Il Giro delle Fiandre 2019 va ad Alberto Bettiol, primo italiano a riuscire ad aggiudicarsi questa "classica monumento" dal lontano 2007 (quando a vincere era stato Alessandro Ballan). Il 25enne di Castelfiorentino si aggiudica la gara dopo aver battuto i grandi rivali Greg Van Avermaet e Mathieu van der Poel, staccati sui muri del tracciato belga, in particolare sullo strappo del Vecchio Kwaremont. Prima vittoria da professionista per lui.
Mathieu van der Poel, campione del mondo in carica di ciclocross, e poi i soliti Alejandro Valverde, Zdenek Stybar, Greg Van Avermaet e Wout Van Aert, senza dimenticare il tre volte campione del mondo Peter Sagan. Questi erano i grandi favoriti del Giro delle Fiandre 2019, dove di certo non era così atteso un trionfo azzurro, il primo da dodici anni, quando a riuscirci era stato Alessandro Ballan. E anche questo rende ancora più dolce la giornata di Alberto Bettiol, 25enne toscano nato a Poggibonsi ma cresciuto a Castelfiorentino. Che in una delle università mondiali del ciclismo ottiene una vittoria guadagnata con le unghie, km dopo km, tanto da renderlo davvero uno dei nomi nuovi da tenere d'occhio quando la stagione è appena entrata nel vivo. Un trionfo inimmaginabile al momento della partenza di Anversa, ma meritatissimo con gli attacchi giunti sempre al momento giusto e una strenue resistenza nel finale. Fino al traguardo che ogni ciclista sogna per il suo primo successo: in solitaria, a braccia alzate verso il cielo. Bettiol resta con i più grandi quando il tracciato inizia a farsi più aspro, e ad attaccare sono Lampaert e poi Valverde e Sagan. Sul Kruisberg, una delle cime di questa straordinaria corsa, è quindi Van der Poel a provare a scrivere un'altra pietra miliare della storia del ciclismo: è lui ad attaccare nonostante una precedente caduta. Ma Bettiol resta lì. Quindi arriva il Vecchio Kwaremont: è il momento giusto per piazzare la zampata. E proprio qui Bettiol costruisce la sua impresa, lasciando sui pedali Valverde, Van Avermaet e lo stesso Van der Poel. Manca solo un ultimo muro, quello del Paterberg, che l'azzurro affronta in solitaria. Nessuno riesce però a riprenderlo e alla fine al traguardo può festeggiare con un vantaggio di 13 secondi sul gruppo, comandato da Asgreen davanti a Kristoff e proprio Van der Poel. Solo ottavo e decimo Valverde e Van Avermaet. Con la sensazione che il traguardo di Oudenaarde abbia dato il suo primo saluto a un campioncino di cui ben presto tutto sentiremo parlare.
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