E' dura la presa di posizione di Nole Djokovic dopo essere stato sottoposto a un test ematico antidoping un'ora e mezza prima della partita di Coppa Davis contro Cameron Norrie. "E' una cosa che non mi era mai successa prima in venti anni di carriera - ha detto il numero uno del ranking -. Ho sempre sostenuto i test, ma non prima della partita". "Cosa cambiava? Sarei stato lì a fine partita - ha aggiunto -. Questo è scandaloso. Non c'è nulla da nascondere, ma ci sono anche dei limiti".
"Ho dovuto sottopormi a un test antidoping a meno di due ore dalla gara con Norrie - ha continuato Nole scendendo ulteriormente nei dettagli -. Non è nemmeno stato un controllo antidoping completo, ma solo un prelievo di sangue". "Un uomo seduto in un angolo mi ha seguito per ore - ha raccontato -. Ho avuto una discussione con lui, perché in 20 anni di carriera non mi era mai capitato prima. Ho ricevuto una notifica un'ora e mezza prima della partita".
"Ho la mia routine e non voglio distrazioni: pensare al prelievo del sangue, pensare se dovrò donare un campione di urina... Una decisione del tutto illogica - ha continuato il campione serbo -. Quando ho parlato con il rappresentante dell'agenzia antidoping, mi hanno detto che il motivo era che sarebbe stato molto tardi dopo la partita e anche per dare tempo all'altra squadra di riposarsi, ma poi ho detto loro che il vincitore della partita non avrebbe giocato il giorno dopo...".
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