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Nba: Belinelli guida gli Spurs

L'azzurro ne mette 17 nella vittoria per 113-108 contro i Pelicans, LeBron a resta a riposo e Golden State si impone 115-101

03 Feb 2019 - 09:26

Quinta vittoria consecutiva per i San Antonio Spurs che, grazie ai 17 punti di un ispirato Marco Belinelli, superano 113-108 New Orleans. Dopo i 40 minuti nel derby contro i Clippers, LeBron James resta a riposo e Golden State piega le resistenze dei Lakers 115-101. Harden ne mette 43 e Houston abbatte Utah 125-98, mentre Milwaukee si conferma prima della classe a Est grazie al 131-115 rifilato a Washington nel segno di un super Antetokounmpo.

GOLDEN STATE WARRIORS-LOS ANGELES LAKERS 115-101
Il rientro di LeBron James era stato determinante per i Lakers nel successo contro i cugini dei Clippers. Il 'Re', però, non ha ancora nelle gambe due partite consecutive e, contro Golden State, coach Luke Walton decide di fare a meno del suo miglior giocatore. La fatica accumulata nei 40 minuti sul parquet contro i Clippers ha infatti indurito le fibre muscolari d'acciaio di LeBron, che osserva dalla panchina i suoi compagni sciogliersi 115-101 contro gli Warriors. I padroni di casa partono subito fortissimo, chiudendo il primo quarto con un vantaggio in doppia cifra, nonostante le mani fredde di Curry (0/8 dal campo fio a 6 minuti dalla sirena finale). LA, però, non molla e resta aggrappata con le unghie e con i denti alla partita fino all'ultima frazione, quando il numero 30 esplode con 14 punti in fila, che propiziano la fuga dei campioni in carica. Il miglior realizzatore trai Guerrieri della Baia è Klay Thompson, che chiude con 28 punti (10 /15 al tiro), ai quali si aggiungono i 21 di Durant e i 18 (con 10 rimbalzi) di un DeMarcus Cousins sempre più vicino al recupero completo. Dall'altra parte, invece, tutto il quintetto gialloviola chiude in doppia cifra: il miglior realizzatore è Brandon Ingram, che mette a referto 20 punti, ai quali si aggiungono i 12 (con 11 assist) di Rajon Rondo. Grazie a questa vittoria, gli Warriors cancellano il ko subito contro i Philadelphia 76ers e restano al primo posto della Western Conference insieme con i Denver Nuggets.

SAN ANTONIO SPURS-NEW ORLEANS PELICANS 113-108
L'ennesima invasione di pipistrelli al AT&T Center di San Antonio coincide con l'ennesima vittoria degli Spurs, la quinta consecutiva, che continuano la propria risalita nella Western Conference. Questa volta ad alzare bandiera bianca contro gli Speroni sono i New Orleans Pelicans, che si arrendono 113-108. Gli ospiti, ancora alle prese con le pesanti assenze di Mirotic, Moore, Payton e Randle, devono fare a meno anche di Anthony Davis, che aspetta, con pazienza, il giorno della sua imminente cessione. Non certo le premesse migliori per affrontare una delle squadre più calde della lega. Eppure, nonostante tutte le avversità, i Pelicans giocano una partita tosta, sfiorando una incredibile rimonta nell'ultimo periodo, in cui l'attacco di San Antonio si ferma a 19 punti dal campo, recuperando da uno svantaggio di 22 punti a sei minuti dalla sirena. Il migliore tra le fila degli Spurs è il solito LaMarcus Aldridge, che chiude con 25 punti, a cui aggiunge anche 14 rimbalzi. Ancora una volta, però, risulta determinante il contributo di Marco Belinelli, che si fa trovare pronto uscendo dalla panchina, con 17 punti in meno di 24 minuti di gioco e un eccellente 7/10 al tiro. Il 'Beli' realizza gli stessi punti di Rudy Gay, che aggiunge anche 8 rimbalzi e 3 assist. Per i Pelicans, a non far rimpiangere l'assenza di Davis, ci prova Frank Jackson, che chiude con 25 punti. A questi si aggiungono i 15 a testa per Jrue Holiday e Ian Clark, più altri tre giocatori in doppia cifra come Cheick Diallo (13), Kenrich Williams (12+8 rimbalzi) e Darius Miller (11).

