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ALLA SCOPERTA DEL MITO

Made in Maranello: Ferrari Factory Tour, dove nascono le auto del Cavallino Rampante

Un'esclusiva experience lungo i reparti e la linea di montaggio dello stabilimento nel cuore rosso della Motor Valley

di Stefano Gatti
14 Nov 2025 - 13:34
 © Ferrari Press Office

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C’è una Ferrari che vince sempre e senza mai spostarsi da casa. O meglio, prima ancora di lasciare casa, là dove nasce. Non c’è niente che tenga: Formula Uno o Hypercar, Gran Premi o 24 Ore di Le Mans. È la Ferrari più legata alle sue radici eppure proiettata nel futuro, nostrana e glamour, esclusiva ma “next door”. La Ferrari di Maranello, il Cavallino Rampante che scalpita nella sua… Scuderia prima di lanciarsi al galoppo sulle piste e sulle strade di tutti i giorni. Per chi può se lo può permettere, naturalmente!

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E quando mi ricapita? Basta questa considerazione per mettere da parte qualsiasi esitazione e accettare la proposta esclusiva di un giro dentro la Ferrari, ma dentro nel vero senso della parola, tra i reparti dello stabilimento di Maranello, là dove nascono le auto che fanno sognare tutti ma che sono alla portata di pochi, anzi pochissimi. Si chiama Ferrari Factory Tour e noi di Sportmediaset abbiamo potuto goderne (fino in fondo) insieme ad un numero limitato di colleghi all’inizio della nostra full immersion ferrarista in occasione del lancio della seconda edizione della Mezza Maratona d’Italia Memorial Enzo Ferrari, in programma nell’ultimo fine settimana del mese di marzo.

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Due ore ad occhi spalancati (e smartphone rigorosamente “tappati”!) nella catena di montaggio Ferrari e in alcuni altri luoghi solitamente off limits del sancta sanctorum di Maranello, con la chicca finale della visita al nuovo circuito di prova e-Vortex (ricavato a fianco di quello di Fiorano), nella cui base operativa al coperto si è recentemente tenuta la conferenza stampa della “mezza” emiliana pensata per i runners più preparati e ambiziosi.

© Stefano Gatti

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Dopo un passaggio al Planet Cafè, uno dei pochi esercizi commerciali di Maranello che non porta riferimenti esterni alla Ferrari e ai suoi simboli e che si trova proprio davanti all'ingresso della sede della Scuderia Ferrari (purtroppo esclusa dal nostro tour), attraversiamo la strada - curiosamente il semaforo sembra indefinitamente fisso… sul rosso! - e varchiamo lo storico ingresso di Via Abetone Inferiore. Ci accoglie una Ferrari di Formula Uno letteralmente inchiodata al muro. Veniamo divisi in due gruppi da otto ospiti e - dopo essere stati “briffati” (e dopo che i nostri smartphone sono stati appunto “accecati”), iniziamo il tour. La nostra guida si presenta e noi a lei: è la efficientissima Alessia, napoletana verace (come si usa dire in questi casi) trapiantata da un lustro a Maranello: la sua voce nelle cuffie che ci sono state fornite ci guiderà per le prossime due ore tra linee e stazioni di quello che non è uno scalo ferroviario ma la rampa di lancio delle Ferrari stradali attualmente in produzione.

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Piove a dirotto. Per nostra fortuna la missione odierna è quasi tutta indoor, a parte i veloci passaggi tra un reparto e l’altro. Abbiamo a disposizione una navetta elettrica ma si fa comunque prima a piedi ed è in fondo preferibile, visto che i reparti affacciano tutti sul Viale Enzo Ferrari, vera e propria spina dorsale della fabbrica, sulla quale si innestano come tante “costole” vie solo in apparenza minori, dedicate a tutti i piloti diventati campioni del mondo di Formula Uno al volante delle Rosse. Il Panoramic Tour, versione allargata e appena meno esclusiva del nostro Factory Tour, corre lungo questi ambienti esterni.

© Mezza Maratona d'Italia Memorial Enzo Ferrari Ufficio Stampa

© Mezza Maratona d'Italia Memorial Enzo Ferrari Ufficio Stampa

Mi torna in mente una scena di poco più di seri mesi fa: il nostro passaggio proprio lungo questa "avenue", nei primissimi chilometri della Mezza Maratona  domenica 30 marzo, applauditi e incoraggiati da alcuni dipendenti Ferrari evidentemente alle prese con gli straordinari.

