TRAILRUNNING

Discesa da brivido del "manager volante" Gregory Vollet: è record nel doppio chilometro verticale!  

Il 45enne skyrunner francese Greg Vollet mette a segno sulle Alpi dell'Alta Savoia una performance senza precedenti. La sfida ai migliori discesisti è lanciata.

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Salti di roccia, creste vertiginose, passaggi attrezzati e sentierini single-track in mezzo ai boschi: c’era tutto questo (e molto altro ancora) nei duemila metri di dislivello verticale che lo skyrunner Gregory Vollet ha disceso a tempo di nuovo record mondiale alla fine di settembre, lungo uno degli itinerari più ripidi e scoscesi delle Alpi. Una prestazione da superman che il manager francese consegna alla storia della specialità. In attesa di colleghi disposti a raccogliere la sfida...

La neve è già abbondante alle alte quote e l’inverno alpino… è già qui. Può stare tranquillo fino alla prossima estate, Gregory Vollet. Almeno per quanto riguarda le Alpi, il suo record del mondo “solo discesa” (doppio chilometro verticale) è sotto chiave per diversi mesi ed ora il manager di Salomon può tornare ad occuparsi del marketing del'azienda di Annecy e della gestione dei suoi campioni, senza... doversi preoccupare che qualcuno (magari proprio tra i top runners della sua “scuderia”) posso minacciare l’exploit realizzato alla fine di settembre sulle montagne della regione Auvergne-Rhone-Alpes. Con grande tempismo, oltretutto. Pochi giorni di attesa e la catena di perturbazioni che stanno investendo l’Europa (e che hanno provocato danni e vittime proprio nel settore alpino francese ed in quello italiano di nordovest) avrebbero comunque decretato il fatidico “game over”.

Un passato da professionista della mountain bike (al suo attivo anche un successo nella tappa di Coppa del Mondo del 1999 a Sydney), anche dopo il passaggio dal sellino alla scrivania il 45enne Vollet non ha mai abbandonato lo sport attivo. Lo ricordiamo - tra l’altro - appena al di fuori della top ten nella più recente edizione del Trofeo KIMA in Valmasino, nel  2018. Quest’anno infatti quello che è uno degli appuntamenti più prestigiosi delle World Series di skyrunning (e che si corre con cadenza biennale) è stato cancellato causa pandemia, come d’altra parte l’intera stagione iridata. Lungo i 52 chilometri del Sentiero Roma, l’ultima domenica di agosto di due anni fa, Vollet si classificò undicesimo, mancando di una sola posizione la top ten appunto e… di soli quindici secondi (quindici!) l’obiettivo di sfondare il muro delle sette ore di gara. Sette ore, zero minuti e quindici secondi appunto il suo tempo finale, staccato di soli (è il caso di dirlo) cinquantuno minuti dalla performance (con nuovo record assoluto) di Kilian Jornet, dominatore incontrastato della specialità, nonché "suo" atleta di punta.

Decidesse di provarci, sarebbe proprio "Re" Kilian il miglior candidato a battere il record downhill messo a segno da Vollet sulle Alpi dell’Alta Savoia, partendo dalla vetta rocciosa dell’Aiguille de Veran, all’estremità sudoccidentale del Massif du Faucigny. Con vista panoramica sul versante nord – imponente e ghiacciato - del Monte Bianco, verso il quale (per ovvie ragioni...) Greg non si è potuto permettere il lusso di levare lo sguardo! Duemila metri di dislivello distribuiti su un percorso dallo sviluppo di soli cinque chilometri e trecento metri, con pendenza media superiore al 40 per cento…! Dai 2544 metri della vetta dell’Aiguille de Veran, appunto (affacciata sulla valle percorsa dal fiume Arve) ai 544 del paese di Passy, nel fondovalle. Uno scenario destinato a catturare l'immaginazione dei miglior esponenti del downhill. Una specialità che, nell'ambito delle gare di sky e trairunning, offre spesso ai suoi "adepti" la possibilità di fare la differenza e volgere a proprio favore l'esito della sfida.

Un itinerario coperto in soli 42 minuti e 28 secondi, una picchiata… a vita persa, funambolica, entusiasmante, da caviglie e ginocchia a rischio ad ogni piè sospinto: nel vero senso della parola! Fatta di tecnica, senso dell’equilibrio e soprattutto dello spazio, inteso come capacità di gettare lo sguardo diversi metri più avanti e, al tempo stesso, senza mai perdere di vista il terreno immediatamente sotto i piedi ed il prossimo appoggio. Insomma, un record reso possibile in primo luogo dalla capacità di mantenere altissima la concentrazione per tutti i quarantadue minuti e mezzo necessari per discendere gradoni di roccia, correre a perdifiato lungo una sottile cresta di terra, discendere un muraglione di pietra lungo una scaletta di metallo e poi affrontare il tratto forse più insidioso: un sentiero nel bosco che, superato senza danni, ha permesso a Greg di approdare sull’asfalto delle vie di Passy ed il traguardo. Oltre che fare a Vollet i complimenti per la tecnica, il coraggio e la determinazione e naturalmente il risultato finale, quello che resta da scrivere è il più classico dei:

“Don’t Do This At Home!"

Non provateci!

Lasciamolo fare ai professionisti. E magari proprio a Kilian…

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