Franco Arese, l'Atletica in "Divieto di sosta"

A Milano mega-raduno dei Grandi dell'atletica mondiale per un libro che racconta la vita del campione

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Quando un libro ("Divieto di sosta") sulla vita di un campione dello sport, Franco Arese, diventa l'occasione per radunare a Milano, grande albergo in zona San Siro, autentiche leggende dell'atletica italiana, europea e mondiale, un numero imprecisato (precisabile, se si vuole) di medaglie d'oro olimpiche, mondiali ed europee, di primati mondiali, europei e italiani (italiani che ancora resistono) significa che il mondo dell'atletica è un qualcosa di speciale, dove rivalità, amicizia, passione, trionfi e sofferenza sono una cosa sola, e che il festeggiato -il 73enne Arese- senza la minima idea di sentirsi una leggenda, a suo modo lo è.

Alla festa, la sua festa, c'era l'Atletica: Livio Berruti, Marcello Fiasconaro, Lasse Viren, Pekka Vasala, Giuseppe Pippo Cindolo, Giuseppe Gentile, Abdon Pamich, Laura Fogli, Franco Grippo, Venanzio Ortis, Stefano Mei, Gianni del Buono, campioni di altri sport come Dino Meneghin e Novella Calligaris, altri ancora, giornalisti di mille eventi, una sala strapiena di colore e calore. Per tutti meravigliose immagini da rivedere, aneddoti e un pizzico -perché no?- di commozione; per i più giovani, l'occasione di conoscere, di farsi raccontare e magari di cercare sul web che cosa era capace di fare gente così, gli Anni Sessanta e Settanta e Ottanta di un'atletica che era e resta leggendaria.
"Io sono semplicemente felice di vedervi qui", inimmaginabile evento per questo libro che non è un'autobiografia e che Franco Arese ha scritto insieme a Gianni Romeo, Franco Fava e Fabio Monti raccontando gli anni giovanili, i successi culminati con l'oro europeo di Helsinki 1971 sui 1500, i primati, la carriera di imprenditore e i suoi otto anni a capo dell'atletica italiana, fino al 2012. La lettura sarà piacevole, l'incontro di oggi entra -e pieno titolo- a far parte degli Eventi con tanto di messaggi fatti recapitare dal capo dello sport italiano, Giovanni Malagò. E dal gran capo dell'atletica mondiale, Lord Sebastian Coe.

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