UTAH JAZZ-HOUSTON ROCKETS 98-125
Dopo la sconfitta contro i Denver Nuggets in cui aveva visto seriamente in pericolo la propria striscia di 'trentelli' consecutivi (siamo ora a quota 26!), James Harden torna il solito marziano e abbatte gli Utah Jazz con una prestazione da 43 punti. I Rockets dominano dall'inizio alla fine, senza mai voltarsi indietro fino al 125-98 finale, inferto a una delle squadre più in forma di tutta la lega. Il 'Barba' è il solito cecchino dalla lunetta del tiro libero, chiudendo con un perfetto 15/15, e anche dal campo aggiusta le sue percentuali, infilando 12 dei 22 tiri tentati. Tutta Houston viaggia su ritmi indiavolati e Mike D'Antoni trova un prezioso contributo anche da chi esce dalla panchina: sono 25 i punti di Gerald Green e 16 quelli di Austin Rivers. Senza Chris Paul e Clint Capela, Harden è costretto a caricarsi tutto il peso dell'attacco dei razzi texani sulle spalle, non certo una situazione nuova per il numero 13 di Houston, abituato a non condividere più di tanto il pallone con i propri compagni. Dall'altra parte, invece, Utah non entra mai in partita e si deve accontentare delle briciole: l'unico a crederci fino in fondo è Donovan Mitchell, che chiude con 26 punti, a cui aggiunge anche 6 rimbalzi e 9 assist. Scarso, però, il contributo del supporting cast, con il gigante francese Rudy Gobert che chiude con una doppia doppia da 10 punti e 13 rimbalzi e poco altro. Una sconfitta che rischia di mettere nei guai i Jazz, che restano sì al settimo posto nella Western Conference, ma che vedono riavvicinarsi pericolosamente i Clippers, vittoriosi contro Detroit.

MINNESOTA TIMBEWRWOLVES-DENVER NUGGETS 106-107
Se i Golden State Warriors hanno avuto vita facile contro i Los Angeles Lakers privi di LeBron James, lo stesso non può dirsi per i Denver Nuggets, che devono sudare le proverbiali sette camicie per avere ragione 107-106 dei coriacei Minnesota Timberwolves. La sesta vittoria consecutiva per la squadra allenata da coach Mike Malone arriva solo al fotofinish, con Luol Deng che spedisce sul ferro la tripla che avrebbe potuto regalare il sorpasso ai T'Wolves a meno di 2 secondi dalla sirena finale. L'eroe per i Nuggets è sempre il solito Nikola Jokic, che realizza l'ennesima tripla doppia della propria stagione (la seconda consecutiva), chiudendo con 13 punti, 16 rimbalzi e 10 assist. L’ennesima dimostrazione di maturità quella del gigante serbo anche al cospetto di uno dei centri destinati a dominare la lega in futuro: Karl-Atnohny Towns. Il dominicano gioca una partita eccezionale, dando vita a un duello rusticano con Jokic non adatto ai deboli di cuore, e chiudendo con 31 punti e 12 rimbalzi. Troppo poco, però, il contributo dei compagni: sono 15 i punti di Jerryd Bayless, che aggiunge anche 10 assist, mentre si ferma a 10 Andrew Wiggins, falloso al tiro. Denver, invece, oltre al già citato Jokic, manda due giocatori sopra quota 20 punti: sono 22 quelli di Malik Beasley, che sta attraversando un momento di forma eccezionale, e 20 quelli di Will Barton. Sono 19, con 9 rimbalzi, infine, quelli di Trey Lyles uscendo dalla panchina.

SACRAMENTO KINGS-PHILADELPHIA 76ERS 115-108

La sorpresa della notte Nba arriva da Sacramento dove i Kings superano Philadelphia 115-108. Una vittoria, quella dei californiani, che conferma due teorie largamente diffuse e condivise in giro per gli States. La prima afferma che, se in serata, i Kings possono battere davvero chiunque in questa lega. La seconda, invece, sostiene la profonda immaturità di Philadelphia, che non riesce a dare continuità alla bella affermazione contro Golden State di due notti fa, al cospetto di un avversario decisamente più abbordabile dei campioni in carica. Un successo che Sacramento si costruisce nel primo tempo e che riesce a gestire nella ripresa senza scomporsi e senza cedere al tentativo di rimonta dei Sixers. Il miglior marcatore tra le fila dei Kings è Buddy Hield, autoproclamatosi il Curry di Sacramento, che chiude con 34 punti dal campo e un invidiabile 7/13 dall’arco, degno del miglior Steph. A questi, si aggiungono i 38 della coppia Fox-Cauley-Stein (19 punti a testa) e i 14 (con 13 rimbalzi) di Marvin Bagley III, uscendo dalla panchina. A Philadelphia, invece, non bastano tre giocatori sopra quota 20 punti. Gli All-Star dei Sixers sono gli unici a segnare: ne arrivano 22 (con 8 rimbalzi) da Ben Simmons, a cui si aggiungono i 29 a testa di Embiid e Butler. Il primo cattura anche 17 rimbalzi, confermandosi il centro più in forma di tutta la lega, ma non basta.

