TRAILRUNNING

Enrica Gouthier: “Ho finito l’UTMB, ora sogno il TOR ma nel 2022 vorrei prendermi la maglia azzurra!”  

Correre (e portare a termine) la classica dell’ultradistanza intorno al Monte Bianco per trovare la via d’uscita dai vicoli ciechi della quotidianità.

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Tra le storie di sport e resilienza raccontate dalla sesta edizione dei Garmin Beat Yesterday Awards, a colpirci maggiormente è stata quella di Enrica Gouthier, la trailrunner piemontese che - poco più di tre mesi fa - ha completato i centosettanta chilometri (e i diecimila metri di dislivello positivo) dell’UTMB: l’Ultra-Trail du Mont-Blanc. Un sogno la cui realizzazione sta contribuendo al superamento di un passaggio impegnativa dell'esistenza di Enrica, con la quale abbiamo fatto una chiacchierata subito prima della premiazione dei Garmin BYA 2021, all’inizio del mese allo Spazio Gessi di Milano.

EG: L’Ultra-Trail du Mont-Blanc per me è stato il punto d’arrivo di un sogno cullato per sei anni e che ha iniziato a farmi cambiare vita, a modificare il mio modo di pensare e di vedere. Al tempo stesso è il punto di partenza della mia rinascita, perché stanno per iniziare tanti nuovo progetti belli, nei quali non vedo l’ora di immergermi. Secondo me è prova che ti permette di condividere centosettanta chilometri con chiunque. Siamo tutti lì a cercare di coronare il sogno di terminarlo e la gente lungo il percorso è lì per incitarti a farlo. Quindi alla fine se tu lo porti a termine si tratta di una condivisione con tutti quanti: gli altri atleti, la gente del posto e soprattutto chi ti ha sostenuto. Nel tempo e negli anni.

Traguardo e partenza si fondono ed in fondo si toccano, come la chiusura di un cerchio, nelle parole e nei pensieri di Enrica. Si tratta - e lo abbiamo constatato più volte parlando di e con atleti endurance - di un concetto appunto ricorrente e soprattutto “illuminante” ma che - nel caso di Enrica - ci sembra diffondere una luce ancora più forte e per questo meritevole di essere indagata, per quanto in punta di piedi.

EG: Alla fine dell’UTMB avevo ricevuto un  messaggio da un amico che mi suggeriva di propormi e di candidarmi, visto che avevo appena portato a termine quello che da molto tempo era il mio sogno. Io in realtà ero titubante perché pensavo: ma sì, ci saranno milioni di altre candidature! Senza contare che avevo appena fatto una cosa che mi aveva tirato fuori tutto quello che avevo dentro a livello di forze e di emozioni. Non avevo ancora nemmeno capito quello che avevo fatto. Alla fine però mi sono convinta ed eccomi qui! Con Garmin poi ho sempre avuto un forte legame personale, perché è stato il primo orologio. Me lo ha regalato mio papà quando ho iniziato a correre. Anzi in realtà era il suo. Mi ha detto: serve di più a te. Io tra l’altro ho iniziato a correre cinque-sei anni fa… Prima facevo tutt’altro: basket, danza, sci, ma correre… mai! Garmin è sempre stato il mio punto di riferimento: durante il giro del Monte Bianco il mio Solar mi ha aiutato a raggiungere il traguardo!

La linea d’arrivo di Chamonix, alla fine dello scorso mese di agosto, Enrica l’ha attraversata al culmine di un’avventura durata quaranta ore, 34 minuti e 37 secondi, il  finish time che le ha permesso di per classificarsi 50esima donna al traguardo (terza tra le italiane) e 666esima di una graduatoria generale che ha visto 1251 trailrunners al traguardo (dei quali solo 111 donne) su di un totale di oltre 2300 concorrenti al via. Il giro del Monte Bianco non è però fatto solo di numeri. La qualità dell’esperienza “conta” molto più di tabelle, tempi. classifiche e si declina soprattutto negli episodi piccoli e grandi. Nei singoli aneddoti, addirittura.

EG: Me ne vengono in mente due in particolare, di aneddoti. Il primo a metà gara. Arrivo, dovevo mangiare qualcosa ma non avevo fame di niente. Premesso: io odio la Nutella ma il mio compagno, che mi stava facendo assistenza, mi fa: ti ho portato una “coccola”… e mi ha passato un muffin alla Nutella che poi… mi si è spalmato ovunque! Il secondo aneddoto è un po’ più “tragico”, perché al chilometro 130 volevo chiuderla lì. Mi capita ancora di svegliarmi di soprassalto, come da un incubo, e di dire: non l’ho finita!!! Non ce la facevo più, ero stanchissima, vedevo cose che non c’erano. Non ero abituata, non ero neanche preparata alle allucinazioni. Mi sono detta: mi ritiro, basta! Ma lui, il mio compagno, è stato bravo e così… l’ho proprio finito, l’UTMB, assolutamente!

Abbiamo concluso la nostra breve conversazione con Enrica (che di lì a poco sarebbe salita sul palco, premiata dall’alpinista valdostano Hervé Barmasse) chiedendole di guardare avanti: al nuovo anno che si avvicina, alle nuove partenze ed ai nuovi traguardi che la attendono. La risposta ci ha stupito. Sentiremo ancora parlare di Enrica. Meglio: ne parleremo ancora!

EG: A maggio 2022 ho i campionati italiani di trailrunning e vorrei cercare di prendermi la maglia azzurra. Questo è l’obiettivo per la prima metà del prossimo anno. Per la seconda (si corre intorno alla metà di settembre, ndr) il progetto era il TOR des Géants ma non mi sento pronta… Sento di aver bisogno di lavorare ancora su distanze di centosettanta-centottanta chilometri, perché il TOR (330 chilometri e 24mila metri D+, ndr) non perdona. Dunque se riesco a rientrare, voglio rifare l’Ultra-Trail du Mont-Blanc ma fatto… bene!

 

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