia cifra ed è costretta a cedere in un ultimo quarto perso con un parziale di 20-34.

TORONTO RAPTORS-CLEVELAND CAVALIERS 112-96
Restano pienamente in corsa per l’ultima posizione utile per l’accesso al play-in tournament anche i Raptors, che hanno comodamente la meglio nella loro casa stagionale (la Amalie Arena di Tampa, in Florida) contro i Cavs, che non hanno davvero più nulla da chiedere a un’altra stagione senza acuti. Il successo arriva grazie soprattutto alle prestazioni di Pascal Siakam e OG Anunoby, autori rispettivamente di 25 e 20 punti, a un Kyle Lowry da 9 punti e 10 assist e all’impatto dalla panchina di Malachi Flynn, che ne segna 18 con 4/6 dal campo e 8/8 dalla lunetta. Poco da dire su Cleveland: Isaac Okoro è il miglior marcatore con 20 punti, Darius Garland ne aggiunge 13 con 10 rimbalzi, ma è troppo poco anche solo per provare a restare in partita.

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