BASKET NBA

Nba: Doncic schianta Boston sulla sirena, Brooklyn abbatte i Kings. Male Gallinari e gli Hawks

Lo sloveno segna il canestro del 110-107 allo scadere, regalando il successo ai Mavs. Settima vittoria consecutiva per i Nets, mentre il Gallo è sconfitto a Cleveland

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Grazie a una tripla realizzata a un decimo dalla sirena finale, Luka Doncic è decisivo nel 100-107 di Dallas sui Celtics. Nella notte Nba brilla anche Brooklyn, al settimo successo consecutivo: Sacramento ko 127-118, tripla-doppia per Harden. Male Atlanta, che perde 112-111 a Cleveland contro una delle peggiori ad Est: solo 5 punti per Gallinari. Vincono in casa Clippers, Nuggets e Bucks, colpi esterni per 76ers, Warriors e Pistons.

DALLAS MAVERICKS-BOSTON CELTICS 110-107
Luka, sempre Luka, fortissimamente Luka: è questo il ‘motto’ dei Mavericks, che conquistano la settima vittoria nelle ultime nove uscite grazie alle incredibili prodezze di Doncic, nonostante il rientro dal -12 dei Celtics negli ultimi quattro minuti di gioco. Con la partita sul filo negli ultimi secondi, infatti, lo sloveno realizza due triple importantissime, la prima a 15 secondi dal termine e la seconda, che vale la vittoria, a un solo decimo dalla sirena finale: un tiro sulla carta impossibile, scoccato fuori equilibrio da oltre otto metri, con due uomini addosso, che comunque trova solo la retina e consegna il successo ai Mavs. Man of the match indiscusso, Doncic chiude con 31 punti, 10 rimbalzi e 8 assist. A Boston, al ko numero due di fila, non sono sufficienti 29 punti di Jaylen Brown e 28 di Jayson Tatum, entrambi convocati come riserve all’All Star Game del prossimo 7 marzo ad Atlanta.

BROOKLYN NETS-SACRAMENTO KINGS 127-118
Dopo le sei vittorie ottenute tutte in trasferta, i Nets tornano al Barclays Center e non cambiano lo spartito, nonostante l’assenza di Kevin Durant. Basta infatti la super prestazione di James Harden per avere la meglio sui Kings e continuare ad insidiare in classifica i Sixers leader della Eastern Conference: l’ex Houston (che festeggia tra l’altro la chiamata per la partita delle stelle dopo la delusione di non essere rientrato fra i titolari) chiude con una tripla-doppia da 29 punti, 11 rimbalzi e 14 assist, molti dei quali finiscono nelle mani del secondo miglior marcatore di serata di Brooklyn, il sorprendente Bruce Brown (29 punti e career-high per il 24enne al terzo anno in Nba da Miami University). Kyrie Irving si ferma invece a 21 punti con 8/22 dal campo ma contro Sacramento, che esce dalla partita nel finale nonostante sei uomini in doppia cifra guidati dai 27 punti di De’Aaron Fox e dai 23 del rookie Tyrese Haliburton, va bene anche così.

CLEVELAND CAVALIERS-ATLANTA HAWKS 112-111
La stagione senza un minimo di continuità da parte degli Hawks continua imperterrita: gli uomini di Lloyd Pierce, che solo due giorni fa avevano battuto Denver, cadono malamente a Cleveland, contro una squadra sempre sconfitta nelle dieci precedenti uscite. E lo fanno anche buttando via un vantaggio arrivato a 7 punti negli ultimi minuti, regalando a 4 secondi dalla fine la schiacciata del sorpasso definitivo a Lamar Stevens, cui non par vero di poter sfruttare indisturbato il corridoio verso il canestro lasciato da una difesa da mani nei capelli. E così diventano improvvisamente decisivi i 29 punti di Collin Sexton e la doppia-doppia da 13 punti e 14 rimbalzi di Jarrett Allen (oltre agli 8 punti dello stesso Stevens), mentre dall’altra parte è ancora serata di frustrazione per Trae Young, che non solo esce sconfitto da una partita che lo vede registrare 28 punti e 12 assist, ma deve anche incassare la mancata convocazione all’All Star Game. Serata storta anche per Danilo Gallinari: 5 punti con 1/7 al tiro, -10 il suo plus-minus.

TORONTO RAPTORS-PHILADELPHIA 76ERS 102-109
Si ferma a quattro la serie di vittorie consecutive dei Raptors, che cadono contro una squadra battuta due giorni prima, capace però di trovare le contromisure all’attacco della squadra “di casa” alla Amalie Arena di Tampa, in Florida. Dal punto di vista delle cifre non serve neanche strafare ai Sixers: il miglior marcatore è Tobias Harris con 23 punti, mentre gli All Star Joel Embiid e Ben Simmons (quest’ultimo convocato come riserva) si fermano rispettivamente a quota 18 e 15. Toronto ha il merito di restare in partita fino agli ultimi minuti, grazie ai 24 punti di Norman Powell e ai 21 di Pascal Siakam, ma Fred VanVleet ne segna solo 12, con 4/14 dal campo, e la sua imprecisione è un fattore importante nella sconfitta di Toronto che comunque, complice la sconfitta dei Celtics, resta al quinto posto nella Eastern Conference comandata proprio da Philadelphia.

