MONDIALI BASKET

Italia, contro gli Usa servirà la partita perfetta ma non partiamo battuti

La nostra nazionale di basket è in corsa e le sorprese potrebbero ancora non essere finite

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Cominciamo con il dire che non è che con la Lituania sarebbe stata una passeggiata, anzi. Ci sono gli Stati Uniti, va bene, è un campionato del mondo, e i più forti ci sono per forza. E poi che avremmo incontrato una delle due lo si sapeva, quindi anche se qualcuno avrebbe preferito evitare gli americani si metta l’anima in pace, ci toccano e li affronteremo con lo spirito di sempre. Squadra di grande talento, e non poteva essere altrimenti, quella allenata da Steve Kerr ed Erik Spoelstra, anche se già a sentire questi nomi vengono i brividi. Soprattutto squadra con tanta voglia di portarsi a casa lo scettro di campioni del mondo, a differenza di tante altre nazionali Usa del passato, soprattutto da quando sono entrati in lizza anche i professionisti della NBA,  che andavano in giro per il mondo quasi a fare una scampagnata.

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Squadra che ha in Anthony Edwards il suo top scorer, anche se i suoi 35 punti non sono bastati a stendere la Lituania: la guardia di Minnesota ha chiuso con 20.2 di media, giocatore con tanti punti nelle mani così come in quelle del losangelino Reaves, anche qui leader ombra così come gli è accaduto essere nei Lakers. E poi c’è l’uomo più atteso, o per lo meno da quello che scatena di più l’immaginario collettivo italiano, parliamo di Paolo Banchero.

Lo abbiamo desiderato per mesi, ora ce lo troveremo di fronte, l’ala degli Orlando Magic in 6 partite ha chiuso con 10.2 punti di media e tirato giù 3.4 rimbalzi, ma dopo la partenza lanciata contro la Nuova Zelanda, 21 punti a referto, si è assestato attorno agli 8 di media. Ma se conosciamo bene il carattere e lo spirito dei nostri, la voglia di giocare un brutto scherzetto a colui che è stato atteso e desiderato per mesi come un nuovo messia della nostra pallacanestro, sarà davvero tanta e darà ulteriori motivazioni, semmai ce ne fosse bisogno, ai nostri azzurri.  

Ma gli Usa sono pur sempre gli Usa, inutile fare distinzioni di ruolo o dare un’occhiata ai referti precedenti: gente come Jalen Brunson e Jaren Jackson può mettere il trentello in qualsiasi momento, il potenziale offensivo degli americani è enorme anche se sotto canestro l’unico centro di ruolo rimane Walker Kessler, che però sinora è fermo a 0.8 rimbalzi di media. Per certi versi, senza paragoni irriverenti, l’Italia è molto simile agli Usa come caratteristiche, entrambe le squadre si basano molto sul tiro da fuori e i nostri, partita dopo partita, le percentuali le hanno decisamente aggiustate.

Certo, contro gli Usa servirà la partita perfetta, o quasi, ma la squadra di Pozzecco, questa squadra, non parte certo battuta, la sua capacità di reazione, la coesione tra i ruoli, il grande potenziale offensivo nelle mani di gente come Fontecchio e Spissu, la presenza dirompente di gente come Melli e Tonut, ha trovato conforto anche nella crescita costante di giocatori come Paiola e Severini e quindi Pippo Ricci, oggi forse il vero uomo in più di questa squadra. Discorso a parte merita Gigi Datome: per lui gli aggettivi sono esauriti, la voglia di chiudere una carriera brillantissima magari con uno sgambetto agli americani e un traguardo mondiale alla vigilia impossibile da immaginare, sarebbe il regalo più bello per il numero 70 azzurro. La vigilia è di quelle che fanno tremare le gambe, e siamo solo ai quarti di finale, quelli che comunque vedono l’Italia tra le migliori otto squadre del mondo. Con spagnoli e francesi che staranno a guardare, questa è davvero una gran bella soddisfazione. Ora parli il campo, i bilanci si faranno comunque alla fine, la nostra nazionale di basket è ancora in corsa nel campionato del mondo. E le sorprese potrebbero ancora non essere finite.

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