Intervista esclusiva al neo primatista italiano dei 400 metri, detentore anche dei record nazionali nelle due staffette del miglio
di Ferdinando Savarese© Getty Images
Edoardo Scotti ha eguagliato lo scorso 19 luglio a Madrid, con il tempo di 44"75, il primato italiano dei 400 metri appartenente dal giugno 2024 a Luca Sito, pochi giorni dopo essere sceso sempre nello stadio Vallehermoso della capitale spagnola, con 44"93, per la prima volta in carriera sotto la barriera dell'eccellenza nella disciplina dei 45 secondi, e punta adesso nei prossimi campionati assoluti di sabato e domenica prossima di Caorle, a confermare il titolo vinto l'anno scorso, sulla strada del principale obiettivo stagionale rappresentato dai Mondiali di Tokyo a settembre.
Un grande inizio di stagione all'aperto che non ha certo sorpreso gli appassionati di atletica in quanto il velocista lombardo, nato 25 anni fa il 9 maggio 2000 a Lodi, si è imposto all'attenzione generale già nelle categorie giovanili conquistando un oro mondiale under 20 nel 2018 a Tampere con la 4x400, oltre che due europei sempre under 20 di cui uno nei 400 individuali nel 2019 a Boras, e l'altro ancora con 4x400 nel 2017 a Grosseto, ma soprattutto dagli Europei di Berlino 2018 è sempre stato presente in ogni grande campionato internazionale con due partecipazioni olimpiche, tre mondiali, tre europee e quattro world relays.
Una carriera già quindi ricca di grandi soddisfazioni, con altri due record italiani quali quello della 4x400 maschile realizzato in occasione del settimo posto dell'Italia nella finale delle Olimpiadi di Tokyo nel 2021 con il tempo di 2'58"81, ma anche quello recentissimo della 4x400 mista di Madrid nei campionati europei a squadre di giugno con 3'09"66, mentre a livello di podi vanno evidenziati i due argenti degli Europei 2024 di Roma in entrambe le staffette del miglio, maschile e mista, quello degli Europei under 23 del 2021 a Tallinn nella 4x400 dove conquistò invece il bronzo in gara individuale, stesso metallo ottenuto pochi giorni fa a Bochum nella finale del giro di pista alle Universiadi.
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Edoardo un 2025 che ti sta regalando grandi soddisfazioni con già due record italiani, tra quello migliorato nella 4x400 mista e soprattutto quello eguagliato dei 400, distanza in cui sei andato sotto i 45 ben due volte in pochi giorni. Ti aspettavi tutto questo?
"Se devo essere sincero mi aspettavo questi attuali grandi miglioramenti già dall'inizio del 2024 in quanto, dopo aver toccato il fondo nel 2023 a livello fisico, ricominciando a sentirmi discretamente dissi al mio allenatore Giacomo Zilocchi e all'ex tecnico federale della velocità e staffette Riccardo Pisani, che in quell'anno avrei fatto dei buoni risultati ma nel 2025 avrei realizzato il record italiano. Lo dicevo perché nell’atletica spesso un anno non basta ma ne servono almeno due per dare il meglio, per cui adesso sono molto felice di avere tra staffette e gara individuale i 3 record, che sono frutto anche di una consapevolezza dei miei mezzi che non ho mai smarrita".
Hai solo 25 anni e una carriera già molto intensa con partecipazioni, oltre quelle nelle categorie giovanili, a tutti i principali campionati internazionali dagli Europei di Berlino nel 2018, con ben due presenze olimpiche a Tokyo e Parigi. Ti ritieni soddisfatto sino ad adesso o hai qualche rammarico?
