L'ANALISI

Italia, piccoli segnali di allarme verso i Mondiali

L'attacco è il reparto che preoccupa di più, ma anche in difesa servono "aggiornamenti" importanti

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Prima o poi sarebbe dovuta arrivare, ma il fatto che la prima sconfitta dopo 37 risultati utili consecutivi sia giunta a San Siro, nella semifinale di Nations League e per giunta contro una rivale storica contro la Spagna fa un po' più male. Niente di drammatico, intendiamoci, ma qualche segnale qualche di preoccupazione questo stop lo ha lasciato. Non inatteso, bisogna essere onesti, perché se è vero che l'Italia ha vinto gli Europei, lo è altrettanto che in estate ha avuto dalla sua parte anche un pizzico di buona sorte visto che a decretare il trionfo continentale del gruppo di Mancini sono stati due successi guadagnati soltanto ai rigori grazie a un super Donnarumma e alla incoscente freddezza degli Azzurri dal dischetto.

Vedi anche Nations League, Italia-Spagna 1-2: in finale vanno le Furie Rosse Nations League Nations League, Italia-Spagna 1-2: in finale vanno le Furie Rosse Detto che la partita contro le Furie Rosse è stata decisa dagli episodi, l'espulsione di Bonucci e il clamoroso errore di Insigne su tutti, sono stati confermati i problemi già emersi nel recente passato e forse qualcuno in più. Il primo e più preoccupante è quello dell'attacco. Fuori Immobile e Belotti, che in Nazionale non sono mai stati due cecchini, il ct si è dovuto inventare il "falso nove", affidato a turno allo stesso Insigne e a Bernardeschi. Poi è entrato Kean, ma è chiaro che là davanti qualcosa non funziona. Mancano gli attaccanti puri e i giovani emergenti (Scamacca? Raspadori?) finora non hanno convinto abbastanza. Almeno Mancini.

Il fatto è che al Mondiale in Qatar manca poco più di un anno e difficilmente ci arriveremo con una soluzione definitiva. Bisognerà inventarsi qualcosa o aspettare in qualche esplosione inattesa. Alla Totò Schillaci di Italia '90, per intenderci.

Vedi anche Italia, Mancini: "Questa partita ci dà grande forza nonostante la sconfitta" Nations League Italia, Mancini: "Questa partita ci dà grande forza nonostante la sconfitta" Se il centrocampo è il reparto che preoccupa di meno, sia per qualità, sia per quantità, lo stesso non si può dire della difesa. Perché se Donnarumma, fischi a parte, è una certezza, lo è altrettanto che alle spalle dei monumenti Chiellini e Bonucci (che pure accusano qualche crepa) c'è poca roba. Proprio la sfida contro la squadra di Luis Enrique ha manifestato i limiti di Bastoni, Di Lorenzo ed Emerson e non è che il rientro di Acerbi, la presenza di Calabria o il ritorno del pur bravo Spinazzola cambierà molto. Quando gli avversari fanno girare la palla, dietro un po' si balla, soprattutto sugli esterni, e questo manda in crisi tutti i delicati sincronismi difensivi.

Insomma, è stato giusto esaltarsi per la coppa sollevata a Wembley, ma per continuare sul percorso intrapreso e chiudere un ciclo in maniera trionfale non basterà solo qualche piccolo ritocco.

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