Dall'Olimpia Milano a Pistoia, tutto il mondo della pallacanestro tricolore sta ricordando il padre di Kobe, morto a 69 anni a causa di un infarto
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Se il rapporto con l'Italia di uno dei più grandi della storia, Kobe Bryant, era così stretto ed entusiasmante, il merito è stato esclusivamente di una persona che, passata a miglior vita nella giornata di ieri (16 luglio 2024), sta ricevendo il meritato ricordo da chi l'ha potuta conoscere da vicino: Joseph Washington Bryant, per tutti Jellybean, papà del futuro #8 e #24 dei Los Angeles Lakers.
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Dal 1984 al 1991, 7 stagioni tra Serie A e A2 direttamente dall'esperienza NBA. L'arrivo a Rieti in A2, allenato da coach Nico Messina - "Se in questa città amiamo la pallacanestro è anche per merito di campioni come te che oltre al Basket ci hanno fatto amare la Sebastiani. Ora puoi riabbracciare Kobe come quando lo stringevi da piccolo girando per le strade di questa Città", il ricordo della Real Sebastiani - è il preludio ad altre due esperienze nell'allora seconda serie della pallacanestro italiana, imparagonabile per livello competitivo a quella attuale: dal Lazio a Reggio Calabria, dove registra il massimo in carriera per punti segnati in maglia Viola nel 1987 (69!) e poi a Pistoia.
Per concludere, un paio di anni nella massima serie a Reggio Emilia, sponsorizzata prima Cantine Riunite e poi Sidis, dove il ricordo di Kobe è sempre rimasto indelebile grazie alle prestazioni e all'influenza del padre: "Pallacanestro Reggiana si unisce con grande dolore al cordoglio per la scomparsa, all'età di 69 anni, di Joe Bryant, padre del compianto Kobe e leggendario atleta del nostro Club dal 1989 al 1991. Bryant ha giocato 68 partite in due stagioni nella massima serie con la maglia biancorossa, segnando più di 1400 punti. RIP, JOE", il messaggio rilasciato via social dai biancorossi.
Non solo basket giocato, ma anche esperienze successive. Non da coach, carriera trascorsa specialmente in WNBA o nell'Estremo Oriente, bensì da imprenditore.
L'Olimpia Milano ha deciso di ricordarlo sottolineando come, nel luglio 1999, la famiglia Bryant abbia acquistato una parte ingente delle quote societarie dell'allora Stefanel verso Pasquale Caputo. L'imprenditore italoamericano divenne presidente delle Scarpette Rosse e, proprio per la grande partecipazione nell'investimento, il vicepresidente fu proprio Joe "Jellybean".
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