"Mi ritengo soddisfatto della mia carriera sino a oggi per vari motivi, tra cui certamente per la mia costanza in quanto, benché abbia avuto anni difficili dopo il 2020 quando vinsi al Golden Gala a settembre con il mio vecchio personale di 45"21 che ha resistito sino a poche settimane fa, per vari motivi tra cui due gravi infezioni da Covid nel 2021 e a seguire nei successivi due anni importanti problemi alla schiena, non ho mai fatto mancare la mia presenza nei momenti che contavano, e sono orgoglioso di poter dire di essere sempre stato il punto fermo della staffetta dal 2018, anche nella mia stagione peggiore del 2023. Oltre l’assoluta sono anche uno dei ragazzi italiani più vincenti della storia a livello giovanile, per cui direi che sto avendo un bel percorso ma la mia indole non mi permette di fermarmi, sono sempre alla ricerca di qualcosa di più e non ho mai conosciuto un Edoardo pienamente soddisfatto. La fame e le ambizioni non mancano".
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Dove ti alleni e da chi è composto il tuo gruppo di lavoro?
"Sono di Lodi e mi sono allenato nella mia città fino al 2016 per poi tornare a sprazzi da quando hanno rifatto la pista. Attualmente mi alleno a Fidenza ma l’impianto è inaccettabile, per cui spesso mi sposto tra Parma e Modena. Lavoro da solo col mio allenatore Zilocchi e quando vado a Modena c’è un altro tecnico a seguirmi insieme al mio, Leonardo Righi, con il quale facciamo velocità breve e tecnica e in quel contesto sono in compagnia di altri ragazzi".
Tu hai iniziato con il calcio nelle giovanili del Fanfulla. Cosa ti ha spinto verso l'atletica e in particolare verso i 400 metri?
"Mi ha spinto verso l’atletica un battibecco col mio allenatore della Fanfulla e l’avvento nella mia vita di Lella Grenoville, allora direttrice tecnica e fondatrice della Nuova Atletica Fanfulla Lodigiana, che ha visto in me un talento durante una corsa campestre e mi ha spronato a prendere la mia attuale strada agonistica".
Dopo aver abbattuto la barriera dei 45 secondi pensi di poter ancora progredire e in tal senso dove ritieni di dover lavorare in futuro per migliorare ancora?
"A oggi non mi pongo limiti e ammetto che i muri non mi piacciono, non mi piaceva quello dei 45 e ora non mi piace il 44”75 del record italiano, avrei preferito fare meno per una questione mentale. Dovrò continuare a lavorare sulla mia velocità di base e anche sulla resistenza lattacida".
Guardando alle prossime settimane nel fine settimana ci saranno gli Assoluti dove, a parte la scaramanzia, parti nettamente favorito anche per la condizione ancora non ottimale di Sito. Dopo la testa sarà per i Mondiali di Tokyo. Quale il tuo obiettivo?
"A essere onesto sono molto stanco dopo il doppio impegno Madrid-Bochum per cui, se dovessi ascoltare semplicemente il fisico, la scelta migliore sarebbe riposare e non andare agli italiani ma la mia testa dice altro, ho sempre onorato e rispettato questa manifestazione per cui, nonostante la stanchezza e alcuni problemi allo stomaco che sto avendo in questi giorni, spero di riprendermi al meglio e andare a conquistare la mia 5° medaglia d’oro outdoor. Ho già corso in gara individuale sia alle Olimpiadi di Tokyo che ai Mondiali di Eugene, ma sicuramente non sono mai stato così forte come oggi per cui certamente posso dire che ormai partecipare non mi basta più".
In quanto punto fermo dal 2018 delle staffette 4x400, la non qualificazione sino a oggi di quella maschile per Tokyo ti avrà creato sicuramente un grande dispiacere. A tua conoscenza ci sono ancora delle possibilità con qualche gara programmata per rientrare nelle 16 squadre?
"La mancata qualifica della 4x400 maschile nelle World Relays in Cina è stata un colpo al cuore, e attualmente le possibilità di rientrare sono quasi nulle. Se i miei compagni dimostreranno di star bene in questo fine settimana tricolore gareggeremo a Chorzow in Polonia il 16 agosto per provare il tutto per tutto. Il tempo da fare è 2’59”12, abbiamo fatto meglio solo 2 volte alle Olimpiadi, ma la speranza è l’ultima a morire e sono certo che i miei compagni dopo alcuni mesi di difficoltà sono pronti a tornare in prima linea per combattere".
