Allegri sforna piatti stellati anche senza Pirlo, Vidal e Tevez

Il livornese ha rilanciato la Juve: dall'inferno del 14° posto allo spauracchio per il Bayern

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Per la critica più feroce è un sopravvalutato. Chi lo ama si sente alle prese con un fenomeno sui generis, capace di gestire mente e corpo delle risorse umane a disposizione. Il demiurgo in questione è Massimiliano Allegri, quello che a maggio del 2015 festeggiava lo scudetto, che pochi giorni dopo si giocava la finale di Champions. Quello che il 18 ottobre era precipitato all'inferno. Infatti, dopo il pareggio con l'Inter, per trovare la scritta Juventus occorreva scorrere la classifica fino alla piazza 14. Un affronto al sistema.

Così Max era pronto per essere piazzato sul carrello dei bolliti. Insomma troppo facile vincere con ricetta e ingredienti dello chef che ti aveva preceduto, nel senso di Antonio Conte. Peccato che, nel frattempo, scelte di vita e di mercato avessero tolto dalla lista ingredienti fondamentali per il successo: Tevez, Pirlo e Vidal. Per la gioia dei detrattori di Max le prime esibizioni della nuova Juventus sono state un disastro. La società mandava lievi segnali di disappunto. Interrogato sull'impiego di Dybala Max chiedeva pazienza, passare dal Palermo alla Juventus non è roba piccola. Poi gli infortuni, la flessione del gioiello Pogba, l'involuzione di Morata. Allegri non ha mai smesso di credere in stesso e nei nuovi ingredienti. Tant'è che dalla giornata 11 in poi ha sempre vinto. Un percorso netto che ha fatto di Dybala un fenomeno a livello assoluto, che ha restituito qualità e sostanza a Pogba, che negli ultimi giorni ha permesso il recupero di Morata, prigioniero dei numeri della passata stagione, capace di rullare prima l'Inter in Coppa Italia e poi il Chievo in campionato. Con una Juventus così in palla anche il Bayern mette meno paura. Merito dello chef Allegri capace di sfornare piatti stellati anche in assenza della vecchia materia prima.

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