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Nba: Golden State vince a Memphis, Okc ribalta Indiana

I Warriors battono 118-103 i Grizzlies con un Durant quasi perfetto, Oklahoma rimonta i Pacers con un break clamoroso di 24-0. Booker ne fa 50 ma Phoenix perde ancora

28 Mar 2019 - 08:46

Nelle gare della notte di Nba, Golden State batte 118-103 Memphis, grazie ai 28 punti di Kevin Durant (12/13 al tiro) e Steph Curry. I Warriors tornano primi a Ovest, con mezza gara su Denver. Oklahoma sconfigge 107-99 Indiana con un break di 24-0, il più grande della stagione. Phoenix perde 124-121 con Washington nonostante i 50 punti di Devin Booker. Utah batte 115-110 i Lakers privi di James. Portland vince 118-98 a Chicago.

MEMPHIS GRIZZLIES-GOLDEN STATE WARRIORS 103-118
Memphis per tre quarti di partita accarezza l'impresa di battere i campioni in carica, dopo che in casa ha ottenuto lo scalpo di Houston, Portland, Utah e Okc, ma Golden State (51-23) ha un primo posto da difendere a Ovest e non è in vena di regali. Non ha voglia di farne soprattutto Kevin Durant, che chiude con una prestazione mostruosa al tiro: 12/13 dal campo, 3/3 a cronometro fermo, 1/1 dall'arco. Solo un canestro tra lui e la perfezione. È la prestazione offensiva più efficace nella carriera di KD. Per l'ex Okc arrivano 28 punti, sette dei quali nel 9-0 dell'ultimo quarto, break che dà il là alla vittoria dei campioni in carica. Il tabellino segna 28 anche per Steph Curry, sempre più in formato playoff: per il numero 30 anche un 6/12 da tre. Buona la prova anche di DeMarcus Cousins, che chiude con 16 punti, 9 rimbalzi e una doppia doppia sfiorata. A Memphis non bastano i 22 punti di Mike Conley (diventato il miglior marcatore della storia della franchigia, superando Marc Gasol) e i 27 (conditi da 13 rimbalzi) di Jonas Valanciunas. Per i Grizzlies il 118-103 finale significa la quinta sconfitta consecutiva contro Golden State. I Guerrieri della Baia tornano ad avere mezza gara di vantaggio su Denver, che però ha un calendario nettamente più difficile, dovendo affrontare Houston, Oklahoma, San Antonio, Utah, due volte Portland, oltre lo scontro diretto. Golden State, nelle nove gare che le restano da giocare, si scontrerà per sette volte con squadre dal record perdente.

OKLAHOMA CITY THUNDER-INDIANA PACERS 107-99
I 31 punti dell'ex Paul George, i 25 di Steven Adams e la 29esima tripla doppia stagionale di Russell Westbrook (17 punti, 11 rimbalzi e 12 assist) contribuiscono a spiegare la vittoria di Oklahoma per 107-99 su Indiana. Ma sarebbero numeri incompleti senza menzionare la grande rimonta di Okc nel terzo quarto. I Pacers, avanti di nove lunghezze all'intervallo lungo (54-45) segnano con un jumper di Myles Turner in apertura di frazione e poi fanno letteralmente scena muta a canestro, sbagliando 14 tiri consecutivi e non muovendo il proprio punteggio per 6'51". Okc ne approfitta realizzando il più grande break della stagione senza concedere nemmeno un punto: 24-0! E così, Westbrook e compagni si portano dal 48-58 al 72-58, con otto punti di Adams, sette di George, due triple di Grant e una di Westbrook. Indiana deve dunque inseguire dal -14 e nel finire della frazione prova a rimettersi in partita, dimezzando lo svantaggio con Sabonis, McDermott, Turner e Evans. Nell'ultimo quarto si sveglia Bogdanovic, autore di 14 punti e quattro triple, ma è troppo tardi, Okc (44-31) riesce a gestire e trova una vittoria buona per il morale e per la classifica. Oklahoma è in quel gruppo di squadre che è chiuso in 4.5 gare a Ovest, e si giocano in questo finale di stagione il miglior piazzamento playoff possibile. I ragazzi di Billy Donovan sono settimi con una gara di vantaggio sui San Antonio Spurs e una di ritardo dai Jazz e dai Clippers. Indiana (45-30) è quarta a Est, con una gara di vantaggio su Boston: dirà molto lo scontro diretto al TD Garden di venerdì notte; ci si gioca il vantaggio del campo nel primo turno dei playoff.

