NBA

Basket, Nba: crollo Lakers a Memphis, Houston piega Boston al supplementare

Los Angeles travolta 105-88 dai Grizzlies, guidati dai 27 punti di Morant. I texani passano 111-110 al TD Garden con 41 punti di Westbrook

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Nella notte di Nba sorprende il crollo dei Lakers a Memphis: finisce 105-88 per i Grizzlies, guidati dai 27 punti di Ja Morant, mentre LeBron James si ferma a 19. Spettacolo al TD Garden, dove Houston piega Boston per 111-110 dopo un supplementare: un buzzer beater di Jaylen Brown forza l'overtime, i Rockets trionfano grazie a 41 punti di Russell Westbrook. Per Marco Belinelli solo due punti nella vittoria di San Antonio su Orlando.

MEMPHIS GRIZZLIES-LOS ANGELES LAKERS 105-88
Sorpresa al FedExForum: Memphis travolge Los Angeles con una grande prestazione del rookie Ja Morant, che vince il duello personale contro Sua Maestà LeBron James (19 punti e dieci assist, con 8/18 dal campo e solo 2/8 da tre). I Grizzlies mettono fine alla striscia di cinque sconfitte consecutive battendo la squadra che in questo momento affronterebbero ai playoff della Western Conference: Morant condisce la sua prestazione con 14 assist e tante giocate utili in attacco e in difesa, come i sei rimbalzi, ma per Memphis sono molto utili anche i 24 punti di Dillon Brooks e i 22 di Jonas Valanciunas. Una sentenza il lituano sotto le plance: ben 20 rimbalzi e duello personale con Anthony Davis stravinto (The Brow si ferma a 15 punti e nove rimbalzi). I gialloviola californiani si leccano le ferite: mai avevano realizzato così pochi punti in stagione, pesa soprattutto il 9/36 dalla lunga distanza che sporca la percentuale al tiro abbassandola fino al 41%. Quasi mai in partita i leader della Western Conference, che precipitano anche a -22 nel terzo quarto, mentre Memphis continua ad avere un attacco equilibrato. Solo a sette minuti dalla fine i Lakers danno l'impressione di aver ancora qualcosa da dire, andando a -9 (90-81) dopo un break di 7-0, ma Memphis torna sul +18 in un amen e coach Frank Vogel si arrende, schierando le riserve. Poco male per i losangelini, che restano primi a Ovest con un record di 45-13 e un cospicuo vantaggio sui cugini dei Clippers; Memphis (29-31) si porta a due gare e mezzo su New Orleans.

BOSTON CELTICS-HOUSTON ROCKETS 110-111 OT
“Abbiamo messo molta attenzione difensiva contro James Harden, il problema è che ci siamo dimenticati di fronteggiare l'altro Mvp”: parole di Jaylen Brown, che è riuscito a forzare il supplementare con un buzzer beater inusuale (libero sbagliato intenzionalmente da Jayson Tatum, rimbalzo fortunoso che finisce proprio sulle mani di Brown e tripla del 104 pari). La guardia di Boston si riferisce chiaramente a Russell Westbrook, che in casa dei Celtics sfodera una prestazione da 41 punti, con un ottimo 16/27 al tiro. Il “Barba” ha invece le polveri bagnate per gran parte del secondo tempo, concludendo la sua prestazione con 21 punti e otto assist, ma anche cinque palle perse e un brutto 7/24 dal campo. Suoi, però, i punti che valgono la vittoria: il layup del 109-108 e i liberi del 111-110 definitivo a 24.3 secondi dalla fine, con Brown che fallisce il colpo del sorpasso a ridosso della sirena. Bravi i ragazzi di Mike D'Antoni a recuperare dal -17 del primo tempo: certo, diventa tutto più facile se Brodie infila la 30esima partita consecutiva con almeno un “ventello” a referto. Per Houston buona anche la prestazione di Robert Covington: 16 punti e altrettanti ribalzi. In classifica i texani (39-20) sono quarti a Ovest e vanno a una gara da Denver, mentre Boston (41-18) rimane saldamente al terzo posto a Est.

MIAMI HEAT-BROOKLYN NETS 116-113
Il brutto febbraio di Miami si chiude con una vittoria su Brooklyn arrivata grazie ai canestri decisivi nel finale di Goran Dragic (autore anche di un buzzer beater all'intervallo) e a un libero di Jimmy Butler, che respingono la rimonta poderosa degli ospiti. Gli Heat infatti si fanno quasi riprendere dal +14 con cui conducevano a otto minuti e mezzo dalla fine: i Nets accorciano fino al -1 degli ultimi 11 secondi, firmato da una tripla di Joe Harris dopo che Dragic aveva interrotto un parziale di 7-0 di Brooklyn. È un passaggio sbagliato di Spencer Dinwiddie (comunque topscorer di serata con 25 punti) a spegnere le speranze dei Nets, che con un record di 26-33 sono a mezza gara da Orlando. Brooklyn occupa comunque una posizione, l'ottava, che le permetterebbe di fare i playoff a Est, cosa di cui è praticamente certa Miami (38-22). Gli Heat sono infatti quarti con una gara di vantaggio su Philadelphia.

