Milan, idee poche e molto confuse

I numeri sono impietosi e condannano Montella. La Champions è già lontanissima

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Ci sono numeri che a questo punto sono impietosi e fanno "giurisprudenza": quattro sconfitte su otto giornate di campionato, tre ko di fila, di cui due con dirette concorrenti alla corsa, ormai solo ipotetica, ai posti Champions. Dodici punti di ritardo sul Napoli, 10 sull'Inter, 7 sul terzo posto parimerito di Juve e Lazio e nono posto in classifica. Numeri, numeri, numeri che sono una sentenza, che annientano progetti e sogni, che non possono non preoccupare la dirigenza rossonera e la proprietà del Milan. Perché sul tramonto di un derby perso anche con un pizzico di malasorte, è impossibile non pensare che nulla è ancora cominciato ma tutto sembra già finito.

Vincenzo Montella, per la prima volta apparso seriamente preoccupato anche del suo futuro, continua a vedere il bicchiere mezzo pieno e non ha mancato di sottolineare la reazione orgogliosa della squadra nel secondo tempo. Ma una grande squadra è logica, non emotiva. Una squadra di qualità ha idee chiare, non procede per tentativi. Il Milan sembra invece sempre in divenire, un divenire che non raggiunge mai - o più - l'obiettivo banale della vittoria.

Prendiamo il derby: prima il 3-5-1-1 con gli esterni di centrocampo molto bassi e schiacciati quasi a ridosso della difesa e Suso nuovamente riproposto, con pessimi risultati, alle spalle di André Silva. Quindi lo spostamento dello spagnolo in mediana (prima assoluta) e l'inserimento di una seconda punta, Cutrone, per dare un po' di peso a un attacco leggerino. Infine, dopo il secondo e in quel momento immeritato svantaggio, l'inserimento di Locatelli per Romagnoli. Tentativi, reazioni di pancia e non di testa, il tentativo goffo di buttare il cuore oltre l'ostacolo senza la consapevolezza necessaria per saltare oltre le difficoltà.

E' un momento delicato, difficile da analizzare e da superare. Ma è anche il momento in cui servono forse decisioni importanti, perché Montella sta navigando a vista in un mare che è sempre più in tempesta e il margine per tenere a galla la barca è obiettivamente ridottissimo. Torniamo ai numeri: il Milan ha perso contro tutte le squadre di medio-alta classifica che ha incontrato (Lazio, Samp, Roma e Inter) e ha battuto, anche faticando, solo squadre di bassa classifica (Crotone, Spal, Cagliari e Udinese). E' questa la sua dimensione? E' nella zona cuscinetto che separa le grandi squadre del nostro campionato dalle squadre che non possono nemmeno pensare a un posto in Europa League? Tecnicamente si direbbe di no. Ma i fatti sono fatti. E sono indiscutibili.

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