PHOENIX SUNS-ATLANTA HAWKS 112-118
Ce l'hanno messa tutta fino in fondo i Phoenix Suns per provare a interrompere l'emorragia, ma contro gli Hawks arriva il ko numero 43 in stagione regolare, il decimo in fila per Booker e compagni. Atlanta passa 118-112, trovando l'allungo decisivo solo nel finale dopo una partita caratterizzata dal grande equilibrio. Gli ospiti, che tirano meglio dal campo e dominano a rimbalzo, perdono, però, la bellezza di 24 palloni, consentendo ai giovani e razzenti Suns di trovare ben 33 punti in contropiede: decisamente troppi anche per una squadra che non fa certo della difesa il proprio punto di forza. Il mattatore della sfida è John Collins, che gioca una partita da incorniciare, chiudendo con una doppia da 35 punti e 16 rimbalzi, approfittando delle enormi difficoltà sotto alle plance di Phoenix. A questi, si aggiungono anche i 27 (con 7 rimbalzi e 8 assist) del rookie Trae Young, che prosegue il proprio periodo eccellente di forma. Ai Suns non bastano i tre giocatori sopra quota 20 punti. Il miglior realizzatore è il solito Devin Booker, che sfiora la tripla doppia chiudendo con 32 punti, 10 assist e 8 rimbalzi, ai quali si aggiungono i 25 di Josh Jackson e i 20 di Mikal Bridges. Troppo scarso, invece, il contributo dell'altro rookie in campo, DeAndre Ayton, che chiude con 13 punti e 11 rimbalzi.

DETROIT PISTONS-LOS ANGELES CLIPPERS 101-111
Una partita da ricordare a Detroit. Ancora senza Danilo Gallinari, vittima di un infortunio alla schiena, i Los Angeles Clippers trovano una vittoria tanto importante quanto incredibile in chiave play-off. Soprattutto per come è arrivata. Sul campo dei Pistons li attende anche il grande ex Blake Griffin (24 punti a fine gara), che sembra inarrestabile per tre quarti di partita ed è un fattore decisivo per portare Detroit sul +23 con 17 minuti da giocare. I Clippers rimontano a cavallo tra il terzo e l'ultimo quarto, con un parziale clamoroso di 29-6. I Pistons non fanno i conti con i Clippers, ma soprattutto non li fanno con Lou Williams, che nell'ultimo quarto segna ogni pallone che gli passa per mano e realizza 16 punti consecutivi per i suoi. Williams chiude con 39 punti e il suo season-high. Per i Clippers è la più grande rimonta in regular season nella storia della franchigia. Los Angeles allunga su Sacramento per l'ottava posizione a Ovest, Detroit è nona a Est e rischia sempre di più di perdere il treno dei play-off.

CHARLOTTE HORNETS-CHICAGO BULLS 125-118
Kemba Walker ha di che festeggiare. Per la prima volta partirà nel quintetto iniziale nell'All-Star game, ma la scena allo Spectrum Center la ruba, almeno inizialmente, Bobby Portis, autore di 28 punti nella prima metà di gara (sarà poi il top-scorer dei Bulls con 33 punti). In grande evidenza anche Lauri Markkanen, che ne realizzerà 30. E così, Chicago all'intervallo lungo è avanti di 9. Pochi, pochissimi se si ha di fronte Walker, che realizza 15 dei suoi 37 punti nell'ultimo quarto, con un 5/6 dal campo, e guida un parziale di 18-4 che schianta i Bulls. Jim Boylen, coach di Chicago, prima della partita lo aveva definito un “mostro” che con i suoi canestri impensabili è capace di abbattere il morale delle difese avversarie. Non deve aver cambiato opinione, a giudicare da come Walker fa impazzire LaVine e Markkanen nell'ultimo periodo. Gli Hornets vincono 125-118, pareggiano il bilancio tra vittorie e sconfitte e consolidano la loro posizione in chiave play-off, anche approfittando del ko di Detroit. Per i Bulls arriva invece la 41esima sconfitta in stagione, a fronte di sole 12 vittorie.

