Basket, Serie A: prima gioia per Avellino, maratona Cremona contro Trento

Gli irpini piegano Cantù, la Vanoli passa in Trentino dopo due overtime

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I vicecampioni d'Italia di Trento partono con una sconfitta casalinga nel campionato di basket. La Vanoli Cremona si impone, al termine di un match tiratissimo, dopo due overtime per 104-99 con 29 punti di Saunders e 20 di Crawford, per Trento 19 di Radicevic e 17 di Flaccadori. Nel pomeriggio, la Sidigas Avellino aveva battuto per 98-81 la Red October Cantù: gli irpini ringraziano un monumentale Green (32 punti).

Partita da subito gradevole, avvio favorevole alla Vanoli Cremona con Mangok a dominare sotto i tabelloni e Demps ed Aldridge a scaldare la mano. Dopo 5 minuti è 13-9 per gli ospiti, Trento non riesce ad entrare in ritmo soprattutto in attacco, soffrendo la difesa efficace degli uomini di Sacchetti e si tiene a galla solamente grazie alle invenzioni di Marble che mette a segno 7 punti rappresentando quasi la totalità dell'attacco dei vicecampioni d'Italia. Al primo intervallo è 19-15, Trento fatica ma abbassando i ritmi resta a contatto. Secondo quarto in cui prevalgono le difese, costringendo gli attacchi a tiri difficili, ma l'impressione migliore la desta sempre Cremona, che al 15' è a + 9 (30-21), con Crawford valore aggiunto. Trento capisce di dover aumentare l'intensità sui due lati del campo e Hogue propizia un 8-0 che vale il -1. Cremona è costretta a scelte di tiro difficili (all'intervallo, solo 2/16 dalla distanza) ma risponde con sette punti filati di Saunders, primo ad andare in doppia cifra, e va a +6 all'intervallo lungo (37-31).

Trento rientra con un'altra faccia, difesa ermetica e 10-4 immediato per tornare in parità a quota 41, con cinque punti consecutivi di Flaccadori. Problemi di falli per Mangok, Cremona trova punti dalle mani di Ricci e Diener per tornare avanti sul +7 (45-52): il tiro da fuori inizia a funzionare per gli ospiti e gli uomini di Boscaglia vanno ancora in affanno, anche perché senza Hogue in panchina per gestire i falli. La Vanoli manca però di killer istinct per uccidere il match, sprecando troppo sul più bello e graziando Trento, che in qualche modo resta sempre lì. La tripla di Radicevic sulla sirena del terzo quarto vale il -4 (52-56), che diventa nuovamente parità con un immediato 4-0 di parziale al ritorno in campo. Trento beneficia del ritorno in campo di Hogue, ma difende male sul perimetro e Aldridge e Crawford tornano letali.

L'ultimo quarto è un colpo su colpo senza un attimo di respiro, Trento trova il primo vantaggio della gara con Petinho da tre e allunga addirittura con Radicevic, che nonostante i quattro falli diventa trascinatore (74-69). Cremona non muore mai e trova il 74 pari entrando nell'ultimo minuto, Radicevic e Saunders si rispondono da tre ed è supplementare. Nell'overtime Saunders prova a caricarsi sulle spalle Cremona, ma Trento sfodera il tiro dalla distanza: due volte Petinho e una Marble, che non aveva più segnato dopo il primo quarto, siglano il +4 ma una magia di Crawford, con palla rubata e canestro successivo, mette ancora il punteggio in parità a quota 89 mandando la gara ad oltranza. Stanchezza notevole per entrambe, Cremona ne ha di più e nel balletto dei tiri liberi Saunders è quasi perfetto trascinando i suoi a una vittoria meritata.

A Pistoia – gara in campo neutro per il secondo turno di squalifica del Pala Del Mauro di Avellino per i disordini nei playoff dello scorso anno contro Trento – parte meglio Cantù, che per metà del primo quarto tiene botta e sale sul 14-10, con Mitchell che inizia con grande efficacia, trovando 7 punti. Gli irpini sembrano in difficoltà, ma poi inizia lo show di Green, che comincia a bombardare la retina, risultando assolutamente immarcabile. Primo quarto da leggenda, con 18 dei 32 punti di Avellino, che al primo intervallo ribalta la situazione piazzando un break di 22-6, per il +12 di fine primo quarto. Ritmi folli anche nel secondo quarto, con Cantù che trova anche buone percentuali da due. A fine primo tempo sarà 55% da dentro l'area, il problema per i lombardi è il tiro da fuori: solo 3/13 nella prima frazione. E' in particolare su quel fondamentale che Avellino scava la differenza (9/16 per un notevole 56%), confermando i dodici punti di vantaggio all'intervallo (58-46). Il secondo quarto vive in realtà di break e controbreak, con Avellino che prima trova il +15 (37-22), poi vede gli avversari ricucire di dieci punti (46-41). Udanoh, primo ad andare in doppia cifra tra gli ospiti, tiene botta per i canturini dentro l'area, per gli uomini di Vucinic se Green rallenta, fisiologicamente (ma è fondamentale con i suoi 13 rimbalzi totali difensivi), alzano il fatturato Cole e Costello.

A inizio terzo quarto Cantù prova una reazione, con Gaines che entra finalmente in partita, a rispondere ci pensano di nuovo Cole e Costello. Si continua a correre da una parte all'altra, le percentuali fatalmente scendono per entrambe le compagini. La Red October prova a limitare gli avversari e a rientrare con una difesa particolarmente aggressiva (che però si ripercuote sulla situazione falli, in quattro a tre quarti di gara sono con tre falli), ma sul perimetro la Sidigas fa sempre male: il primo canestro di Filloy vale di nuovo il +14 (74-60), che poi si dilata fino al +18 (80-62). Partita finita? No, si prosegue a suon di break e controbreak: a cavallo tra terzo e quarto quarto i soliti Udanoh e Gaines scrivono un 7-0 per provare a riavvicinare di nuovo Cantù, ma arriva, prontamente, in risposta, il 6-0 avellinese targato Green per riportare i suoi a +17. Da lì, gli irpini possono gestire agevolmente fino al termine fino alla conclusione e si candidano ad un altro torneo da protagonisti. Cantù battuta, ma le potenzialità ci sono.

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