Conto alla rovescia per le attesissime prove del "sistema-TORX", l'evento-trail sulle Alte Vie della Valle d'Aosta, in programma dal 10 al 19 settembre.
di Stefano Gatti
Il campione, i trailrunners scrittori, gli addetti ai lavori. Per il lancio “milanese” dell’undicesima edizione del Tor des Gèants, la multiforme prova di endurance trail sulle Alte Vie della Valle d’Aosta, Garmin ha proposto alla stampa specializzata un incontro esclusivo con il due volte vincitore Oliviero Bosatelli, con Guendalina Sibona e Luca Dalmasso che alla "passione ultra" del Tor hanno dedicato un libro… a testa e con Erica Motta, responsabile dell’ufficio stampa dell’evento ormai alle porte.
Quattro gare in dieci giorni, lo scenario delle montagne più alte dell’arco alpino, un’aura ormai da leggenda per una prova attesissima, che torna dopo la pausa forzata del 2020, imposta appunto dall’emergenza sanitaria. È ormai tutto pronto al quartier generale di Courmayeur ed il conto alla rovescia corre… all’impazzata. Giorni frenetici non solo per i concorrenti che stanno preparando l’appuntamento clou del proprio calendario agonistico: perché questo è ciò che impone la portata di un evento come il Tor: priorità assoluta, un pensiero fisso lungo un anno, che richiede dedizione totale, sacrifici e – appunto – le necessità di affrontare le gare che lo precedono in ottica di preparazione al “big one”. Ma il punto di vista degli atleti è solo uno dei tanti dai quali affrontare il TORX-Tor des Géants: c’è anche quello dell’organizzazione di VDA Trailers. La cabina di regia ha il compito di coordinare i molteplici aspetti ordinari e quelli eccezionali di un evento che copre l’arco temporale di dieci giorni (da venerdì 10 a domenica 19 settembre), un’intera regione interamente alpina ed il lavoro di quasi tremila volontari. L’anno di sosta forzata - ci rassicura Erica Motta - è servito anche a affinare la strategia generale, che deve per l'appunto tenere conto delle restrizioni imposte dalla pandemia.
Le prove in programma sono quattro: si parte venerdì 10 alle 20.00 dal Tor450 des Glaciers, un “mostro” da 450 chilometri di sviluppo e 32000 (trentaduemila!) metri di dislivello positivo (arrivo previsto dei primi concorrenti... giovedì 16 a metà mattinata). Al via quest’anno una sessantina di “arditi”, ma sono tanti i possessori di un pettorale per questa gara che – anche alla luce dell’incertezza della situazione generale fino a pochi mesi fa – hanno scelto di rinviare la loro sfida al 2022. Scatteranno invece domenica 12 settembre i protagonisti della prova più classica: il Tor330 Tor des Géants… propriamente detto: 330 chilometri per 24000 metri di dislivello positivo (arrivo previsto dei primi all'alba di mercoledì 15), con partenza in due ondate successive (separate tra di loro di un paio d’ore, alle dieci del mattino ed a mezzogiorno) per via delle disposizioni legate all’emergenza sanitaria. Tra di loro anche Oliviero Bosatelli.
Il popolare “Bosa” può vantare al Tor un curriculum inarrivabile: due vittorie (la prima al debutto nel 2016, la seconda nella più recente, quella del 2019), oltre ad un secondo posto nel 2017 e ad un quarto nel 2018. Il vigile del fuoco di Gandino (BG) si schiera però al via quest’anno con ambizioni limitate, e non si tratta di pretattica. Bosatelli è infatti alle prese con acciacchi fisici che ne limitano il potenziale già da qualche mese e che lo hanno costretto ad… accontentarsi del quarto posto nella 100 Miglia del Bernina (Valmalenco) di metà luglio e poi alla resa ancora nelle battute iniziali del recente UTMB (Ultra Trail du Mont-Blanc) di Chamonix, sul versante francese della massima vetta delle Alpi. Incalzato da Christian Longoni di Garmin (sponsor Gold del Tor), con un piglio da "frontman" e la semplicità dei forti, Bosatelli non si è fatto pregare per raccontare la sua “visione” della gara, con immediatezza e dovizia di particolari riguardo i suoi diversi aspetti: da quelli più tecnici a quelli più curiosi ed inconsueti (i microsonni, le allucinazioni), precisando poi che quest’anno – causa infortunio appunto - il suo sarà un Tor meno competitivo che in passato ma altrettanto introspettivo e soprattutto “interattivo”, con più tempo del solito insomma per dedicarsi al contesto ed al contatto umano con la popolazione locale e con i volontari lungo il percorso.
Tornando alla scaletta degli eventi, a mettersi in marcia alle 21.00 di martedì 14 settembre saranno gli atleti che si sono aggiudicati un pettorale per il Tot Dret Gressoney-Courmayeur da 130 chilometri e 12000 metri D+, che propone una distanza ancora considerevole ma anche piuttosto tecnica: insomma, molto più che una prova d’ingresso ed anzi quella “giusta” per chi ambisce preparare il salto verso la 330K. Il secondo weekend del Tor culminerà nelle premiazioni finali di domenica 19, che saranno precedute (nel tardo pomeriggio di sabato) dall'arrivo - ad alto tasso emozionale - degli ultimi concorrenti delle prove ultra e di quelli del Tor30 Passage au Malatrà: trenta chilometri di sviluppo e 2300 metri di dislivello positivo, con partenza sabato mattina stesso alle 10.00 da Saint-Rhémy-En-Bosses e l’attraversamento dello stretto passaggio del Col de Malatrà (a 2925 metri di quota), una sorta di “porta del Paradiso”, varcata la quale appunto si scende tra ampi valloni e boschi verso il traguardo di Courmayeur: insomma, uno dei tratti più ambiti e - letteralmente - uno dei momenti più “alti” dell’esperienza-Tor. Per farsi un’idea della quale vi… consigliamo la lettura dei libri che al Tor hanno dedicato Guendalina Sibona e Luca Dalmasso, loro pure protagonisti della serata Garmin.
“Un giorno ancora-il mio viaggio dentro il Tor” (Edizioni Effedì) è il titolo di quello che porta la firma della milanesissima Guendalina, trailrunner di razza e soprattutto viaggiatrice. “Tra i giganti del Tor des Geants” (Fusta Editore) è il titolo della fatica letteraria che - per sua stessa ammissione - nell’ultimo anno ha cambiato la vita del piemontese (from Saluzzo) Dalmasso. Due visioni non sovrapponibili ma parecchio "assortite" dell'ultra-evento valdostano, che si completano ed in qualche modo si completano a vicenda. Non vi anticipiamo altro (tranne l’imminenza delle nostre rispettive recensioni sotto forma di intervista con gli autori) ma, avendo ascoltato il racconto appassionato e a due voci di Luca e Guendalina (entrambi già finishers del Tor 330K e lei fortunata - oltre che meritevole - titolare di un pettorale “Glaciers”… 2002), sospettiamo fortemente che “dopo”, per chi mastica un po’ di passione trail… sarà difficile resistere alla tentazione di fare almeno un pensierino ad una delle prossime edizioni del Tor des Géants. E lo scriviamo… a ragion veduta ed interessata!