TENNIS

Tennis, Sartori e Piatti fanno i complimenti a Sinner: "E' pronto per vincere uno Slam"

I due tecnici hanno raccontato la propria esperienza con il 22enne di Sesto Pusteria guardando al percorso di crescita compiuto nel corso dell'ultima stagione

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"Quando l’ho conosciuto per la prima volta aveva 13 anni e mezzo, andava in terza media. Su consiglio di un mio amico andai a vederlo a Ortisei e fin da subito mi colpì l’armoniosità dei suoi movimenti. Era evidente che avesse la stoffa per diventare un giocatore vero". A raccontare questo aneddoto è Massimo Sartori, primo coach di Jannik Sinner che, all'indomani della finale persa alle Atp Finals con Novak Djokovic, ha raccontato la genesi del fuoriclasse del tennis italiano.

Nonostante la sconfitta patita dal numero 1 del ranking mondiale davanti al pubblico del Pala Alpitour di Torino, il talento viene da lontano, da quando il ragazzo decise di abbandonare la carriera di sciatore in erba per avvicinarsi alla racchetta. Uno strumento che gli ha già regalato numerose soddisfazioni e gli ha permesso di catalizzare l'attenzione di un intero paese come soltanto Adriano Panatta riuscì a fare nell'anno di grazia 1976. 

Vedi anche Tennis, Sinner rende onore a Djokovic: "Sei fonte d'ispirazione, guardo alle cose positive" Tennis Tennis, Sinner rende onore a Djokovic: "Sei fonte d'ispirazione, guardo alle cose positive" Il talento dalla concentrazione ferrea ha dimostrato nel corso dell'ultimo anno un percorso di maturazione senza precedenti che lo ha portato a giocarsi l'importante torneo al cospetto di uno dei migliori giocatori della storia confermando quell'intuizione che Sartori aveva avuto sui campi della Val Gardena. "Aveva un bel rovescio e serviva a piedi uniti, come Monfils.  Col suo fisico, in realtà, poteva eccellere in qualsiasi sport. Anche sugli sci andava alla grande, ma poi ha scelto il tennis - ha confessato l'allenatore -.  “Jannik ha fatto un salto di qualità, dimostrando di essere il più preparato per giocare bene tutto l’anno. Complimenti a lui e al suo staff per la programmazione perfetta. Inoltre è migliorato sia dal punto di vista fisico che tecnico, dimostrando di poter reggere match fisicamente dispendiosi. Ormai è pronto per provare a vincere tornei importanti, dove si gioca al meglio dei cinque set, contro avversari di alto livello“.

Il risultato emerso sul campo della città sabauda non ha influenzato il giudizio su una stagione da incorniciare caratterizzata dalla conquista del primo Master 1000 della carriera oltre a una serie di altri successi a livello individuale che accompagneranno Sinner alla Final Eight di Coppa Davis al via giovedì 23 novembre a Malaga. Miglioramenti macroscopici che non potrebbero balzare all'occhio e che gli potrebbero presto consentire di vincere uno Slam: "Jannik ha fatto un salto di qualità, dimostrando di essere il più preparato per giocare bene tutto l’anno. Complimenti a lui e al suo staff per la programmazione perfetta. Inoltre è migliorato sia dal punto di vista fisico che tecnico, dimostrando di poter reggere match fisicamente dispendiosi. Ormai è pronto per provare a vincere tornei importanti, dove si gioca al meglio dei cinque set, contro avversari di alto livello - ha spiegato Sartori -. Djokovic ha disputato una partita incredibile sotto l’aspetto tattico, non ha mai dato l’impressione di essere in ansia. La verità è che più va avanti nel torneo, più rappresenta un pericolo per gli avversari. Sinner invece ha un po’ pagato la tensione, in fondo era la prima finale davvero importante della sua carriera“.

Vedi anche Sinner nell'elite del tennis mondiale, adesso l'obiettivo è la top 3 Tennis Sinner nell'elite del tennis mondiale, adesso l'obiettivo è la top 3 Se l'ex coach di Andreas Seppi ha scovato il talento di Sesto Pusteria, chi lo ha sgrezzato è stato senza dubbio Riccardo Piatti che ha seguito Sinner all'inizio del suo percorso nel circuito principale prima di lasciare spazio all'accoppiata vincente Simone Vagnozzi-Darren Cahill. Il tecnico comasco ha avuto parole al miele per il suo ex allievo attraverso un lungo post pubblicato sui social rispondendo anche a tutti coloro che hanno messo in dubbio in passato il rapporto fra i due. "In molti mi hanno chiesto un commento sulla partita di ieri di Jannik e in generale sulla sua settimana alle Finals di Torino: giornalisti, amici, addetti ai lavori o semplici curiosi. Onde evitare fraintendimenti, preferisco affidarmi ai miei canali di comunicazione e rispondere a tutti da qui. Per prima cosa faccio pubblicamente i complimenti a Jannik (perché privatamente glieli ho già fatti) per questa bellissima settimana, ha giocato un ottimo torneo e un tennis di alto livello. Ci tengo anche a dire che la cosa non mi sorprende più di tanto, perché ho sempre creduto in lui e ho sempre saputo che Jannik fosse pronto per fare grandi cose, perché in questi anni ha sempre dimostrato una costante crescita, un’incredibile attitudine al lavoro e consistenza nei risultati e nel miglioramento - ha sottolineato Piatti -. Non posso che essere felice per questa sua finale, perché come per ogni insegnante, di ogni fascia di età, è bello vedere i propri “allievi” eccellere e diventare grandi, sia fisicamente che sportivamente. La finale di ieri è sicuramente solo la prima di una lunga serie che vincerà e auguro a Jannik un grande in bocca al lupo per questo presente e per il futuro. Come ho sempre detto e sempre dirò “Forzaaaa e divertiti”. 

L'ex allenatore di Sinner ha voluto inoltre rispondere alle critiche avanzate nei confronti dell'altoatesino per aver deciso di non prendere parte al turno preliminare di Coppa Davis a Bologna: Per concludere, ci tenevo anche a dirgli bravo per non aver ascoltato le inutili critiche ricevute durante la sua ultima mancata partecipazione alla Davis, circa il suo non attaccamento “alla maglia” e sul suo sentirsi o meno Italiano. Critiche sterili che sono arrivate da persone non competenti e che non conoscono come fare la prestazione di alto livello. Jannik, una settimana così alle Finals, i futuri Slam che vincerai e il ranking mondiale sono il miglior modo di dimostrare il tuo attaccamento all’Italia e di fare sentire tutti gli italiani orgogliosi di avere uno come te tra i migliori atleti al mondo“.

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