Vettel: "Mondiale non è chiuso"

Il ferrarista spiega: "Giusto rischiare, difendo le scelte e la strategia di Singapore"

  • A
  • A
  • A

Sei Gran Premi da correre e 40 punti da recuperare. Il distacco tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel è ampio, i segnali dopo Singapore non sono incoraggianti. Eppure in casa Ferrari si registra l'ottimismo del pilota tedesco, che alla Bild ha spiegato di non aver alcuna intenzione di mollare: "So come si vince, l'ho già fatto quattro volte. La macchina è alla pari con la Mercedes". Poi confessa: "Mi piacerebbe ricevere consigli da Michael Schumacher".

Sarà una rincorsa disperata e forse proibitiva. Ma con sei GP da affrontare Vettel non vuole alzare bandiera bianca. È l'orgoglio del campione, soprattutto in un momento di manifesta difficoltà: "So come si fa a vincere un titolo, inoltre abbiamo un'auto che viaggia alla pari con quella di Lewis. È vero, Singapore non è stata una tappa positiva, ma noi dobbiamo superare innanzitutto noi stessi. Abbiamo un buon punto di partenza, posso ancora diventare campione del mondo, combatterò fino alla fine".

Una dichiarazione di intenti obbligatoria per chi non può permettersi altri passi falsi. Ci sono stati errori personali e giornate no per auto e gomme: "Se sai che puoi vincere delle gare e non succede, è molto deludente. Ci sono stati anche dei confronti duri, come con Hamilton a Monza, ma fa parte del gioco. Non gareggio mai per viaggiare al di sotto del mio potenziale, non si possono fare calcoli. Se non avessi rischiato, se non avessi superato Button ad Abu Dhabi nel 2012 non sarei diventato campione del mondo".

Poi Vettel spiega quanto sarebbero preziosi i consigli speciali di una persona: "Se stesse bene, chiederei molte cose a Michael Schumacher. Non necessariamente consigli di guida, ma anche sul resto. Sul dietro le quinte, su come si lavora nel team, sulle politiche della Formula 1".

Sulle critiche allo stile di guida Vettel risponde piccato: "Il mio stile di guida mi ha permesso di vincere quattro mondiali e 52 GP. Tutti abbiamo paura di sbagliare, so che prendendosi dei rischi qualcosa può andare storto. Ma non puoi lasciarti paralizzare dalla paura. Per questo voglio difendere anche le strategie rischiose, come quella di Singapore. Difenderò sempre la mia squadra, si vince e si perde insieme".

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti