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TRAILRUNNING E SKYRUNNING

UTMB Vs. Kima: Katie e Hillary, storie di successo tra Monte Bianco e Valtellina

Hillary Gerardi e Katie Schide tra le protagoniste assolute nel weekend più importante dell'anno per la corsa in natura e in alta quota

di Stefano Gatti
02 Set 2022 - 10:55
 © Maurizio Torri

© Maurizio Torri

Katie ha trent’anni e viene dal Maine, Hillary ne hai trentasei ed è nativa del Vermont. Katie ha vinto lo scorso weekend l’Ultra Trail du Mont-Blanc, poco meno di ventiquattr’ore dopo Hillary si aggiudicata il Trofeo Kima. Loro sono Katie Schide e Hillary Gerardi, running girls from the USA, capaci entrambe di imporre un clamorosa - ma solo in parte inattesa - doppietta a stelle e strisce in due tra gli eventi di maggior portata a livello globale nell'ambito di trailrunning endurance (UTMB) e skyrunning (Kima), tutto intorno al Monte Bianco e lungo il tratto centrale del Sentiero Roma: la selvaggia ed appartata Val Masino a diretto confronto con la luccicante e mondana Chamonix. E loro due - Katie e Hillary - sudate e felici a mettere tutti d’accordo. Correndo, camminando, soffrendo, sorridendo esauste al traguardo... e non solo!

© Maurizio Torri

© Maurizio Torri

Hillary Gerardi arrivava in Valtellina accreditata dei favori del pronostico, ma quattro anni dalla sua vittoria nel 2018 (il Trofeo Kima si corre ogni due anni e nel 2020 è stato cancellato dalla pandemia) non sono pochi. L’impresa lungo i 52 chilometri “sky” per 8400 metri dislivello positivo/negativo alla testata della Val Masino non era insomma priva di rischi.

Tutta un’altra storia per Katie che si era piazzata sesta ed ottava nelle due più recenti edizioni (2019 e 2021) dell’UTMB nel format da 171 chilometri e diecimila metri di dislivello positivo alla base (o quasi…) della massima elevazione dell’arco alpino. La prova più classica, anche se non la più estrema dell'evento che "imperversa" per un'intera settimana dalle parti di "Cham" e ne costituisce ormai da due decenni l'appuntamento sportivo (e non solo) più importante dell'anno.

© UTMB

© UTMB

Portacolori del Team SCARPA e beniamina del pubblico italiano ogni volta che si presenta al via di una gara sul versante sud dell’arco alpino, Hillary ha da tempo lasciato il Vermont e gli USA per stabilirsi con il marito Brad (che studia da Guida Alpina) a Grenoble, dove lavorano entrambi come ricercatori presso un ente di ricerca sugli ecosistemi alpini. Passione ma anche professione montagna, insomma! Inizialmente appassionata di arrampicata e scialpinismo (che ancora oggi pratica ad alto livello) Hillary è poi passata alla corsa sui sentieri in seguito ad un grave incidente proprio sugli sci.

Da parte sua Katie from Gardiner (Maine), atleta del team The North Face, di strada ne ha fatta tanta - e molta parte di essa correndo - dai suoi inizi… nell’hockey su prato. Scoperta la corsa in natura mentre lavorava in rifugio, la bionda Schide non si è più fermata ed all’UTMB ha fatto gli straordinari per TNF, collaudando in gara il prototipo di una nuova scarpa VECTIV™ che verrà resa disponibile il prossimo anno, senza al contempo rinunciare a correre con stile, caricandosi sulle spalle il nuovo zaino “Elvira" Flight Series, frutto della collaborazione tra il brand di Denver e l’artista spagnolo (basco) Fernando Elvira, grande appassionato di outdoor.

© Giacomo Meneghello

© Giacomo Meneghello

Sorriso strappalike perennemente stampato in volto - anche sotto sforzo - e grinta da vendere, Hillary si era imposta quattro anni fa nella diciannovesima edizione del Kima. Solo che, mentre Kilian Jornet metteva a segno un nuovo record sulla distanza che ancora oggi resiste, lei rimaneva ad un minuto e spiccioli (dopo oltre sette ore e mezza di gara!) dal primato che Nuria Picas aveva fissato nel 2012, dovendosi così “accontentare” della vittoria: seconda statunitense a farcela nella storia del Kima, quattro anni dopo Kasie Enman. In mezzo, il successo di Emelie Forsberg, oggi compagna di vita di King Kilian.

Solo sfiorato nel 2018, il record è arrivato però quest’anno, in capo ad una gara dominata in lungo e in largo (o più... appropriatamente in alto e in basso), su e giù per un itinerario che intercetta sette valichi tutt’altro che agevoli da attraversare. Sette ore, 30 minuti e 38 secondi il finishing time di Gerardi: vale a dire cinque minuti e 43 secondi meglio dal precedente e ormai decennale limite targato Nuria Picas, come detto risalente al 2012, proprio l'anno dell'incidente da svolta esistenzial-sportiva di Hillary.

© Mathis Dumas/UTMB

© Mathis Dumas/UTMB

Viso d'angelo ma running spirit da guerriera, cattiveria agonistica che sprizza da tutti i pori, pur non infiocchettando la sua vittoria con il record del percorso da Chamonix a... Chamonix passando per Courmayeur e Champex-Lac, Katie Schide ha fatto comunque la storia: la sua e quella del mega-evento a cavallo tra Francia, Italia e Svizzera. In un certo senso salvando il bilancio del suo team che - nella gara maschile - aveva perso per strada Pau Capell, costretto al ritiro dopo sedici ore e mezza e 126 chilometri, pessima conclusione di una giornata nella quale il catalano (vincitore tre anni fa!) puntava invece a scendere sotto il muro delle venti ore di gara, impresa poi riuscita al vincitore Kilian Jornet e al suo “delfino” Mathieu Blanchard. Non sol, Katie tuttofare (o multitasking che dir si voglia), ha pure "vendicato" il connazionale Jim Walmsley, (uno degli ultrarunners più quotati del pianeta), che si era addirittura trasferito in Francia da mesi per non lasciare nulla di intentato, ma la cui prova da superfavorito si è arenata giusto ai piedi del podio: quarto!

© UTMB

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Vittoria con un tempo di ventitré ore e quindici minuti per Schide, contro le ventisette ore e mezzo delle due precedenti partecipazioni (un salto di qualità d'altri tempi (letteralmente) ed al termine di una gara contraddistinta dalla fuga iniziale e poi da uno sfiancante duello con la canadese Marianne Hogan che l’aveva raggiunta. Non solo: Katie porta a tre le vittorie consecutive delle atlete USA, dopo le affermazioni di Courtney Dauwalter pre e post emergenza sanitaria (2019 e 2021), puntellando ulteriormente una tradizione da otto successi USA su diciannove edizioni. Prima di Katie e Courtney l’impresa era riuscita a Kristin Moehl (nell’UTMB inaugurale del 2003 e poi nel 2009), a Nikki Kimball nel 2007 e poi alla mitica Rory Bosio con la doppietta del 2013 e 2014. 

© Maurizio Torri

© Maurizio Torri

Katie e Hillary, Hillary e Katie: All American Girls sul tetto del mondo di trail e skyrunning. Non sono state le uniche protagoniste di UTMB e Kima (lo sono tutti gli atleti - uomini e donne - che si schierano al via di queste prove) e quelle da loro vissute l'ultimo fine settimana di agosto non sono le uniche storie che varrebbe la pena raccontare. Noi però -per quanto piuttosto... esclusive - le abbiamo scelte come esempio che le riassume tutte quante!

© UTMB

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