ORLANDO MAGIC-BROOKLYN NETS 102-89
Che Nikola Vucevic sia il giocatore-chiave di Orlando, lo dicono i numeri. Anche nella vittoria contro i Nets il montenegrino mette a referto 24 punti. Che divida questo ruolo con Jonathan Isaac e Wes Iwundu, almeno per una partita, è meno scontato. Vucevic, primo giocatore di Orlando a partecipare a un All-Star game dopo Dwight Howard (2012), è come al solito dominante al centro, ma sono i 10 punti di Iwundu (tutti arrivati a cavallo del terzo e dell'ultimo quarto) ad accendere i Magic nella fase decisiva della partita, poi messa in ghiaccio anche dalla solidità difensiva di Isaac, autore della seconda doppia-doppia consecutiva (10 punti e 12 rimbalzi). A Brooklyn, disastrosa al tiro nell'ultimo quarto, non bastano i 23 punti di D'Angelo Russell: per i Nets arriva la terza sconfitta in quattro match. A Est rimangono sesti, mentre Orlando accorcia il distacco da Miami, ottava nella Eastern Conference.

WASHINGTON WIZARDS-MILWAUKEE BUCKS 115-131
Sempre lui, Giannis Antetokounmpo, è decisivo per l'ennesima vittoria dei Milwaukee Bucks, la terza di fila, la ventesima nelle ultime 24 partite. Il greco ne mette 37 a referto, con 10 rimbalzi, e realizza tutti i 17 tiri liberi, in una serata perfetta dalla lunetta per i Bucks (24 su 24). Milwaukee domina sin dall'inizio (38-26 nel primo quarto) e va al riposo lungo sul +23. Sorrisi e volti distesi la fanno da padrone: Brook Lopez aggiunge 21 punti e Khris Middleton ne fa 20. Una rilassatezza che viene solo parzialmente punita da Washington nel terzo quarto. Per i Wizards il top-scorer è Bradley Beal, che realizza 24 punti. Milwaukee continua a dominare ad Est: adesso il record è di 38-13. Washington sempre più lontana dai play-off, con un bilancio negativo di 22-30, tra vittorie e sconfitte.

CLEVELAND CAVALIERS-DALLAS MAVERICKS 98-111
Luka Doncic scrive ogni giorno un pezzettino di storia. Sin dall'inizio mette a ferro e fuoco la difesa di Cleveland, e dipinge basket su un parquet che fino a pochi mesi fa ospitava LeBron James. Lo sloveno ne fa 28 nella prima metà di gara: l'ultimo rookie a esserci riuscito fu Blake Griffin nel 2011. A fine match farà il suo season-high con 35 punti. Soprattutto, è il sesto giocatore dal 2000 a raggiungere i 1.000 punti in Nba prima di compiere 20 anni. Anche la prestazione super di Doncic non basta a mettere in cassaforte immediatamente la vittoria: a Dallas servono i punti di Brunson e le triple di Barnes (13 punti nell'ultimo quarto) per il successo. A Cleveland, penultima a Est, non bastano i 19 punti di Clarkson. Dallas continua la sua rincorsa ai play-off nella Western Conference.

MIAMI HEAT-INDIANA PACERS 88-95
I Pacers interrompono la striscia di quattro sconfitte consecutive, vincendo a Miami anche senza l'infortunato Victor Oladipo (per lui stagione finita). La partita scorre sui binari dell'equilibrio fino all'intervallo lungo, chiuso sul 54-53 per Miami. Indiana mette però la freccia nel terzo quarto, segnando i primi 10 punti del periodo in appena due minuti, e portandosi poi sul +18. Il vantaggio viene gestito anche da una grande difesa che nell'ultimo quarto concede solo 11 punti a Miami, cui non bastano i 21 punti di Dwayne Wade. Per gli Heat arriva la terza sconfitta consecutiva in casa. Tra i Pacers grande prestazione di Bojan Bogdanovic, autore di 31 punti. A Est, Indiana raggiunge Boston al quarto posto, mentre Miami rimane ottava.

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