Solo cinque gare nella notte dell'Nba, che non manca di regalare emozioni. Sfatano un autentico tabù i Cleveland Cavaliers, che sconfiggono Golden State dopo una serie di 16 ko consecutivi contro Curry e compagni. Questi ultimi vengono così scavalcati dai Dallas Mavericks, vincenti su Charlotte. Si sbloccano i Suns dopo tre ko consecutivi, con super-Durant (41 punti). Toronto manda ko gli Spurs di Wembanyama, prima vittoria per i Memphis Grizzlies.
CLEVELAND CAVALIERS-GOLDEN STATE WARRIORS 115-104
Dopo quasi sette anni, i Cleveland Cavaliers si sbloccano e sconfiggono finalmente i Golden State Warriors, interrompendo una maledizione che durava da 16 gare di fila. La prima sconfitta esterna per Curry e compagni nasce con un secondo quarto disarmante, nel quale Golden State sbatte ripetutamente sulla difesa avversaria e mette a referto solo 15 punti, scivolando a -12 e non riuscendo di fatto più a rientrare. I Cavs vincono 115-104 e ottengono la terza vittoria stagionale in sette gare, che significa ottavo posto a Est, con un sontuoso trascinatore: Donovan Mitchell mette a referto 31 punti e 7 assist, precedendo nello scoresheet Garland (24), Strus (15) e Mobley, che chiude con 13 punti e 16 rimbalzi. Dopo tre sconfitte di fila i Cavs si sbloccano dunque davanti al loro pubblico, infliggendo una sconfitta a Golden State e facendola scivolare in terza posizione a Ovest (5-2). Non bastano i 28 punti di Steph Curry, con un impetuoso 7/11 da tre, ad evitare il ko. Alle sue spalle le buone prove di Draymond Green (18) e Klay Thompson (15), ma anche un apporto insufficiente dalla panchina che causa il secondo ko stagionale dei Warriors.
DALLAS MAVERICKS-CHARLOTTE HORNETS 124-118
Prosegue la marcia dei Dallas Mavericks, che dopo un primo tempo chiuso sul 62-50 dopo aver ottenuto anche uno svantaggio di 15 punti, rimontano Charlotte con una sontuosa ripresa da 74 punti realizzati e solo 56 concessi. Il quinto successo nelle prime sei gare stagionali vale il secondo posto nella Western Conference, scavalcando Golden State (5-2) e mettendosi in scia ai Denver Nuggets (6-1), con un grande trascinatore. Questa volta Luka Doncic si "limita", non segnando per tutto il primo quarto e chiudendo con un misero 1/9 dall'arco, ma riesce comunque ad essere decisivo con 23 punti, 12 rimbalzi e 9 assist sfiorando la tripla doppia. Alle sue spalle riecco Kyrie Irving, che chiude in doppia doppia a sua volta con 18 punti e 10 assist, appaiato a Grant Williams (18) e davanti ad Hardaway (16) e Lively (15). Numeri che sono sintomo di un'ottima prova di squadra, che vede i Mavs chiudere con sette giocatori in doppia cifra e neutralizzare la super-prova di LaMelo Ball. Quest'ultimo è infatti il top-scorer e il man of the match con una prestazione sontuosa, che lo vede realizzare 23 punti nel quarto quarto (8/9 al tiro, 5/6 da tre) e conquistare la prima tripla doppia in carriera: 30 punti, 10 rimbalzi, 13 assist. Alle sue spalle Hayward e PJ Washington con 20 punti e Mark Williams a quota 19, per degli Hornets che si rammaricano per l'errore a 8.4 secondi dal termine: il rookie Brandon Miller aveva la palla del pareggio, ma l'ha gettata via con un'infrazione dei cinque secondi, consentendo a Dallas di chiuderla.
SAN ANTONIO SPURS-TORONTO RAPTORS 116-123 dts
Toronto firma la rimonta della domenica in un match folle, che vede i Raptors scivolare in svantaggio fino al -22 e poi riprendersi con un grande colpo di reni fino a portare gli Spurs all'overtime. Qui si consuma il più clamoroso dei successi per 123-116, che regala la terza vittoria in sette gare agli ospiti, settimi a Est coi Cavs. Dopo lo scatto di Schröder nei minuti iniziali del primo quarto, Wembanyama risponde a tono e firma nove punti nel parziale iniziale, siglando il primo break di San Antonio. Gli Spurs decollano nel secondo quarto, tenendo i Raptors al di sotto del 24% al tiro con una sontuosa difesa e consentendo loro di marcare solo 13 punti. Nasce così il 54-35 di metà gara, che sembra aver già risolto la partita. Nei successivi quarti arriva il +22 che è il massimo vantaggio per Wemby e compagni, che probabilmente si sentono già con la vittoria in tasca e abbassano la tensione. La alzano invece Schröder, Anunoby e compagni, in una serata opaca per Siakam (8 punti). Toronto ci crede, riduce lo scarto e ritrova Scottie Barnes, che si accende e si scatena nell'ultimo quarto. Qui si consuma il più clamoroso dei comeback, firmato proprio da Barnes con il canestro del 110-110 a 1.2 secondi dal termine. Si arriva così al tempo supplementare e la partenza è sprint per Toronto, che marca un parziale da 8-2 e non si fa più riprendere. Wembanyama sbaglia la tripla del potenziale -1 e condanna, di fatto, i suoi al ko per 123-116 dopo l'extratime. Scottie Barnes è il trascinatore dei Raptors, chiudendo con 30 punti, 11 rimbalzi e 6 assist. Alle sue spalle Schröder e Anunoby, appaiati a quota 24. Fondamentale anche l'apporto di Pöltl, arrivato a quota 16 con dieci rimbalzi, mentre Wembanyama non riesce ed evitare il ko degli Spurs: 20 punti, 9 rimbalzi e 4 assist per la stella di San Antonio, 12 dei quali nei primi due quarti. Numeri che non bastano neppure per essere il top-scorer dei suoi: lo scavalcano Keldon Johnson (26) e Collins (21). Gli Spurs conoscono così la terza sconfitta in sei gare e perdono posizioni a Ovest. Ora sono settimi coi Lakers e Okc.
DETROIT PISTONS-PHOENIX SUNS 106-120
Bastano due quarti ai Phoenix Suns per risvegliarsi e seminare i Pistons, mettendo a referto la terza vittoria stagionale in sette gare, che vale la 10a posizione nella Western Conference. Questa volta i Suns non si deconcentrano e allungano il loro margine di quarto in quarto: dal +9 di metà gara al +14 finale, nonostante le assenze prolungate di Beal e Booker. Il trascinatore è, manco a dirlo, Kevin Durant. KD segna 41 punti, un terzo della produzione della squadra, mettendo a referto anche 4 rimbalzi e 5 assist per i Suns. Al suo fianco il migliore è Eric Gordon con 21 punti, in una serata che vede Durant spegnere radicalmente ogni flebile tentativo di rimonta dei rivali. Le percentuali di tiro sono pressochè identiche (50% Suns, 49% Detroit), ma la differenza la fa l'ex di Okc e Golden State. Ai Pistons, molto imprecisi ai liberi (12 canestri contro 26), non bastano i 26 punti di Cade Cunningham e i 22 di Sasser. Arriva così la quinta sconfitta in sette gare, che vale il penultimo posto nell'Eastern Conference in tandem coi Chicago Bulls. Mentre i Suns si sbloccano dopo tre ko consecutivi.
PORTLAND TRAIL BLAZERS-MEMPHIS GRIZZLIES 100-112
Non ci sono più squadre senza vittorie in Nba: è questa la notizia della notte, dopo che i Memphis Grizzlies riescono a sbloccarsi e dare un senso al loro avvio di stagione. Il primo successo stagionale arriva dopo sei ko consecutivi e arriva in trasferta, con un grande ultimo quarto e la vittoria per 112-100 sui Portland Trail Blazers. I Grizzlies restano così ultimi a Ovest (1-6), ma riescono a sbloccarsi dopo una gara che conducevano a metà partita (63-55) e hanno rischiato di veder sfumare con un terzo quarto da incubo (31-19). (De)merito dei Portland Trail Blazers, che si fanno rimontare dal -12 negli otto minuti conclusivi con un parziale-shock da 26-2 e gli errori in tutte le ultime 14 conclusioni tentate dal campo. Ai padroni di casa non bastano dunque i 27 punti di Jerami Grant e i 18 a testa per Sharpe e Brogdon, che mette a referto 11 assist: questo terzetto va in doppia cifra in un'autentica serataccia per Portland, che scivola in 10a posizione (coi Suns) a Ovest. Memphis si gode invece un'altra grande prestazione delle sue star: Desmond Bane chiude a 30 punti, precedendo Jaren Jackson Jr. che ne mette a referto 27. Numeri che, questa volta, valgono la vittoria grazie al suicidio sportivo dei rivali.
Grazie per il tuo commento
Sarà pubblicato al più presto, dopo essere stato visionato dalla redazione
OK