Nba, a Ovest arrivano gli Spurs di Belinelli

San Antonio ha finalmente trovato la sua dimensione vincente

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Guai a dimenticare gli Spurs. San Antonio torna a farsi pericolosa a Ovest. Nelle ultime 15 partite dopo la doppia sconfitta con Jazz e Lakers, la squadra di Popovich mette a referto 12 vittorie e sole 3 sconfitte. Merito di un gruppo che sta prendendo forma, trovando la giusta dimensione per tutte le sue componenti. Innanzitutto DeMar Derozan sta capendo che il Texas non è il Canada. Che non può e non deve fare tutto da solo, ma può condividere i palloni con i propri compagni. Si alza il numero dei suoi assist e ne beneficia il gruppo. Mantiene una media di oltre 22 a partita, seguito da LaMarcus Aldridge, un battito di ciglia sotto i 20. I giocatori da tenere sott'occhio però sono altri. Bryn Forbes, Derrick White e Jakob Poeltl stanno guadagnando spazio, diventando sempre più incisivi, allungando una lista che comprende Rudy Gay, Patty Mills e Davis Bertans, uno dei migliori tiratori da 3 punti dell'intera NBA.

Un capitolo a parte merita naturalmente Marco Belinelli. Il bolognese colleziona una presenza in campo di quasi 22 minuti a gara, sfiora i 10 punti, ma soprattutto è un elemento indispensabile nello spogliatoio. Ruolo riconosciuto dai compagni, da Ettore Messina e soprattutto da Pop. Lo ha rivoluto in Texas perché un esempio per i più giovani, oltre che in grado di contribuire dalla panchina come pochi altri in tutta la lega. In termini di percentuali il 36% dalla lunga distanza e l'89 dalla lunetta sono di tutto rispetto, mentre potrebbe far meglio nel computo generale dal campo. Ma il suo rendimento non può essere racchiuso nei numeri perché il Beli, nel primo anno post Ginobili, ha ben altra importanza e vuole tornare a lottare per traguardi importanti perché, per il momento, resta l'unico azzurro con al dito un anello di campione NBA.

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