Roma, ritiro evitato... per ora

Garcia rinuncia al pugno di ferro. Intanto Sabatini ammette: "Senza Champions è un fallimento"

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Adesso la situazione è realmente preoccupante. Archiviato il sogno scudetto e metabolizzato il sorpasso in classifica dalla Lazio, la Roma rischia a questo punto di perdere anche l'ultimo treno che porta in Champions League. Un fallimento, come l'ha definito senza mezzi termini Walter Sabatini, il fondo di una caduta cominciata dieci partite fa e non ancora finita. Questi i numeri: 12 punti negli ultimi dieci match frutto di 2 sole vittorie e ben sei pareggi e la miseria di 7 gol fatti nelle stesse gare. Un problema, quello del gol, evidenziato anche sabato sera da Icardi che, ricordano i quotidiani romani, ha segnato da solo più di tutto l'attacco romanista.

Per vedere una Roma capace di andare due volte in rete nella stessa partita bisogna riportare "l'orologio" all'8 febbraio, quando i giallorossi vinsero 2-1 a Cagliari. Da lì in avanti, massimo un gol. Una miseria per una squadra che a inizio campionato puntava, giustamente, allo scudetto.

Fatto sta che oggi il conto da fare è un altro, il punto è salvare il salvabile e respingere l'assalto del Napoli. Vicino, vicinissimo e, soprattutto, sorretto da una condizione fisica brillante e da un morale altissimo. Garcia per il momento evita il pugno duro. Ha tenuto a rapporto la squadra per l'ennesima volta e chiesto ai suoi giocatori lo sforzo necessario per tenere almeno il secondo posto cercando, se possibile, di andare a insidiare la Lazio. Ma di ritiro punitivo non se ne parla. Non ancora, perché a questo punto è probabile che la società non accetti altri passi falsi. Mercoledì c'è la trasferta di Sassuolo, quindi l'impegno in casa contro il Genoa. Servono, assolutamente, sei punti. Altrimenti anche la pazienza di Pallotta potrebbe davvero finire.

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