L'alpinista italiano è ricoverato a Kathmandu dopo l'intervento chirurgico del fine settimana
di Stefano Gatti© Getty Images
Sono ore decisive per il destino del settimo tentativo di Simone Moro di scalare il Manaslu in prima invernale in stile alpino: senza ossigeno, senza supporto degli sherpa, senza corde fisse e in un solo slancio dal campo base alla vetta. L'alpinista di Bergamo è stato sottoposto nel fine settimana ad un intervento di by-pass aorto-coronarico nel centralissimo Hospital for Advanced Medicine&Surgery (HAMS) di Kathmandu, la capitale del Nepal. Simone era stato colto da un malore mentre si trovava nella località di Khare (poco più di cinquemila metri di quota) al rientro da una prima salita al Mera Peak, vetta di 6476 metri del Nepal centrale scelta come una delle uscite di acclimatamento in vista della scalata al Manaslu che sarebbe iniziata non prima del 21 dicembre, data di inizio dell'inverno astronomico. Il ricovero e il l'intervento compromettono le sue chances (e quelle del compagno di spedizione, il giovanissimo Nima Rinji Sherpa) di proseguire la spedizione. Questo è almeno quello che la logica suggerisce, anche se occorre attendere gli aggiornamenti della situazione da parte dello staff di Simone, unica fonte accreditata in questo senso.
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Moro era partito dall'Italia negli ultimi giorni di novembre e - insieme a Nima Rinji - nella seconda parte della scorsa settimana con l'ascensione del Mera Peak aveva dato l'avvio ad una fase-chiave del percorso di avvicinamento al suo vero obiettivo: il Manaslu/Kutang. Il piano originale - annunciato nei giorni scorsi da Simone - era quello di raggiungere una seconda volta la vetta del Mera stesso e pernottare in quota per simulare quella del campo 3 del Manaslu, l'ultimo prima della cima. Con compiti di fotografo e videomaker fa parte anche l'alpinista polacco Oswald Rodrigo Pereira.
L'ottava montagna più alta del pianeta (8163 metri) ha fin qui respinto tutti i sei precedenti tentativi del cinquantottenne alpinista di Bergamo di salirlo in prima assoluta invernale in stile alpino. E anche quest'anno - a dieci anni esatti dal primo tentativo - "la montagna dello spirito" si sta rivelando come un osso durissimo, in questa occasione ancora prima ancora di raggiungerne il campo base. Per la cronaca, la prima invernale del Manaslu è stata completata con successo nei primi giorni di gennaio del 2023 dall'alpinista basco Alex Txikon insieme ad alcuni alpinista di etnia sherpa e anche in quella Simone (elemento di punta di quella spedizione insieme allo stesso Txikon) era stato costretto a rinunciare per problemi gastrointestinali in avvicinamento al campo due. Oltre alla modalità stile alpino, Moro aveva ipotizzato la possibilità di arricchire la spedizione con il collegamento diretto tra la vetta principale del Manaslu e il vicino ed elegantissimo Pinnacle che "manca" per soli otto metri la fatidica quota ottomila.