Lo statunitense: "I fischi? Ho già pagato"
La vittoria di Gatlin ha rovinato i piani di Bolt e non solo. Neanche la Iaaf, la federazione internazionale di atletica, tanto per intenderci, non ha gradito il trionfo dello statunitense. A dirlo, senza giri di parole, è stato il presidente Sebastian Coe. Il motivo? Il passato legato al doping del nuovo re dei 100 metri. "Non è stato il copione perfetto. Non sono entusiasta che abbia vinto un atleta squalificato due volte per doping, ma è idoneo a gareggiare", le parole del numero uno della federazione che faranno discutere a lungo.
Gatlin è stato fischiato a lungo prima del via e poi anche dopo aver tagliato il traguardo. Justin ha zittito tutti: "I fischi? Non ci ho pensato, io ho pagato tutto". Lo statunitense è stato squalificato due volte per doping per un totale di otto anni. Prima per utilizzo di anfetamine, successivamente, nel luglio del 2006 per testosterone. Nel 2010 è tornato poi alle gare. "Mi sono concentrato sulla gara - ha proseguito - Dico solo che è brutto che quelli per me siano più fragorosi di quelli riservati ad altri che hanno subito squalifiche. Da quando sono tornato è la prima volta che mi capita una situazione del genere. E dire che la rivalità con Usain è sempre stata sana e positiva. Chi tifa per lui, non deve odiare me. Ho pagato il mio prezzo, ho scontato la mia pena. Ma evidentemente la società tratta cosi' chi ha commesso errori. Non sono affatto un "cattivo ragazzo": quella è un'etichetta che qualcuno ha voluto appiccicarmi addosso. Dedico il titolo a chi ha creduto in me quando nemmeno io credevo piu' in me stesso. Tokyo 2020? A 35 anni vivo una stagione alla volta. Anzi, una gara alla volta".