Milan: Suso, Higuain e... altre diavolerie

Ecco come Gattuso sta cercando nuove soluzioni per far decollare i rossoneri

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Da belli e perdenti a pratici e vincenti il passo è stato lungo abbastanza da fare passi, questi sì in avanti, in classifica. Banalmente si potrebbe dire che è il Milan di Higuain e Suso e non farebbe una piega. La verità, però, è che Gattuso lo sta finalmente prendendo in mano, plasmando, modificando. Ogni volta aggiungendo qualcosa. Il modulo, al netto dell'esperimento, peraltro positivo, del 4-4-2 della seconda parte del match di Europa League con l'Olympiacos, è sempre quello. A cambiare sono i movimenti, non ultimo quello di Suso - ma anche di Calhanoglu dall'altra parte - chiamato a entrare dentro il campo quando il possesso è sul lato opposto per dare appoggio a Higuain e favorire gli uno-due rapidi. Non è un caso che proprio da uno di questi movimenti a ridosso del Pipita sia scaturito l'assist per il 2-0.

Lo spagnolo che si accentra e cerca spazio tra le linee non dà riferimenti alla difesa avversaria e costringe o uno dei due centrali a uscire, allargando lo spazio vitale di Higuain negli ultimi 20 metri, o un centrocampista ad abbassarsi lasciando sulla trequarti varchi per gli inserimenti di Biglia o Kessie, con il primo arrivato per questo più frequentemente al tiro. L'altra grande novità sono i frequenti cambi di gioco da un lato all'altro del campo. Ne sono stati fatti molti contro l'Olympiacos - non sempre bene -, e sono stati ripetuti contro il Chievo. In entrambe le occasioni il Milan è riuscito in questo modo a ottenere un duplice risultato: uscire dal pressing avversario e trovare la superiorità numerica in fase offensiva. Infine l'aggressione non sistematica ma frequente sul possesso degli avversari. Si è vista praticamente per la prima volta contro i veronesi e ha permesso di recuperare parecchi palloni nella metà campo del Chievo consentendo al Milan di avviare l'azione più in alto rendendosi di conseguenza immediatamente pericolosi.

Sul belli e perdenti della primissima parte della stagione - che poi perdenti, per una squadra che ha perso una sola volta, non è esatto - ci sarebbe da discutere. Il Milan non era così bello come veniva dipinto. Portava il pallone, questo è vero, ma il giropalla era spesso molto basso e quasi sempre molto lento e prevedibile. Rispetto a un paio di settimane fa, la squadra ha quindi anche aumentato i giri. Non corre di più - già correva parecchio - ma fa correre più velocemente il pallone anche a costo, ed è capitato ad esempio contro il Chievo ad Abate, di sbagliare qualche appoggio. Non siamo ancora alle giocate di prima, sempre molto rare, ma sono diminuite quelle oltre i due tocchi, che pure possono essere ulteriormente ridotte. La velocità di esecuzione aiuta quasi tutti gli attaccanti, che possono giocare più agevolmente l'uno contro uno e buttarsi in spazi che non sono ancora stati coperti dalla difesa e dal centrocampo avversario. Il Milan adesso ruba qualche tempo di gioco. Non lo fa spesso, ma lo fa e tanto basta per creare più occasioni.

Paradossalmente tra una difesa che continua a prendere sempre gol e un attacco in cui segna quasi solo Higuain il problema è più la fase realizzativa. Higuain in questo senso è un mostro, per cattiveria, rapidità di esecuzione e varietà di giocate. Agli altri manca soprattutto la prima cosa. Contro il Chievo come contro l'Olympiacos - ma era capitato anche in precedenza - le occasioni da gol buttate per sufficienza sono ancora troppe. Ieri lo hanno fatto Kessie prima e Bonaventura poi. A volte il difetto non fa danni, altre, e in particolare contro le squadre di alta classifica, può costare una sconfitta.

E' superfluo dire che il primo grande banco di prova sarà il derby che attende Gattuso dopo la sosta. Un derby importantissimo perché darà la reale misura dei passi avanti fatti dal Milan. Sarebbe decisivo vincere, è fondamentale non perdere. L'Inter segna ma ha un gioco leggibile e concede. Il Milan, lo abbiamo detto, subisce sempre almeno un gol e spreca qualche occasione di troppo. Il grande nodo sarà l'occupazione degli spazi in fase difensiva soprattutto per i giocatori che si inseriranno alle spalle di Icardi e la capacità di crearli in mezzo al campo quando i nerazzurri aggrediranno l'avvio dell'azione rossonera con il pressing alto. La gestione di quei palloni, unita alla capacità di contenere i "terribili" minuti finali dell'Inter e di addormentarli, farà la differenza tra un risultato positivo e uno negativo. Per non dire che è tutto sintetizzabile negli assist di Suso e nei gol di Higuain. E' in parte vero, in parte no. In parte corretto, in parte ingiusto.

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