CHICAGO BULLS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 98-118
Ancora sotto choc per il gravissimo infortunio a Jusuf Nurkic (frattura scomposta di tibia e perone sinistro), Portland vince comunque agilmente a Chicago. Nurkic prima della partita si è collegato con lo United Center per dare forza ai compagni, che ai playoff dovranno battagliare senza di lui. Gli ospiti vanno avanti già nel primo quarto (27-14) e non perdono più la leadership. Chicago è costretta al punteggio più basso di stagione dopo 12', e le cose non migliorano. Seth Curry (20 punti e season-high) e Enes Kanter firmano le triple dell'8-0 in apertura di seconda frazione, break che serve a Portland per portarsi su un comodo 59-41 all'intervallo lungo. A Chicago (21-55) non basta il career-high di Shaquille Henderson (21 punti) a evitare l'ottava sconfitta nelle ultime dieci partite. Troppi i giocatori assenti (LaVine, Porter Jr, Dunn, Valentine, Hutchison, Carter Jr e, ultimo della lista in ordine temporale, anche Markkanen) per coach Boylen, Portland non ha problemi a gestire il gap nel secondo tempo e a trovare la quinta vittoria consecutiva, anche con un Damian Lillard a giri bassi (11 punti, il più basso score della stagione). Finisce 118-98. I Trail Blazers (47-27) sono terzi a Ovest, con mezza gara di vantaggio su Houston.

UTAH JAZZ-LOS ANGELES LAKERS 115-100
Troppa la differenza a livello tecnico (i giallo-viola sono anche senza LeBron James) e soprattutto motivazionale, con i Jazz che cercano un vantaggioso piazzamento playoff. L'avvio è subito difficile per i californiani, che tirano con il 30%: Rudy Gobert fa la voce grossa sotto canestro (22 punti e 11 rimbalzi) e Utah scappa sul 32-25 grazie anche alla tripla di Kyle Korver. Los Angeles tenta di rimanere in contatto con la partita e si porta sul -5 (53-48) anche grazie ai punti di Kuzma (21 a fine gara). Una monster dunk di Donovan Mitchell chiude il primo tempo sul 60-53 per i mormoni. Gap spiegato anche dall'incapacità dei Lakers di segnare in transizione e dai 20 assist su 24 canestri per Utah, segno che il giro palla in avanti funziona, e che la difesa gialloviola è pigra nelle chiusure. In apertura di ripresa i Jazz volano con un parziale di 7-0 in neanche tre minuti, che chiude di fatto il match. Utah va sul +20 (83-63) con quattro punti di Ricky Rubio. Los Angeles tenta quantomeno di alleggerire il gap nell'ultimo quarto e si porta sul -14, approfittando di un calo di attenzione di Utah (45-30), che però allunga ancora (+22) con Sefolosha, Gobert e una tripla di Ingles. Finisce 115-100, ai Jazz - quinti a Ovest con i Clippers - manca solo una vittoria per avere la certezza matematica dei playoff. Per i Lakers (33-42) è la sesta stagione consecutiva con un record perdente.

PHOENIX SUNS-WASHINGTON WIZARDS 121-124
Devin Booker lo ha fatto ancora. Il talento cristallino di Phoenix, dopo i 59 messi a segno in Utah, ne realizza 50 contro Washington. È il più giovane di sempre (22 anni) e il settimo nella storia della Nba a segnare almeno 50 punti in due partite consecutive. Notare che Phoenix (17-59) ha perso entrambe le gare, così come perse nella magica notte dei 72 punti di Booker al TD Garden di Boston, segno che i Suns devono ripensare totalmente la squadra in vista del prossimo anno. E devono ripensarla in funzione soprattutto di Booker e DeAndre Ayton, autore della 38esima doppia doppia stagionale (14 punti e 10 rimbalzi, record per un rookie). A vincere in Arizona è Washington (31-45), che chiude così la striscia negativa di cinque sconfitte. Merito soprattutto dei 28 punti a testa di Bradley Beal e Jabari Parker e dell'ottimo finale di partita di Thomas Bryant, che chiude con 18 punti, 19 rimbalzi (career-high) e un gioco da quattro punti decisivo. Con il 124-121 finale, i Wizards evitano l'eliminazione matematica dai playoff, cosa che comunque avverrà a breve, perché Washington è a 6.5 gare da Orlando nella Eastern Conference.

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