Intervista esclusiva all'ostacolista azzurro reduce una stagione complicata, ma carico e determinato con lo spirito giocoso di sempre
di Ferdinando Savarese© Getty Images
Lorenzo Simonelli, primatista italiano dei 60 e dei 110 ostacoli, ha chiuso il suo 2025 agonistico senza successi o podi nelle principali manifestazioni internazionali, contrariamente al 2024 quando fu argento ai mondiali indoor nei 60 H e campione europeo dei 110 H a Roma, ma questo non ha tolto nulla al suo straordinario talento in quanto, nonostante un importante problema fisico che ha condizionato grande parte della sua preparazione invernale, è riuscito a partecipare con grande onore a tutti i più importanti eventi internazionali, ricordando su tutti il quarto posto nella finale mondiale indoor di Nanchino e la finale svanita per soli 3 millesimi nei mondiali all'aperto di Tokyo.
La grandezza di un atleta si misura ancor più nelle difficoltà e il 23enne atleta romano, nato in Tanzania dove il padre ricercatore ha vissuto per alcuni anni conoscendo la madre di Lorenzo, ha confermato totalmente la sua in una stagione in cui ha dovuto rincorrrere la miglior condizione senza mai rinunciare alla sua travolgente solarità, frutto di uno spirito giocoso che lo porta a cercare ispirazione in Monkey D. Rufy, il ragazzo di gomma protagonista del suo manga preferito One Piece, che insegue il sogno di diventare il nuovo Re dei pirati, così come lui insegue quello di diventare imbattibile in ogni gara.
Dopo le meritate vacanze al termine di un anno in cui ha gareggiato tanto a dispetto degli infortuni, è già pronto per affrontare nuove avvincenti sfide.
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Lorenzo un 2025 pieno di ostacoli e detto a te fa anche sorridere. Sei però riuscito a esserci in tutte le manifestazioni più importanti. Cosa ti ha lasciato dentro questo anno?
"Si è vero fa molto ridere ma fa anche capire quanto nel nostro sport come in tutti gli altri gli ostacoli veri non sono quelli che si trovano in gara, ma quelli che bisogna affrontare e superare durante tutto l'anno sia fuori stagione che in stagione. Gli infortuni sono sempre dietro l'angolo e bisogna saperli affrontare nel miglior modo possibile per superarli ancora meglio, e per questo ci tengo a fare un particolare ringraziamento al mio intero staff che tutto l'anno mi ha seguito, supportato e aiutato anche nei momenti più difficili. Quello che il 2025 mi ha lasciato dentro credo sia stato, oltre al grandissimo lavoro che è stato fatto dalle persone che mi circondano, anche dalla mia testa, che nonostante tutte le difficoltà continuava a ripetermi di non mollare, e l'ho ascoltata sempre per cui sono fiero di me stesso".
Si dice che la stagione post olimpica possa creare dei problemi a tanti atleti. Pensi che l'infortunio di inizio anno possa in qualche modo essere collegato al fatto di aver vissuto un 2024 ad altissima intensità con risultati straordinari?
"Non credo molto a questa cosa, sicuramente un'annata intensa può influenzare quella successiva, questo si ma più che da un punto di vista fisico, da uno mentale. Gli infortuni sono una realtà con cui noi atleti dobbiamo convivere, sappiamo benissimo come durante gli allenamenti o le gare ci sia sempre il rischio di farsi male, in quanto facciamo un attività che richiede sforzi e intensità sovraumani, ma non bisogna mai dimenticare che però siamo sempre dei semplici esseri umani".
Hai sempre detto che, a parte ovviamente le tue eccezionali doti tecniche e agonistiche, la tua testa ti aiuta tantissimo perché riesci sempre a vivere le competizioni come un gioco. Come riesci in questo?
"Ispirandomi molto a One Piece, il manga di cui sono fortemente appassionato, e mi piace sempre ricordare come ci sia una frase che il protagonista dice proprio all'inizio della storia, 'È il mio sogno e non mi importa morire inseguendolo'. Per stare tranquillo alle gare io la vivo un pò nello stesso modo, ovviamente io non devo morire ma paragono il suo morire con il mio fallire o sbagliare una gara. Quindi non mi importa sbagliare, non mi importa fallire, sono io che ho scelto di intraprendere questa strada e di fare questo sport di cui ne ho fatto un sogno, e continuerò a sognare nonostante i fallimenti e le sconfitte".
