De Rossi: "Conta solo andare al Mondiale. E non ci tremano le gambe"

Il romanista: "La Svezia è da temere nel modo giusto. Non c'è niente di facile. A noi serve l'appoggio di tutti gli italiani"

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Daniele De Rossi: sulle sue spalle la Roma del dopo-Totti e anche un pezzo importante (se lo dividono lui, Buffon e Barzagli) di questa storia azzurra che parte dal trionfo Mondiale 2006, passa per due depressioni (Sudafrica e Brasile) e si sposta qui, verso uno spareggio che non si può sbagliare. "Con la Svezia -dice- servirà sangue freddo, ma anche sudore e sacrificio. Dobbiamo mettere in campo lucidità e tecnica. Il mio obiettivo è chiaro, unico: voglio assolutamente qualificarmi per il Mondiale, poi una volta arrivati in Russia ce la giocheremo fino in fondo. Bisognerà lasciare da parte i campanilismi, andare al Mondiale è di tutti. San Siro sarà esaurito per la gara di ritorno, ci sarà una grande cornice e dovrà esserci appartenenza e sostegno. Siamo forti, forse migliori della Svezia, ma c'è quel pizzico di paura che ormai nel calcio di oggi è quasi necessaria. Conta passare il turno, non importa come".

De Rossi non ha usato giri di parole nel dire che una mancata qualificazione sarebbe "una macchia per la mia carriera" e che "bon ho mai preso in considerazione l'eventualità di non andare al Mondiale". Il centrocampista ha parlato anche di moduli e soprattutto di atteggiamento: "Se loro giocano con il 4-4-2 non stravolgeremo il nostro modo di affrontarli solo perchéla sfida è importante. Devi giocare con le armi con cui cerchi di battere ogni altra squadra. L'esperienza conterà ma è una delle qualità che serviranno, come furore, rabbia, tecnica e organizzazione. Solo l'esperienza non serve. Spero che a nessuno di noi tremino le gambe. A me non tremarono in finale di Coppa del Mondo a 22 anni. Avere più esperienza non significa che devo avere il posto assicurato e che sono migliore di un altro". 

In ogni caso, tutti uniti e avanti come sempre: "Le convinzioni del ct saranno le stesse di sempre, non mi sembra che la stia preparando diversamente solo per l'importanza. La Svezia non è sconosciuta per noi e non è una squadra materasso: se il Mondiale è importante per me penso che lo sarà anche per loro che ne hanno giocati meno. Ma possiamo batterli, anche se ci sarà da soffrire. Noi dobbiamo andare al Mondiale". Infine, De Rossi individua un piccolo vantaggio: "Il fatto che non ci sia Ibrahimovic è sempre un vantaggio perché anche a 40 anni e con una gamba rotta contro non lo vorrei mai".

Il capitano della Roma lancia anche un appello ai tifosi: "Bisogna stare vicini a questa Italia. Bisognerà fare il tifo e lasciare da parte i campanilismi. Andare al Mondiale è un successo di tutti gli italiani. Questo non è il momento per chiedere fiducia, dobbiamo conquistarcela. Al nostro interno abbiamo fiducia, ma essendo una doppia sfida fondamentale vogliamo che tutta l'Italia ci sia vicino".

E non poteva mancare una riflessione sull'addio al calcio di Andrea Pirlo: "Tutto il mondo ha parlato di Pirlo, vuol dire essere un giocatore e una persona fuori dall'ordinario, vuol dire aver fatto una carriera eccezionale. Il consenso che ha ricevuto è simile a quello che ha avuto Totti. E' stato un compagno di squadra leale e un amico vero, non ha mai preso scorciatoie per accattivarsi allenatori, colleghi, stampa. Non è facile trovare persone così". 

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