Presentazione fuori dagli schemi e dalle consuetudini per la classica "sky" della Valsassina in programma l'ultima domenica dell'estate
di Stefano Gatti© Maurizio Torri
Si può desiderare la fine dell’estate quando l’estate stessa non ha ancora raggiunto metà del suo cammino? Certo che sì e il caldo africano di queste ultime settimane non c’entra. Piuttosto, ZacUp: un taglio netto! Perché il declinare dell’estate porta con sé proprio la Skyrace del Grignone, in programma domenica 18 settembre, l’ultima estiva prima dell’autunno. Giunta alla sua ottava edizione, la prova che gira intorno alla Grigna Settentrionale, la corteggia sui fianchi, ne raggiunge la vetta e poi la abbandona malvolentieri (ma il traguardo attende!) è stata presentata a due mesi dal segnale della partenza. Con il lancio più smart di sempre: informale, suggestivo, imperdibile.
Chiamatelo press day, vernissage, presentazione. Ma è stato molto di più: altro che una sala stampa, un centro congressi, uno store sportivo. Immagini di montagna e di skyrunners su un megaschermo? Niente di tutto questo: lo spettacolo in diretta, sotto ai nostri occhi, le dichiarazioni di rito… completamente e piacevolmente irrituali, amici e colleghi in piedi e disposti in cerchio sulle roccette di vetta del Grignone, poco fuori dal Rifugio Brioschi.
Difficile rimanere concentrati su ciò che viene detto, quando sei come su un isolotto roccioso assediato dalla nuvole ed al tempo stesso in pieno sole: quello dei 2410 metri della vetta, dove di questi tempi (roventi) puoi stare tranquillamente ed a lungo in maglietta e casomai braghette. Difficile davvero, quando le immagini della gara… ti scorrono davanti su uno schermo che non è mega ma proprio infinito, senza confini. Sala stampa, superstore, centro congressi? No way! Il lancio di ZacUp 2022 va in scena dal GPM stesso della gara, il suo punto culminante. Ti sembra già di essere lì: in divisa, in bagarre. In affanno, certamente. Ti vedi già in gara o per meglio dire ti rivedi: un’immagine nitida (nonostante l’annebbiamento totale di quelle volte!) nei tuoi passaggi precedenti. ZacUp 2019, innanzitutto, la mia prima e fin qui unica volta in questa prova.
© Maurizio Torri
L’idea della presentazione al Rifugio Brioschi mi aveva entusiasmato fin da subito, tanto da spostare in tempo reale un altro impegno per non mancare. Timing calcolato nei dettagli. Pronti a partire, giusto il tempo di rientrare dalla Settimana del Cervino e da un intero weekend spesso sotto la Gran Becca in compagnia di Hervé Barmasse e di suo padre Marco, di Alex Txikon ed Henri Aymonod. Da Monza a Pasturo la strada è breve. Schivo un paio di incendi di sterpaglie sulla superstrada (il fumo fa male, e non solo ai polmoni) e parcheggio a pochi passi dalla piazzola dell’elicottero alla Comunità Montana della Valsassina. La giornata è soleggiata (e calda, c’è bisogno di dirlo?) ma proprio lungo il crinale di vetta della Grigna Settentrionale “insiste” un nuvolone allungato, come un gattone candido pigramente (troppo) disteso sulla cresta. Tocca temporeggiare ma rischia di andare per le lunghe. Scatta quindi il piano bi: invece che puntare diretti alla vetta, giriamo intorno alla montagna da nord. Lo spettacolo ne guadagna: doppiamo il tetto rosso di San Calimero, poi via lungo le pareti più selvagge e dolomitiche del Grignone, lo spettacolare valico del Passo Zapel e l’anfiteatro desolato e splendido che introduce alla cresta sommitale, dalle parti della Via del Nevaio.
© Stefano Gatti
Tocchiamo terra ed in pochi passi, sfiorata la croce della vetta, siamo davanti al rifugio e poi dentro. A guardarci intorno, a salutare il gestore Alex, ad ammirare un po’ stupiti la stufa accesa nella sala da pranzo (“Stamattina faceva freddo...!”). Poi la decisione più azzeccata, apprezzata ed al tempo stesso ovvia: facciamola all’aperto, tra gli escursionisti che salgono, tra scorci di sole e gli sbuffi di nebbia che scavalcano il tratto finale della cresta di Piancaformia. Saltate a piè pari le formalità (che qui sopra non hanno ragione d’essere), si entra nel vivo della presentazione. Non si parla solo di ZacUp, di iscrizioni, volontari e dislivelli. Questo è un vero e proprio educational a cielo aperto (anzi, a fil di cielo”, come direbbe e come dice l’amico e moderatore dell'evento Maurizio Torri). Una sorta di tutorial outdoor che mette tutti sullo stesso piano, un piano parecchio alto ed un punto di vista privilegiato per parlare anche di turismo, sport, sentieristica, volontariato e montagna.
© Maurizio Torri
Sportmediaset, Skialper e The Pill Outdoor Journal convocati quassù ad ascoltare Antonio Rossi (Sottosegretario con delega allo Sport, Olimpiadi 2026 e Grandi Eventi di Regione Lombardia), il Communication&Pr Manager di Scott Sports (sponsor tecnico dell’evento) Nicola Gavardi ma soprattutto Alberto Zaccagni, organizzatore della gara da lui creata (con lo staff del Team Pasturo) nel 2013 per ricordare il fratello Andrea, scomparso sul Cervino ormai quasi dieci anni fa. Una dedica alla quale poi negli anni si è aggiunta quella di altri due compagni di viaggio del team organizzatore: Gabriele Orlandi Arrigoni e Davide Invernizzi.