La 4x400 mista invece ci sarà certamente con una ipotetica formazione forte come non mai, con due atlete in eccellenti condizioni quali Alice Mangione e Anna Polinari, e ovviamente te insieme a Sito che si auspica per quella data possa essere tornato vicino ai suoi migliori livelli. A cosa pensi possa puntare questa squadra, che peraltro debutterà proprio il 13 settembre giorno inaugurale con batterie e finale nella stessa giornata?
"La mista non sarà un impegno semplice e le squadre avvantaggiate sono sicuramente quelle con molti atleti forti, con la possibilità di cambiare i frazionisti dalla batteria alla finale ma, senza guardare i tempi che in ogni caso non sono male, è da qualche mese che sento che qualcosa di magico possa succedere. Credo molto in quella staffetta e nei miei compagni, e ai nomi citati aggiungerei certamente anche Virginia Troiani al femminile e Alessandro Sibilio e Vladimir Aceti al maschile".
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L'inizio dei Mondiali sarà per te molto impegnativo, perché nell'auspicata ipotesi che otteniate la finale nella 4x400 mista del 13, il 14 avrai subito le batterie dei 400 dove non potrai sicuramente correre in riserva eccessiva. Ti preoccupa questo calendario?
"Mi preoccupa molto e non sono l’unico atleta ad averne paura. Senza fare nomi posso dire che ci sono alcuni big della specialità che stanno valutando addirittura l’idea di non correre la mista per non rischiare di compromettere la gara individuale. Io non rinuncerei mai ad una finale mondiale e potete scommettere sulla mia presenza in quella specialità, però non sarà semplice rimettere le scarpe il giorno dopo per conquistare la semifinale mondiale nei 400 metri. Ho già visto tra Madrid e Bochum che troppi turni fanno male al mio fisico e alle mie prestazioni, ma spero anche di essere più allenato e in forma di così a settembre".
Di sogni ne stai gradatamente realizzando tanti. Quale è il tuo prossimo e quali quelli futuri?
"Il mio sogno è quello di non smettere mai di essere così competitivo e disciplinato in quello che faccio. La fedeltà in me stesso è imprescindibile e se il fisico mi supporterà, ad ogni muro che abbatterò avrò l’occhio già puntato sul successivo. Un sogno parallelo, extra agonistico, è quello di creare e mantenere un rapporto umano con tutte le persone che conosco e conoscerò in questo mondo. Mi piacciono molto le persone e mi piace aiutarle, magari anche per un mio futuro lavoro nel mondo della finanza dove potrebbe aiutarmi avere una buona base di conoscenze e di persone che si fidano di me".
Tu sei veloce ma hai anche una grande resistenza aerobica, per cui qualche anno fa si era anche parlato di farti provare gli 800 metri che peraltro hai corso nelle categorie giovanili qualche volta. È un'idea totalmente abbandonata?
"No, non è totalmente abbandonata ma sicuramente è improbabile. È da qualche anno che vorrei fare un 800 e soprattutto un 500 in gara, ma il calendario spesso non me lo permette. Quest’anno vorrei riuscire a fare un 500 metri prima di Tokyo ma le possibilità sono molte remote. In effetti la mia parte aerobica è sempre stata il mio punto di forza e, già adesso sono certo di essere più forte proprio sui 500 metri che sui 400, e se ne avrò la possibilità lo dimostrerò non solo a parole".
Oltre all'atletica quali sono le tue passioni e i tuoi interessi, tra cui un tempo avevi dichiarato in particolare a livello di sport quello per il Golf. Ti piace ancora e pensi un giorno quando smetterai con l'atletica di dedicartici?
"Mi piace studiare anche se per adesso non lo sto facendo in quanto mi sono laureato, ma cerco sempre di tenere la mente attiva con delle letture non proprio di narrativa. Il Golf è sempre stato una mia passione ma per il momento l’ho accantonato insieme a tutti gli altri sport che vorrei praticare per evitare infortuni. Quando finirò la mia carriera da atleta farò ancora più sport e vedremo, anche in questo non mi pongo limiti".
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