DENVER NUGGETS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 111-106
Intensità e spettacolo alla Ball Arena, dove i Nuggets tornano alla vittoria dopo lo scivolone di Atlanta battendo, grazie allo sprint finale di Nikola Jokic e, soprattutto, Jamal Murray, una Portland che apre ufficialmente la crisi dopo la terza sconfitta consecutiva. I due femomeni di Denver offrono numeri a dir poco spettacolari: Jokic segna 41 punti, mentre Murray ‘si ferma’ a 24 ma ne fa 19 solo nell’ultimo periodo, contribuendo all’allungo decisivo. Non possono bastare, ai Blazers, 24 punti di Carmelo Anthony dalla panchina e soprattutto la prestazione da 25 punti, 13 assist e 7 rimbalzi di Damian Lillard, convocato per l’All Star Game proprio a discapito, fra gli altri, di Murray, che si prende così una piccola rivincita in una delle rivalità classiche della Western Conference, e in particolare della Northwest Division.

LOS ANGELES CLIPPERS-WASHINGTON WIZARDS 135-116
Alle prese con una squadra che veniva da cinque successi consecutivi, i Clippers non tremano affatto e conquistano la vittoria piuttosto agevolmente, volando già alla fine del primo quarto sul +16 e non voltandosi mai alle loro spalle fino alla sirena conclusiva. Il riscatto dopo il ko contro Brooklyn arriva grazie a 32 punti di Kawhi Leonard e 30 di Paul George, i due All Star della squadra allenata da Tyronn Lue (l’ex Indiana e Oklahoma City ha ricevuto la convocazione poco prima della palla a due, mentre il due volte Mvp delle Finals sarà uno dei titolari). Dall’altra parte non bastano, questa volta, la doppia-doppia da 28 punti e 10 rimbalzi di Bradley Beal né quella da 20+10 di Russell Westbrook. A fare la differenza anche l’impatto dalla panchina: 58-29 il parziale per i Clippers prendendo in considerazione i punti delle riserve, tra le quali spicca Reggie Jackson, autore di 17 punti.

NEW YORK KNICKS-GOLDEN STATE WARRIORS 106-114
A proposito di All Star Game, quest’anno anche i Knicks avranno un loro rappresentante nella partita delle stelle, Julius Randle. L’ex di Lakers e Pelicans, però, non può festeggiare con una vittoria nonostante una prova da 25 punti, 10 rimbalzi e 7 assist, perché davanti a sé ha il solito indomabile Stephen Curry, autore di 37 punti con 7/14 dalla distanza e un cammino immacolato (12/12) dalla lunetta. A New York non bastano nemmeno 20 punti di Elfrid Payton e 16, dalla panchina, del veterano Derrick Rose: oltre a Curry, infatti, Golden State registra i 19 punti di Kelly Oubre jr e i 16 di Andrew Wiggins e conquista così il primo successo dopo due ko consecutivi di una trasferta di quattro partite che sarà chiusa a Indianapolis, contro i Pacers, la prossima notte.

MILWAUKEE BUCKS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 139-112
La dirigenza dei T-Wolves ha provato a dare la scossa, licenziando Ryan Saunders e consegnando le chiavi della panchina a Chris Finch, ma evidentemente i problemi sono altri: Minnesota, infatti, resiste solo un quarto contro i Bucks, crollando inesorabilmente sotto i colpi di Giannis Antetokounmpo. Il greco è il migliore in campo al Fiserv Forum, con una prestazione da 37 punti, 8 rimbalzi e altrettanti assist in appena 29 minuti e spiccioli sul parquet, complice un ampio garbage time in cui si segnala, tra gli altri, un Bryn Forbes da 23 punti complessivi. Tra gli ospiti meritano indubbia menzione Karl-Anthony Towns e Malik Beasley, entrambi autori di 26 punti (per il primo anche 11 assist a referto), ma è davvero troppo poco per poter sperare in una risalita: la stagione è irrimediabilmente compromessa.

ORLANDO MAGIC-DETROIT PISTONS 93-105
Serata agrodolce per Nikola Vucevic: il montenegrino è fra le riserve convocate per l’All Star Game, ma non riesce a confermare il buon momento della sua squadra segnando 20 punti (con un brutto 9/22 dal campo) nell’inattesa sconfitta contro la peggior squadra ad Est. Detroit si regala infatti il successo grazie a un ottimo secondo tempo e a una panchina a dir poco efficace, guidata da 21 punti del rookie Saben Lee e dai 18 di Josh Jackson, che ben si affiancano ai 17 di un Jerami Grant un po’ meno efficace in attacco ma comunque autore di 7 rimbalzi e 6 assist. Per i Pistons è il primo successo dopo tre ko consecutivi, mentre Orlando è esattamente l’inverso: prima sconfitta dopo tre vittorie di fila.

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