Tu hai iniziato con il nuoto da bambino per poi passare all'atletica. Pensi che in qualche modo la tua esperienza in uno sport dove inevitabilmente ci si isola dalla realtà esterna, possa esserti stato utile per quella grande capacità che hai di estraniarti dalle tensioni prima di ogni gara?
"Non saprei dire, il nuoto è uno sport molto diverso dall'atletica ma anche molto simile, sicuramente nel nuoto almeno per quanto mi riguarda è veramente difficile notare a che punto siano gli avversari o avere altri tipi di distrazioni esterne, quindi si forse l'aver praticato nuoto può aver creato un pochino questa capacità di guardare solo la propria corsia, testa bassa spingendo fino alla fine".
In questa stagione non ti sei comunque fatto mancare niente e sei stato anche l'unico atleta italiano maschile a partecipare al Grand Slam Track di Michael Johnson, nella terza tappa di Philadelphia poi rivelatasi l'ultima. Che tipo di esperienza è stata?
"È stata un'esperienza incredibile, ho vissuto l'atletica come la vivono gli americani, ed è tutt'altro che come la vediamo noi in Europa e in Italia. Li è un gioco, molto serio ma sempre un gioco in quanto loro si divertono molto a gareggiare, non gli importa andare male a una gara, vivono con molta più leggerezza e meno pressione qualsiasi gara. In call room con gli altri partecipanti si era creato un clima da quasi uscita in birreria il sabato sera, si scherzava, si rideva e si giocava per poi entrare in pista e per quei 13 secondi era solo tu, la tua corsia e i tuoi ostacoli".
Che rapporto hai con i 100 metri e con la 4x100, di cui sei peraltro campione europeo di Roma 2024?
"Sicuramente i 100 metri sono una gara che mi appassionano tanto, quest'anno avevamo in mente con Giorgio (Frinolli ndr) di fare qualche prova in più sui 100, ma purtroppo gli infortuni ci hanno un pò limitato, ma sicuramente è una prova che mi diverte molto e mi appassiona, così come la 4x100 della quale sono molto contento di far parte della nazionale".
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Immaginando che tu abbia ripreso da pochissimo la preparazione dopo le meritate vacanze post mondiali, hai già pianificato la stagione al coperto?
"Gli obiettivi sono sempre gli stessi, partecipare agli eventi importanti, e nel 2026 di importante a livello indoor ci saranno i mondiali a Torun in Polonia per cui stiamo già lavorando con grande impegno".
Nel 2025 se avessi ripetuto i migliori crono dell'anno scorso nulla sarebbe stato per te precluso. Per il 2026 il segreto è dunque solo non avere problemi fisici o avete in mente tu e il tuo tecnico Giorgio Frinolli di introdurre qualche novità?
"Per il 2026 abbiamo sicuramente in programma degli assestamenti e dei cambiamenti perché ogni anno è diverso, e quindi bisogna anche adattarsi. So che ci sono tante cose che ancora posso migliorare e lavoreremo molto anche su quelle, e poi sicuramente la questione infortuni è una cosa che monitoreremo cercando di controllare ancora meglio con la prevenzione. Sicuramente sono convinto che potrò tornare a fare grandi tempi e risultati".
Hai solo 23 anni ma una carriera già ricca di successi ed esperienze internazionali di ogni tipo. Quali ritieni sino a ora sia stato il momento più bello e quale il peggiore?
"Come momento migliore non posso che dire i campionati europei di Roma perché vincere in casa nella mia città è stata una sensazione magica e quasi irripetibile, ma anche l'argento ai mondiali indoor di Glasgow è stata notevole in quanto la mia prima medaglia a livello internazionale che, essendo totalmente inaspettata, mi ha lasciato incredulo per molto tempo. Come momento peggiore non credo di averne uno, ma sicuramente alcune delusioni ci sono state pur se rimane la mia solita filosofia di vita, ho scelto io questo percorso e accetto con il sorriso tutto quello che ne consegue, vittorie e sconfitte".
Nel percorso di ogni atleta ci sono sempre tante persone che, dentro o fuori dal campo di allenamento, contribuiscono alla sua crescita. Nel tuo ce n'è una in particolare che ritieni sia stata fondamentale?
"Una in particolare no. Credo che invece sia più l'insieme a essere efficace e fondamentale. Se nominassi una sola persona non sarebbe stata così fondamentale se le altre non ci fossero state e quindi tutto questo e merito di tanti che hanno creduto in me, di tanti che hanno lottato con me, di tanti che mi hanno voluto e mi vogliono bene".
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