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Dal reparto motori a quello verniciatura, al Centro Stile che ammiriamo solo dall’esterno, ogni reparto è diverso e unico nel suo genere ma son tutti accomunati dalla firma di architetti di fama mondiale. Il Centro Stile stesso porta quella di Flavio Manzoni, mentre la Galleria del Vento è frutto dell’estro creativo di Renzo Piano. Il Padiglione Verniciatura e la mensa aziendale sono progetti di Marco Visconti, il nuovo edificio dedicato alla Logistica Sportiva è invece firmato Luigi Sturchio. Ci sono poi l’edificio della nuova linea di montaggio (creato da Jean Nouvel) e il Centro Sviluppo Prodotto, realizzato da Massimiliano Fuksas. Ci muoviamo tra i reparti seguendo per ragioni di sicurezza appositi percorsi pedonali, realizzati per permettere il Factory Tour (ma non solo, ovviamente) senza intralciare il lavoro degli operai ad altissima specializzazione incaricati di assemblare le Ferrari “di tutti i giorni” (si fa per dire).

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L’attenzione cade a volte sul cronometro che scandisce il conto alla rovescia del tempo attribuito alla singola operazione, al termine della quale l’auto lascia una stazione per spostarsi a quella successiva ed essere presa in carico da un nuovo gruppo di lavoro. Non c’è però segno di stress… umano: tutto si svolge con il sorriso sulle labbra e con una cura che rasenta l’amore per l’auto che ad ogni stazione prende forma. Merito anche di un ambiente di lavoro che tiene in altissima considerazione il benessere del personale, come ci spiega "Ferra...tissima" Alessia.

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Ampie superfici vetrate, punti di ristoro e salottini proprio come nei nostri uffici ma soprattutto angoli di… verde che spuntano quando meno te lo aspetti nel bel mezzo (beh… quasi) delle linee di montaggio: piccoli giardini, in alcuni casi dall’aspetto di foresta amazzonica che ingentiliscono l’ambiente e rasserenano l’animo. Di noi che passiamo ma soprattutto di chi in quei luoghi lavora ogni giorno.  Negli ultimi anni Ferrari ha approfondito questa filosofia espandendo gli spazi verdi in azienda: più di venticinquemila alberi, arbusti e aiuole ora fanno sì che la natura si intrecci con il ritmo della vita quotidiana. I dipendenti si muovono tra i giardini e arbusti in fiore, e dalla scrivania può godere della vista di uno splendido paesaggio naturale.

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Per tutti noi al seguito della nostra guida il momento sicuramente più emozionante è quello del cosiddetto “matrimonio”, che avviene lungo la linea sulla quale la carrozzeria (l’unica parte delle Ferrari che non viene realizzata nel campus maranelliano) si abbassa dal binario sul quale corre a due o tre metri d’altezza per “incontrare” il sottostante telaio ed esservi unito “per sempre” (o comunque si spera molto a lungo). Alessia ci fa notare - posata sui sedili fiù in sede - la documentazione cartacea del singolo esemplare, una sorta di menu che riporta (tra l’altro) tutti gli optionals e le personalizzazioni richieste dal singolo cliente a livello di livrea esterna e dettagli interni. Da questo punto di vista ogni singola Ferrari è un pezzo unico: non ne esistono due uguali. Unico limite alla fantasia (e alle richieste) del clienti immagino sia il rispetto dell’immagine Ferrari come brand e come singolo modello. E immagino anche (non ci vuole molto) che le richieste stravaganti non manchino… Dalle ampie vetrate, Alessia ci fa notare là sotto un tratto del muro di cinta originario dello stabilimento: internamente oggi è verniciato di rosso, all’esterno invece la tinta è - come alle origini - giallo ocra.

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Si è fatta intanto l’ora di pranzo ma - prima di concedercelo noi stessi - lasciamo alla nostra destra il ristorante aziendale “Il Podio” (come detto anch’esso un piccolo gioiello architettonico) che è tutta un viavai di divise rosse. Prima di raggiungere il nostro capolinea alla Boutique Ferrari, passando davanti al vecchio ufficio di Enzo Ferrari proprio a fianco dell’ingresso di via Abetone Inferiore 4 (dal quale il Drake poteva controllare che andava e chi veniva), ci avviamo verso quello che per me personalmente rappresenta il clou del Factory Tour: il reparto Corse Clienti.

