BASKET NBA

Nba: Golden State batte Denver, Curry nella storia. Utah cade in casa, Phoenix si avvicina

Steph realizza 53 punti e sorpassa Chamberlain nella classifica marcatori di franchigia. Utah cade in casa, Phoenix si avvicina

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Steph Curry è il protagonista assoluto della notte Nba: nel 116-107 di Golden State su Denver, segna 53 punti ed entra nella storia come miglior marcatore in assoluto degli Warriors (superato Wilt Chamberlain). Nelle altre partite, Washington sorprende Utah 125-121, costringendo i Jazz al primo ko interno dopo 24 vittorie di fila. Phoenix si avvicina in classifica superando 126-120 Houston. Brillano 76ers e Knicks, rinviata Minnesota-Brooklyn.

GOLDEN STATE WARRIORS-DENVER NUGGETS 116-107
Una serata storica per un record che resterà negli annali non solo della storia della franchigia, ma anche in quella della Nba: Steph Curry batte praticamente da solo i Denver Nuggets con una prova da 53 punti complessivi, 21 dei quali nel un primo quarto, che gli consentono di superare Wilt Chamberlain nella classifica dei migliori marcatori in canotta Warriors. Sono 17.818 i punti di Steph, contro i 17.783 di ‘mister 100 punti’. Lo show di Curry, comunque, non è affatto fine a se stesso: la sua prestazione (4/6 da due punti, 10/18 da tre e 15/16 dalla lunetta) illumina la sua squadra, ma Golden State sconfigge Denver anche grazie a 18 punti di un Draymond Green inaspettatamente prolifico in attacco e ai 17 di Andrew Wiggins. Dall’altra parte, Denver non riesce a riprendersi dalla scoppola subita domenica contro Boston in rimonta e nonostante la doppia-doppia da 27 punti e 12 rimbalzi di Nikola Jokic crolla nel terzo periodo (perso 22-43) e apre la serie negativa.

UTAH JAZZ-WASHINGTON WIZARDS 121-125
La serie di vittorie consecutive dei Jazz in casa si ferma a 24. A interromperla, un po’ a sorpresa, è una delle squadre più incostanti (e, per, questo, fra le più imprevedibili) dell’intera Lega, quella Washington alla ricerca di una serie di risultati positivi per riavvicinarsi alle prime dieci posizioni. Non che la partita sia una passeggiata, anzi: Utah ci prova con tutte le proprie forze, guidata da 42 punti di Donovan Mitchell e 33 di Bojan Bogdanovic, con Rudy Gobert che aggiunge una doppia-doppia da 12 punti e altrettanti rimbalzi alla causa. In casa Wizards, però, il duo composto da Bradley Beal e Russell Westbrook si scatena, con il primo che mette la firma su 34 punti e l’ex Thunder e Rockets che si produce nell’ormai consueta tripla-doppia grazie a 25 punti, 14 rimbalzi e altrettanti assist. Decisivo anche l’impatto della panchina: Daniel Gafford segna 15 punti in 18’, Davis Bertans e Robin Lopez ne firmano 10, andando a canestro in momenti chiave della partita. E per i Jazz, per una volta, non c’è nulla da fare, pur giocando fra le mura amiche.

PHOENIX SUNS-HOUSTON ROCKETS 126-120
Con il ko di Utah contro Washington, è Phoenix a diventare automaticamente la squadra più in forma della Nba, anche se contro Houston i Suns rischiano nel secondo tempo, soprattutto in un ultimo quarto giocato con un po’ di supponenza. Nel resoconto della sfida della Talking Stick Resort Arena, però, non possono che pesare le 25 triple realizzate dagli uomini di Monty Williams, guidati da 26 punti di Jae Crowder e da 24 di Devin Booker. Dopo l’intervallo lungo, cui Phoenix arriva con 23 punti di vantaggio, si prospetterebbe un lungo garbage time, ma Houston prova a combattere fino alla fine e sfrutta le doppie-doppie di Christian Wood (25 punti, 15 rimbalzi) e Kevin Porter jr (22+14 assist) per rientrare in partita: la rimonta, però, arriva soltanto fino al -5 (sul 114-109), e i Suns resistono negli ultimi giri di lancette, conquistando così la nona vittoria nelle ultime dieci uscite. Un successo che consolida la seconda piazza ad Ovest, a una partita e mezzo di distanza dai Jazz capolista.

DALLAS MAVERICKS-PHILADELPHIA 76ERS 95-113
Luka Doncic si diverte nel pre-gara, mostrando le sue ‘soccer skills’ (con i piedi) e producendosi (con le mani) in una bizzarra conclusione vincente da dietro il tabellone, ma in partita arriva un’amara sconfitta per lo sloveno e la sua squadra, che affonda sotto i colpi inesorabili di Joel Embiid, autore di 36 punti e 7 rimbalzi. Oltre al camerunense, l’uomo in più per Phila è Furkan Korkmaz, che entra dalla panchina e mette a segno 20 punti con il 70% complessivo dal campo e quattro triple a segno. Per i Mavs, Doncic ci prova fino all’ultimo, ma non bastano i suoi 32 punti per supplire all’assenza di Kristaps Porzingis (fermo per un fastidio al ginocchio) e alla pochezza offensiva dei suoi compagni di squadra (oltre a lui solo Jalen Brunson, con 15 punti e Dorian Finney-Smith, con 12, arrivano alla doppia cifra). Da segnalare l’esordio in canotta Mavericks di J.J. Redick, che comunque segna solo 4 punti, con 1/7 al tiro. 10’28” sul parquet invece per Nicolò Melli, che però non firma nemmeno un punto (0/3 dal campo).

