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Vero Volley Next annuncia la creazione della prima filiera dello sport di Regione Lombardia

Il dato preoccupante del drop-out sportivo: un italiano su 4 ha abbandonato l’attività fisica. La risposta col progetto di Vero Volley

06 Nov 2025 - 18:00
 © Ufficio Stampa

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“Mens sana in corpore sano”, dicevano i latini. Un aforisma che esprime alla perfezione il legame profondo tra corpo e mente e che ricorda quanto l’attività fisica sia fondamentale per il benessere generale. Oggi, però, questo equilibrio sembra non essere più una priorità per molti. Secondo i dati diffusi da ISTAT nell’ultimo report sulla pratica sportiva in Italia, lo scorso anno il 25,4% (14 milioni e 600 mila dai 3 anni in su, poco più di una persona su 4) della popolazione italiana ha dichiarato di aver interrotto l’attività fisica continuativa in un certo momento della loro vita.

Il fenomeno del cosiddetto “drop-out sportivo”, sottolinea il rapporto, emerge già in età giovanile: oltre 1,5 milioni di giovani tra i 10 e i 24 anni hanno smesso di praticare sport. L’abbandono riguarda soprattutto le ragazze (21,6%) rispetto ai ragazzi (15,1%), con un’età media di interruzione di 14 anni per le prime e 15 per i secondi. Le motivazioni sono varie: dalla mancanza di tempo alla perdita d’interesse, passando per lo studio, la pigrizia o, secondo gli esperti, anche la mancanza di strutture. Un quadro che evidenzia la necessità d’interventi mirati, in particolare in ambito scolastico e territoriale, per contrastare l’abbandono precoce e favorire la diffusione di una cultura del movimento, che ha molteplici effetti positivi.

Per alcune discipline sportive, per contro, il fenomeno del drop-out presenta risvolti deleteri anche dal punto di vista più strettamente economico: perché giovani che abbandonano uno sport significano, molto spesso, anche tifosi che si allontanano e che lo fanno proprio nel momento in cui divengono “spendenti”. A questo preoccupante quadro si aggiungono i dati riportati nel rapporto Coni 2024 che vedono in Italia, nel confronto con altri Paesi europei, livelli di pratica sportiva tra i più bassi nell’area. In particolare, rispetto a Germania, Francia e Spagna, il nostro Paese presenta un marcato ritardo con riferimento sia alla quota dei cosiddetti “super-sportivi” (che si allenano a ritmo quotidiano) sia alla percentuale di sedentari.

Proprio per questo, tra gli addetti ai lavori, vi è chi ritiene che, protagonisti di un rilancio della pratica sportiva a tutti i livelli e peculiarmente nei territori di riferimento, debbano essere i sodalizi più competitivi, a prescindere dalla disciplina, interessati in prima persona da questa ondata di abbandoni. Una scelta che, per esempio, ha voluto mettere in campo una realtà agonistica come il Vero Volley che ha costituito e farà da capofila alla “filiera dello sport”, recentemente approvata da Regione Lombardia: si tratta del primo caso del genere nel panorama sportivo italiano. Questo progetto è stato presentato in occasione di Vero Volley Next: parliamo di futuro, tenutosi il 6 novembre presso il Duomo Space Milano, durante il quale sono stati approfonditi temi come sostenibilità economica, nuovi modelli di revenue e impatto sociale dello sport insieme a istituzioni e partner di Vero Volley.

L’evento ha visto gli interventi di Alessandra Marzari, Presidente di Vero Volley, sulla fotografia delle nuove generazioni e la visione di Vero Volley, oltre che sulle prospettive internazionali; Gianpaolo Martire, Direttore Marketing di Vero Volley, si è soffermato su impatto e sostenibilità economica; Martina Riva, Assessore allo Sport, Turismo e Politiche giovanili del Comune di Milano, sul tema dei grandi impianti sportivi a Milano e l’importanza della palestra di prossimità; Federica Picchi, Sottosegretario con delega Sport e Giovani della Regione Lombardia, sui bandi regionali per l’impiantistica sportiva; Filippo Giordano, docente presso l’Università SDA Bocconi, in merito a Social ROI e sviluppi dei Social Bond; Andrea Boaretto, docente al Politecnico di Milano e fondatore Personalive, ha approfondito i trend aziendali su prevenzione ed educazione ai sani stili di vita; Ada Rosa Balzan, fondatrice ARB S.B.p.A ed esperta indipendente alle Nazioni Unite, ha parlato di Social ROI e ESG in ottica internazionale; Fabio Pugini, amministratore delegato e direttore generale di Numia SPA, e lo stesso direttore Martire, hanno parlato di posizionamento e nuove redditività nel mondo dello sport.

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“Secondo i dati Coni, se tra calcio e pallavolo il rapporto per numero di tesserati è di circa 3 a 1, quello del fatturato è enormemente più sbilanciato, se consideriamo i top club, superando talvolta la proporzione di 50 a 1 – spiega proprio il direttore Martire – Perché questo avviene? Noi disperdiamo un valore importante che sono quasi un milione di ragazzi che ogni anno s’iscrivono ai corsi tra federazione ed enti di promozione sportiva e che per 15 anni giocano a pallavolo, dopodiché, intorno ai 20 anni, per vari motivi smettono di giocare e, quindi, talvolta di seguire lo sport anche come semplici tifosi o appassionati. Una delle ragioni principali di questo abbandono è l’assenza di impianti di prossimità: partecipando a un bando come filiera, anziché come singola realtà, potremmo rendere più efficiente il progetto, per esempio, di ristrutturazione di una palestra scolastica. Un modello di questo tipo genererebbe un importante valore sociale, rendendo la pratica sportiva più sostenibile e accessibile. Lo scopo della filiera è, infatti, quello di generare impatto, permettendo una maggiore sostenibilità, confronto e innovazione, tramite sinergie, che possano massimizzare il Social ROI, il ritorno sociale dell’investimento, andando così oltre la semplice dimensione finanziaria”.

La filiera diventa, così, una rete di società che cooperano tra loro: le diverse realtà che ne faranno parte potranno accedere a bandi dedicati, destinati a progetti di innovazione, internazionalizzazione, sostenibilità e coesione sociale. In questo modo diventa non solo una catena di realtà, ma anche un vero e proprio strumento di crescita, in grado di trasformare le idee in progetti concreti e sostenibili. “La filiera è rete viva in cui collaborazione e fiducia diventano i veri motori dello sviluppo. Entrare in questo progetto significa contribuire a generare valore per il territorio: solo unendo idee, risorse e visioni potremo costruire un’economia più innovativa, solida e capace di guardare lontano”, aggiunge Alessandra Marzari, Presidente Vero Volley, che proprio all’interno dell’evento ha annunciato l’approvazione della filiera.