CLEVELAND CAVALIERS-INDIANA PACERS 104-113
Regna l'equilibrio per gran parte della gara alla Rocket Mortgage FieldHouse: 15 situazioni di pareggio e 12 cambi al vertice. I punti decisivi arrivano però nel finale: Malcolm Brogdon realizza il canestro del definitivo sorpasso a 6'41” dal termine (96-95), i punti di Victor Oladipo, T.J. Warren e dello stesso Brogdon consolidano la leadership dei Pacers, poi sigillata definitivamente dalla tripla di Myles Turner (111-104) a 59 secondi dalla sirena. Cleveland non realizza più canestri e Brogdon può andare per i liberi della staffa. Il miglior realizzatore di Indiana è Warren con 30 punti e un grande 14/20 dal campo. Ottime medie al tiro anche per Brogdon (9/13, 22 punti) e Domantas Sabonis (8/13, 18 punti). Andre Drummond è il topscorer con 27 punti: una piccola consolazione in casa Cavaliers, che in classifica restano il fanalino di coda dell'Est con un record di 17-43; Indiana (36-24) è invece sesta a una gara da Philadelphia.

SAN ANTONIO SPURS-ORLANDO MAGIC 114-113
Avanti per tutta la partita, San Antonio rischia di buttare via il match nell'ultimo quarto, andando sotto anche di sei lunghezze in casa contro Orlando dopo una tripla di Terrence Ross. Gli Spurs però restano con la testa nella partita e con un break di 7-0 a firma di Dejounte Murray, Trey Liles e Patty Mills si riportano avanti. Si gioca punto a punto fino alla fine, anzi fino agli ultimi possessi: Bryn Forbes porta gli Spurs sul +3 (114-111) con una bomba dalla lunga distanza che fa esplodere l'AT&T Center e costringe al timeout coach Steve Clifford. I Magic si riportano sotto con un canestro di Marlelle Fultz e hanno nelle mani di Evan Fournier il colpo del k.o., ma il francese (topscorer di serata con 23 punti) viene limitato dall'ottimo lavoro difensivo di Mills, che assicura una vittoria preziosa alla banda di Popovich: San Antonio (25-33) è decima a Ovest, Orlando (27-33) mantiene mezza gara di vantaggio su Brooklyn e rimane settima a Est. Il miglior realizzatore dei neroargento è Trey Lyles con 20 punti, mentre Marco Belinelli non riesce a incidere con due punti in appena cinque minuti di utilizzo.

ATLANTA HAWKS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 129-117
Le doppie doppie di Trae Young (25 punti e 15 assist) e John Collins (24+10 rimbalzi) danno ad Atlanta la seconda vittoria consecutiva. Gli Hawks, la squadra peggiore dalla lunga distanza di questa Nba, trovano stavolta un buon 42.9% collettivo. A bombardare da tre è soprattutto De'Andre Hunter, autore di sei triple su nove tentativi. Il giocatore deputato a realizzarne di più, Young, si ferma a un misero 1/10, mettendo però a posto il suo tabellino con la perfezione alla lunetta (10/10) e un 60% da due. La gara si decide nel terzo quarto, terminato 44-34 per i padroni di casa, mentre a tre minuti dalla fine i Trail Blazers (26-35) crollano anche a -16 con le triple consecutive di Hunter e Collins. A Portland non bastano i 35 punti di CJ McCollum: in Oregon hanno bisogno come il pane del ritorno di Damian Lillard, malgrado McCollum stia viaggiando a grandi cifre senza Dame. In chiave-playoff non tutto è perduto, ma serve cambiare marcia: al momento Portland è 11esima a Ovest. Atlanta (19-43) è invece terz'ultima a Est.

PHOENIX SUNS-GOLDEN STATE WARRIORS 99-115
Malgrado abbia solo otto giocatori disponibili, Golden State (13-47) sorprende Phoenix e la costringe al terzo k.o. consecutivo. Per i vicecampioni in carica arrivano 25 punti da un Eric Paschall in uscita dalla panchina e altri 20 da un buon Damion Lee. In doppia cifra tutta Golden State tranne Juan Toscano-Anderson (cinque punti). I Guerrieri della Baia, che devono ancora aspettare per vedere in campo Steph Curry (il cui ritorno è slittato di qualche partita), rifilano un netto +16 ai Suns, a cui non bastano i 21 punti di Devin Booker e i 20 di Deandre Ayton: troppo poco il 29.7% al tiro nella ripresa. In classifica, Phoenix (24-37) 13esima a Ovest, due posizioni avanti al fanalino di coda Golden State.

NEW YORK KNICKS-CHICAGO BULLS 125-115
Con il 55.3% dal campo e il netto dominio a rimbalzo (50-33), New York trova una vittoria che forse condanna Chicago all'esclusione dalla post-season. Le possibilità dei Bulls (20-40) erano già ridotte all'osso, ma perdere contro una delle peggiori squadre della lega, la penultima dell'Est con un record di 18-42, potrebbe essere la mazzata definitiva. Al Madison Square Garden si mettono in luce i giovani con Mitchell Robinson, autore di 23 punti (mai così tanti in carriera) conditi da dieci rimbalzi, mentre RJ Barrett realizza 17 dei suoi 19 punti nel primo tempo. Buona anche la prova di Julius Randle per i Knicks (22 punti e dieci rimbalzi), mentre il solito Zach LaVine guida il punteggio assoluto con 26 punti, frutto di una brutta media al tiro (10/25) ma anche del 50% da tre.

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