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Qui vengono custodite le monoposto di Formula Uno appartenenti ai collezionisti che se le sono aggiudicate a cifre iperboliche, ma anche le Supercar dell’XX Programme abilitate “solo” all’uso in pista. Non manca un modello da esposizione della 499p Hypercar che ha permesso alla Ferrari di vincere le tre più recenti edizioni della 24 Ore di Le Mans e - al termine della recente 8 Ore del Bahrain - conquistare il titolo Costruttori e quello Piloti (con gli italiani Antonio Giovinazzi e Alessandro Pier Guidi e l’inglese James Calado) nel WEC World Endurance Championship. Le possiamo osservare da una certa distanza, senza poterci aggirare più di tanto tra una e l’altra. Resistere alla tentazione e alla curiosità però è davvero difficile. E, ancora una volta, che peccato che il Factory Tour non includa un passaggio - anche rapido, “en passant” - nella Scuderia di Formula Uno!

© Stefano Gatti

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Il nostro giro si conclude invece con un passaggio nella lussuosa boutique Ferrari, anch'essa meta di pellegrinaggi da tutto il pianeta, dove ci congediamo un po' malvolentieri dalle nostre guide nelle stanze segrete del mito. Per fortuna però, dopo un gustosa pausa pranzo (per restare in tema un pit stop con tanto di rifornimento). D'altra parte il giro mattutino è stato sorprendentemente impegnativo in termini di energie e di chilometri percorsi avanti e indietro lungo la line di montaggio delle Rosse (e non solo).

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Ci spostiamo nel primo pomeriggio sul nuovo circuito e-Vortex lungo un paio di chilometri, realizzato da zero in poco più di sei mesi: era ancora tutto prato qui intorno alla fine di marzo! Un pratone tra la Pista di Fiorano (in attività dal 1972) e una delle tante industrie della ceramica per le quali l’Emilia-Romagna è noto, oltre che per l’industria automobilistica, si capisce!

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Al termine della conferenza stampa di presentazione della Mezza Maratona d’Italia Memorial Enzo Ferrari ricompare la navetta che avevamo un po’ snobbato in mattinata, pronta ora ad accompagnarci per un giro di “ricognizione” del nuovo impianto. Oggi insomma è tutto un tour! D’altra parte anche la “mezza” podistica - come ho già avuto modo di sperimentare la scorsa primavera correndone la prima edizione - propone una sorta di tour ferrarista.

© Mezza Maratona d'Italia Memorial Enzo Ferrari Ufficio Stampa

© Mezza Maratona d'Italia Memorial Enzo Ferrari Ufficio Stampa

Dopo lo storico start (ricordato da un apposto cartello stradale) da via Alfredo Dino Ferrari (davanti al Museo Ferrari) - i primi chilometri di gara percorrono un tratto della Pista di Fiorano, per imboccare poi da Via Abetone il già citato vialone che attraversa la fabbrica, lasciandola poi al suo capo opposto, pronti a puntare verso il traguardo di Modena attraverso il territorio comunale di Fiorano Modenese e Formigine.

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Nell'enorme garage del circuito (che ospita la conferenza stampa) mi viene incontro Marc Gené (brand ambassador Scuderia Ferrari di lungo corso nonché commentatore televisivo dei GP di F.1), con il quale ci intratteniamo in una conversazione che curiosamente non sfiora nemmeno il motorsport e punta direttamente sul running, sport al quale scopro in questa occasione che lo spagnolo sta iniziando a dedicarsi. Spazio poi all’intervista per Sportmediaset con l’Amministratore Delegato Benedetto Vigna. Mi rivolgo a lui con un “dottor Vigna”, mi ricambia con un “ciao” che mi fa piacere e predispone al meglio entrambi per la nostra conversazione. Poi vado in cerca di chi mi ha proposto il giro sul nuovo circuito e scopre di essere l’ultimo.

© Ferrari Press Office

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Salgo a bordo della navetta, da solo e per l’ultimo giro di giostra, con la mia guida a questo punto “dedicata”, sotto la pioggia all'imbrunire, anzi propriocon le prime luci della sera. Già immagino quando ripasserò di qui alla fine di marzo - non tanto più lento della navetta! - nei primissimi chilometri della mezza maratona ferrarista!

© Stefano Gatti

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