NEW YORK KNICKS-LOS ANGELES LAKERS 111-96
Ex con il dente particolarmente avvelenato, Julius Randle vede i Lakers e si scatena: il leader offensivo di New York firma 34 punti e 10 rimbalzi affondando i gialloviola, che ritrovano Kyle Kuzma ma vedono ancora piuttosto lontano il rientro sul parquet di LeBron James ed Anthony Davis, e continuano ad alternare una vittoria e una sconfitta in un cammino particolarmente accidentato senza le due superstar. Tornando ai Knicks, non è solo Randle a brillare: accanto a lui si muove con efficacia il redivivo Elfrid Payton, autore di 20 punti, mentre Derrick Rose ne aggiunge 14 importanti dalla panchina per quella che sarà la terza vittoria consecutiva della franchigia che rappresenta la Grande Mela. I Lakers si limitano ai 21 punti di Dennis Schröder, ai 17 di Markieff Morris e ai 14 di un arrugginito Kuzma: la contemporanea sconfitta di Dallas tranquillizza momentaneamente a livello di classifica, ma con 18 partite ancora da giocare in regular season può ancora succedere davvero di tutto.

MEMPHIS GRIZZLIES-CHICAGO BULLS 101-90
Reduce da due ko consecutivi, a New York e in casa contro i Pacers, Memphis ritrova il successo battendo i Bulls in una partita decisa, di fatto, da un ultimo periodo vinto con un parziale di 31-16. Il protagonista principale della vittoria dei Grizzlies è Jonas Valanciunas, che realizza una doppia-doppia da 26 punti e 14 rimbalzi, aggiungendo anche 3 stoppate. Attorno a lui si muove un attacco bilanciato, con 17 punti di Dillon Brooks, 14 di Grayson allen e 13 di Ja Morant, che mette a referto anche 10 assist. Troppo per la franchigia dell’Illinois, che nonostante 21 punti di Zach LaVine, 20 di Thaddeus Young e 17 (con 10 rimbalzi) di Nikola Vucevic crolla alla distanza, perde la sua terza partita di fila e con un record di 22 vinte e 31 perse resiste in zona play-in più per demerito degli avversari che per meriti propri.

ORLANDO MAGIC-SAN ANTONIO SPURS 97-120
Tutto facile per gli Spurs, che all’Amway Center volano sul +12 già alla fine del primo periodo e, praticamente, non devono più guardarsi alle loro spalle. L’andamento dell’incontro permette a coach Gregg Popovich di limitare il minutaggio dei titolari e far ruotare ben 14 giocatori: anche per questo le cifre sono tutt’altro che entusiasmanti all’apparenza, ma i 19 punti di DeMar DeRozan, i 17 di Dejounte Murray e i 15 di Derrick White bastano e avanzano per avere la meglio sui Magic, che si limitano a quattro uomini in doppia cifra guidati dai 15 di Wendell Carter jr. Dopo il momento negativo (10 ko in 12 partite) e la vittoria in casa dei Mavericks, San Antonio riassapora così il gusto di aprire una serie positiva, un’eventualità che non si verificava da metà marzo: per accedere ai playoff senza passare dal torneo di qualificazione, però, sembra essere troppo tardi, visto che i Blazers sesti distano quattro partite e mezzo.

NEW ORLEANS PELICANS-SACRAMENTO KINGS 117-110
Chi ai playoff ormai non ci pensa più sembrano essere ormai i Kings, che sul parquet di New Orleans raccolgono il settimo ko consecutivo, nonostante uno scatenato De’Aaron Fox da 43 punti complessivi. La prova del prodotto di Kentucky (reduce da una multa di 20mila dollari alla vigilia per aver criticato l’arbitraggio della precedente sfida contro Utah) è utile nel parziale di 65-49 del secondo tempo in cui Sacramento prova la rimonta, ma alla fine risultano maggiormente decisivi i 64 punti in due messi a segno da Brandon Ingram (34) e Zion Williamson (30): la squadra allenata da Stan Van Gundy conquista così il terzo successo di fila e resta aggrappata alla speranza del decimo posto (Golden State, che occupa l’ultima posizione utile per il play-in tournament, ha vinto una partita in più e ne ha persa una in meno). Serve però continuare con il filotto di risltati utili per non perdere l’ultimo treno per la postseason.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-BROOKLYN NETS rinviata
A poche ore dalla palla a due è la stessa Nba a comunicare il rinvio della sfida inizialmente in programma al Target Center, una decisione presa a seguito della morte di Daunte Wright, ennesimo episodio di violenza delle forze dell’ordine locali ai danni di un afroamericano, proprio nel Minnesota. “La decisione di rinviare la partita è stata presa dalla Nba dopo aver consultato la dirigenza dei Timberwolves e le autorità locali – si legge in una nota diffusa dalla Lega -. Siamo vicini con il pensiero alle famiglie e agli amici di Daunte Wright in questo momento di difficoltà”.

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