CR7, il Parma e un affare sfumato per... 12 milioni. Prandelli: "Dissi che bisognava farlo subito, ma poi Tanzi..."

Nel 2003 l'ex ct era l'allenatore degli emiliani: "Ricordo l'entusiasmo del ds Doriano Tosi. Forse il patron non voleva spendere..."

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"Ricordo l'entusiasmo del ds Doriano Tosi e quando il presidente Tanzi mi chiese un parere dissi subito che l'affare andava fatto". Così Cesare Prandelli, ai tempi allenatore del Parma, ricorda quei giorni di agosto dell'ormai lontano 2003 quando gli emiliani furono vicinissimi a chiudere con lo Sporting Lisbona per Cristiano Ronaldo che allora non era ancora CR7 ma aveva già le stimmate del fuoriclasse. Tant'è che anziché finire alle dipendenze dell'ex ct azzurro, di lì a pochi giorni fu arruolato tra i i Ferguson-boys al Manchester United.

La storia è semplice e a due giorni dal match del Tardini tra Parma e Juve fa tanto amarcord. Altri tempi allora, altro Parma soprattutto, al tramonto dell'era Tanzi e alla vigilia del crac-Parmalat che travolse anche la squadra gialloblù. Sacchi era direttore dell'area tecnica, Tosi direttore sportivo. E fu proprio l'attuale dirigente del Modena a intuire tra i primi le enormi potenzialità di Ronaldo e a raggiungere un accordo di massima con lo Sporting per una cifra di 12 milioni.

"Ai tempi non c'era sentore di quello che poi sarebbe successo - ha continuato Prandelli ai microfoni del nostro Simone Malagutti - fatto sta che comunque il presidente forse preferì non spendere quei soldi. Io ricordo invece benissimo l'entusiasmo di Tosi, un entusiasmo che aveva coinvolto tutti: arrivò nello spogliatoio dicendo che stava per chiudere la trattativa, mi fidavo...". Poi invece, dopo un amichevole giocata dallo Sporting proprio contro lo United, Ronaldo finì al Manchester per 15 milioni: "Noi non chiudemmo l'affare e finì così. Rimpianti? No, però tutte le volte che lo vedevo giocare e segnare...".

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