Ciccone doma il Mortirolo e vince

Sotto una pioggia battente, lo Squalo stacca Roglic e lo supera in classifica generale. L'ecuadoriano conserva il vantaggio sull'azzurro

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Giulio Ciccone trionfa nella 16esima tappa del Giro d'Italia, la Lovere-Ponte di Legno (194 km). È la durissima frazione del Mortirolo, resa epica dalla pioggia che ha accompagnato i corridori nella seconda metà. Vincenzo Nibali infiamma la corsa in salita, staccando Primoz Roglic sul Mortirolo e guadagnando 1'23". Lo Squalo, ora secondo in classifica generale, non riesce a fare altrettanto con Richard Carapaz, che rimane in maglia rosa.

È una tappa per eroi. O per uomini non banali. Anche senza il Gavia, la Lovere-Ponte di Legno fa paura solo a immaginarla, con il tremendo Mortirolo che con la pioggia, la nebbia e le temperature invernali è quasi spettrale. A uscire indenni sono per primi Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) e Jan Hirt (Astana). Hanno indovinato la fuga giusta e sono stati i più forti in salita tra i battistrada. L'abruzzese, nervoso, non riesce neppure a mettersi la mantellina per il freddo e la scaraventa per strada. Poi, appena recupera le forze, litiga con Hirt che non gli dà il cambio per motivi tattici. Schiuma di rabbia, una furia poi trasformata in energia nello sprint finale che gli dà la vittoria della 16esima tappa, la sua seconda al Giro. Quello della maglia azzurra è il quarto timbro italiano in questa edizione. Dietro, nel gruppo maglia rosa, Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) prova a far saltare il banco. È l'inizio della terza durissima settimana, costellata di salite e di opportunità per arrivare davanti a tutti a Verona. Una su tutte, il Mortirolo: 12 km con una pendenza media del 10.9%, che sale al 12% se si prendono in considerazione solo i 6 km centrali infernali. Su questa salita Domenico Pozzovivo tira come un forsennato e fa selezione, poi lo Squalo si muove in prima persona e stacca la concorrenza. Per lui si mette a tirare anche il fratello Antonio, che gli dà pure una borraccia, fin quando non arriva allo stremo delle forze. Nibali guadagna pochi secondi su Richard Carapaz (Movistar), ma può comunque esultare perché Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma) si stacca. Lo sloveno si difende con le unghie e con i denti sul Mortirolo ma poi deve cedere tanto negli ultimi 15 km, arrivando a Ponte di Legno con 1'23" di ritardo dal gruppo dei migliori. In cui c'è Nibali, ma c'è anche Carapaz. L'ecuadoriano, che ha una squadra che anche nella 16esima tappa ha lavorato alla perfezione, è un osso durissimo e conserva 1'47" sull'azzurro. Per Nibali sarà molto dura recuperare lo svantaggio, con la beffa che Carapaz è un avversario "creato" dalla tattica attendista e di marcatura asfissiante che proprio lo Squalo e Roglic hanno adottato a Lago Serrù e Courmayeur. Ma se c'è un corridore che può colmare questo gap, è Nibali, che intanto si prende la seconda posizione in classifica generale, con 22" su Roglic.

CLASSIFICA DI TAPPA
1. Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 5h 36' 24"
2. Jan Hirt (Astana), s.t.
3. Fausto Masnada (Androni Giocattoli - Sidermec), +1'20"
4. Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), +1'41"
5. John Hugh Carthy (EF Education First), s.t.
6. Richard Carapaz (Movistar), s.t.
7. Mikel Landa (Movistar), s.t.
8. Joseph Lloyd Dombrowski (EF Education First), s.t.
9. Damiano Caruso (Bahrain Merida), +1'49"
10. Mattia Cattaneo (Androni Giocattoli - Sidermec), +2'03"

CLASSIFICA GENERALE
1. Richard Carapaz (Movistar), 70h 02' 05"
2. Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), +1'47"
3. Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma), +2'09"
4. Mikel Landa (Movistar), +3'15"
5. Bauke Mollema (Trek-Segafredo), +5'00"
6. Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), +5'40"
7. Miguel Angel Lopez (Astana), +6'17"
8. Simon Yates (Mitchelton-Scott), +6'46"
9. Pavel Sivakov (Team Ineos), +7'51"
10. Jan Polanc (UAE Team Emirates), +8'06"

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