Domani la 42,195 km più veloce della storia con due primati del mondo battuti nelle ultime due edizioni
di Redazione Sprintnews© Getty Images
Il keniota John Korir sarà l'atleta più atteso della 47esima edizione della Maratona di Chicago, una delle sette Majors mondiali, già vincitore sullo stesso percorso nel 2024 con il proprio personale di 2h02’44 che lo ha reso l'ottavo maratoneta più veloce di tutti i tempi, secondo miglior tempo nella storia della 42,195 della città statunitense dell'Illinois dietro al sensazionale primato del mondo di 2h00'35, grazie al quale il suo compianto connazionale Kelvin Kiptum, tragicamente scomparso in un incidente stradale nel febbraio 2024, vinse la gara nel 2023.
Il 28enne Korir, successivamente alla vittoria di Chicago nell'ottobre scorso ha vinto un'altra prova del circuito Major lo scorso aprile a Boston in 2h04’45, crono di grande valore in considerazione del tracciato fatto di continui saliscendi della capitale del Massachusetts, per poi rinunciare ai mondiali di Tokyo con un'unica apparizione agonistica in una prova test a New York sempre negli Stati Uniti il 13 luglio sui 15 km, per cui è presumibile che nella gara di domani voglia provare quantomeno ad avvicinare il record del mondo, ma in ogni caso a migliorarsi con l'obiettivo di emulare l'altro suo connazionale Samuel Wanjiru, che vinse due edizioni consecutive della maratona di Chicago nel 2009 e nel 2010.
I principali avversari di Korir saranno in particolare l'altro keniota Timothy Kiplagat, che si è classificato al secondo posto nell’edizione del 2024 della maratona di Tokyo con il personale di 2h02’55, e l’ugandese Jacob Kiplimo che correrà la sua seconda 42,195 km in carriera dopo il secondo posto a Londra nell'aprile scorso, con il record nazionale di 2h03’37, ricordando però come detenga il primato mondiale sulla mezza maratona con il fantastico 56’42 di Barcellona nel febbraio sempre 2025, senza trascurare gli altri due kenioti Amos Kipruto accreditato di 2h03’13 realizzato nel 2022 a Tokyo, e Cybrian Kotut secondo a Berlino nel 2024 con il personale di 2h03’22.
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LA GARA FEMMINILE
Nella passata edizione vi fu il fantascientifico primato del mondo della keniana Ruth Chepngetich, prima donna della storia a scendere al di sotto della barriera delle 2h10, con l’incredibile tempo di 2h09’56 grazie al quale tolse quasi due minuti al precedente record stabilito dall’etiope Tigist Assefa, che fermò il cronometro in 2h11’53” alla Maratona di Berlino nel 2023, ma tale impresa è stata in qualche modo offuscata dalla comunicazione del 17 luglio scorso che la 31enne atleta africana era stata sospesa per doping a causa di una sua positività all'idroclorotiazide, anche se da allora non si è più saputo nulla e per ora il suo crono dell'anno scorso a Chicago non è stato messo in discussione.
Nella gara di domani, che dovrebbe avere riscontri cronometrici meno interessanti rispetto a quella maschile, la favorita sembra essere l’etiope Megertu Alemu che torna a Chicago dove si è classificata al terzo posto nel 2023, forte di un miglior accredito tra tutte le iscritte di 2h16’34 realizzato a Londra nel 2024, mentre le sue principali avversarie dovrebbero essere le connazionali Hawi Feysa, Bedatu Hirpa e Haven Hailu, ma attenzione anche alle keniote Irine Cheptai e Mary Ngugi Cooper.
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