© Maurizio Torri
Tocca ad Alberto (per noi tutti semplicemente “Zac) parlarci con passione ed una partecipazione emotiva palpabile della gara, del suo contesto e della scelta - sofferta ma necessaria - di uscire dalle Skyrunner World Series, in sintonia con le altre grandi classiche italiane della disciplina: Livigno Skymarathon, Trofeo Kima, LimonExtreme. Ma anche del valore del lavoro di squadra e di quella che per Zac e per il Team Pasturo è una vera e propria missione: la valorizzazione del territorio (la Valsassina) attraverso ripristino, cura e manutenzione della rete sentieristica locale. Un progetto che passa anche attraverso un rilancio che la ZacUp ha il compito di rafforzare, evitando che resti sulla carta e percorra invece i sentieri: l'appuntamento agonistico di fine estate come base per una frequentazione costante, dodici mesi all’anno!
© Stefano Gatti
Lasciateci solo dire, prima di entrare nei dettagli operativi della ZacUp 2022, di alcuni dei momenti più speciali della giornata: a partire dal ricordo di Claudio Ghezzi, il "Re della Grigna" scomparso poco più di un mese fa proprio da queste parti (il Press Day era stato inizialmente programmato per il giorno successivo all'incidente), la dolcezza e la nostalgia negli occhi e nel tono di voce di Alberto Zaccagni parlando del fratello Andrea e poi ancora il suo orgoglio (di certo a nome di tutto il suo staff) per una squadra - il Team Pasturo - che svetta spesso e volentieri nelle classifiche delle gare di sky e trailrunning, nelle vertical come nella corsa in montagna classica ma che ha la sua anima, prima ancora che la sua forza, nei giovanissimi. Non solo e non tanto alla ricerca del prossimo toprunner, quanto nella valorizzazione dello sport come pratica quotidiana, scuola di amicizia e di esperienze.
© Maurizio Torri
La data da segnare e sottolineare a tratti marcati in agenda è - lo ripetiamo - quella di domenica 18 settembre. Partenza ed arrivo saranno come sempre nel cuore di Pasturo. Poche centinaia di metri tra le vie del centro e della parte alta del paese e poi via, oltre l’asfalto: tra antichi sentieri tirati a lucido, tratti verticali ed attrezzati, pietraie dall’aspetto lunare, doppiando il suggestivo Passo Zapel (1850 metri di quota) che immette nello spettacolare anfiteatro di roccia della Via del Nevaio. Un ambiente selvaggio ed incontaminato che conduce al giro di boa della prova: i 2410 metri della vetta della Grigna Settentrionale, raggiunta per la spettacolare Via della Ganda e punto culminante ma non finale di un itinerario che - oltre al Brioschi - tocca i rifugi Riva, Bogani, Antonietta al Pialeral e l’Agriturismo Brunino, totalizzando 27 chilometri e mezzo di sviluppo lineare e 2650 metri di dislivello positivo. Dalla vetta gli skyrunners si tufferanno in direzione Pasturo lungo una discesa decisamente impegnativa, nella quale affondare i colpi e staccare definitivamente la concorrenza oppure lanciarsi in rimonta dopo una prima parte di gara “in gestione”.
© Stefano Gatti
Le iscrizioni sono aperte con quote invariate rispetto alla più recente edizione, quella del 2019. Non bisogna infatti dimenticare che - con qualche aggiustamento al piano iniziale (causato dalla pandemia) - la ZacUp si alterna con la ancora più prestigiosa e tecnicamente impegnativa Grigne Skymarathon (42K e 3900 metri D+ con passaggio in vetta a Grigna Settentrionale e Meridionale, versione moderna del Trofeo Scaccabarozzi), in programma negli anni dispari, allo scopo di smarcarsi dal vicino (in termini geografici e di calendario) Trofeo Kima della Valmasino, prova dalle caratteristiche tecniche molto simili e gemellata con la Grigne Skymarathon stessa, il cui nuovo corso è stato inaugurato nel 2021 dal lecchese Daniel Antonioli e dalla statunitense Hilary Gerardi su percorso ridotto (la classica “mezza” dello Scaccabarozzi: 23K e 1900 metri D+) a causa del pesante maltempo. Ecco intanto le quote di ZacUp 2022:
Dal 16 luglio al 15 Agosto : 30 euro (25 per i tesserati FISKY)
Dal 16 Agosto al 15 Settembre: 35 euro (30 per i tesserati FISKY)
© Maurizio Torri
Il montepremi totale ammonta a 6000 euro. Verranno premiati i primi 15 uomini e le prime 15 donne. È previsto un riconoscimento di 150 euro in ricordo di Gabriele Orlandi Arrigoni (per il primo uomo e la prima donna in vetta al Grignone) ed un premio di 500 euro per chi stabilirà il nuovo record della gara maschile e femminile. I tempi di riferimento sono quelli di Jean-Baptiste Simukeka (due ore, 49 minuti e 21 secondi) e di Denisa Dragomir (tre ore, 12 minuti e 50 secondi), messi a segno nella ZacUp 2019 dal ruandese (vincitore anche nel 2018) e dalla rumena (già prima a Pasturo nel 2016 e nel 2017).
© Maurizio Torri
Anche quest’anno in occasione della ZacUP il Team Pasturo darà il suo contributo a chi è meno fortunato. Un euro per ogni atleta iscritto sarà devoluto all'associazione ProRett, cosiccome alla Cooperativa Sociale Le Grigne di Primaluna che aiuta giovani diversamente abili e che è sempre stata nel cuore dell'indimenticato amico Darietto Busi.
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