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INTERVISTA ESCLUSIVA

Lucrezia Ruggiero e il doppio podio ai Mondiali di nuoto artistico: "Non mi aspettavo medaglie, l'arrivo di Filippo Pelati mi ha responsabilizzato"

La 25enne romana ha raccontato l'esperienza alla rassegna iridata a Singapore: "Con Piccoli abbiamo presentato un esercizio variegato"

di Marco Cangelli
19 Ago 2025 - 17:03
 © Getty Images

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Lucrezia Ruggiero rappresenta una sorta di "filo conduttore" fra le ultime due generazioni del nuoto artistico italiano. Nonostante la "rivoluzione" che ha coinvolto la Nazionale dopo le Olimpiadi Estive di Parigi 2024, la 25enne romana si è presa la scena ai Mondiali andati in scena a Singapore conquistando l'argento nel libero del doppio femminile con Enrica Piccoli e il bronzo nel doppio tecnico misto con Filippo Pelati. Risultati difficili da prevedere alla vigilia della rassegna iridata, ma che confermano la classe dell'atleta delle Fiamme Oro che vuole migliorarsi ulteriormente per scalare i gradini dei podi internazionali.

Come ha affrontato il cambio generazionale dopo gli addii post-Parigi 2024?

Dopo Parigi abbiamo avuto un importante ricambio generazionale, che è anche abbastanza comune dopo una rassegna olimpica. Non è stato facile perché mi sono ritrovata, soprattutto per quanto riguarda il doppio misto, a non sentirmi più "protetta" da un atleta più grande di me come Giorgio Minisini, con molta più esperienza di me, ma anzi a dover essere io quella che doveva rappresentare anche un qualcosa, nel caso specifico per Filippo nel doppio misto. Per quanto riguarda il doppio femminile invece è stato più facile perché chiaramente Enrica, con cui ho l'opportunità di gareggiare, è una atleta di grande esperienza, ha già fatto due Olimpiadi, quindi questo punto di vista è stato più semplice, però è stato un anno pesante non solo dal punto di vista fisico, ma molto anche dal punto di vista psicologico.

Come si è sentita a gareggiare con un atleta di diciotto anni come Filippo?

Partendo dal presupposto che comunque Filippo è un atleta che ha avuto moltissime esperienze in campo internazionale, chiaramente di categoria, e ha affrontato diverse tappe di Coppa del Mondo Assoluta; un Campionato del Mondo ha senza dubbio un impatto diverso da un punto di vista emotivo. Durante l'anno abbiamo cercato di creare delle situazioni "stressanti" per riprodurre quanto sarebbe accaduto in gara. Per è stato sicuramente un motivo di grande entusiasmo, perché i giovani portano sempre energia, però mi sono sentita un po' di responsabile perché innanzitutto volevo dimostrare quanto valessi in primis come persona e poi come atleta, visto che spesso veniamo identificati solo nella nostra componente sportiva, ma nel processo che ti porta alla gara, il valore umano è fondamentale.

Si aspettava maggiormente di vincere medaglie nel libero femminile rispetto al doppio misto?

Onestamente non mi aspettavo medaglie in questo Mondiale, perché il palcoscenico iridato è comunque molto particolare. Ci sono coppie che lavorano insieme da molto tempo e quindi sono più affiatate di noi, però sono molto contenta di come siamo riusciti a posizionarci sia nel misto che nel femminile. Rispetto all'ultima gara che avevo fatto nel misto, da un punto di vista maschile il livello si è alzato di parecchio, quindi prendere una medaglia era tutt'altro che facile. Discorso che vale ancor di più per il femminile visto che siamo state davanti a nazioni che hanno centrato il podio olimpico come la Cina. 

Cosa vi ha permesso di andare oltre le aspettative?

Sicuramente c'è stato un grande coinvolgimento per quanto riguarda la costruzione dell'esercizio che, a livello artistico, è molto diverso rispetto a quello che ha presentato qualsiasi altra nazione. A livello di musica e di movimenti è completamente rispetto ai soliti, facendo alzare così l'impressione artistica. Poi con Enrica, tra la semifinale e la finale, abbiamo deciso di cambiare alcune difficoltà per portare l'esercizio il più in alto possibile, presentandosi con uno dei coefficienti in gara. 

Come si è adattata all'ingresso dei basemark nel regolamento?

Diciamo che è completamente un altro sport rispetto a prima, anzi, credo che questo cambiamento sia stato molto positivo per il mondo dell'artistico perché oggettivamente si dichiarano delle difficoltà che poi verranno valutate in maniera oggettiva, cosa che prima non accadeva visto che il risultato si basava esclusivamente sul giudizio soggettivo di un giudice. Da un punto di vista psicologico questo regolamento è decisamente più difficile perché è vietato sbagliare e, una diagonale in più o in meno, possono comportare uno zero nel giudizio complessivo dell'intera esecuzione. Si è forse perso qualcosa nella parte artistica, ma ora questa disciplina è veramente uno sport essendo giudicata soltanto da un punto di vista oggettivo. 

Dove vorreste migliorare nel quadriennio che vi porterà a Los Angeles?

Sicuramente la tecnica si può sempre migliorare, anzi, quella a oggi fa la differenza in campo internazionale. Da un punto di vista artistico vorremmo rendere tutti gli esercizi più interessanti e i più variegati possibile, che è quanto siamo riusciti a fare al meglio nel doppio femminile con Enrica. 

Quali sono i prossimi obiettivi a breve termine?

Il primo grande impegno del 2026 saranno gli Europei a luglio e prima affronteremo una serie di tappe di Coppa del Mondo per prepararci.

In futuro ci sarà la possibilità di vedere il doppio misto alle Olimpiadi?

Sicuramente sarebbe un grande segno di inclusione. A oggi è stata decretata l'assenza del doppio misto alle Olimpiadi, di conseguenza a livello ufficiale non sarà previsto a Los Angeles 2028. Credo che bisogna però continuare a battagliare per inserirlo fra le discipline olimpiche, anche perché secondo me, da un punto di vista artistico, rimane uno degli esercizi più belli che abbiamo nel programma quindi merita di esser portato alle Olimpiadi. 

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