MOTOGP

Volata finale al via in Giappone: Quartararo, la solitudine dei numeri uno

Il ruolo di compagni di squadra e di marca nella sfida per il titolo della premier class

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Tanti alleati, uno solo dei quali "a rischio", per Francesco Bagnaia. Tanti avversari e... tanto onore per Fabio Quartararo. Al via del poker di gare overseas che decideranno la corsa al titolo della MotoGP (o magari "apparecchieranno" la tavolo per la resa dei conti di Valencia), il panorama è in buona sostanza questo: il campione in carica praticamente solo contro tutti, il suo primo inseguitore attorniato (ci auguriamo per lui solo metaforicamente) da sette compagni di marca. E no, non ci siamo dimenticati di Aleix Espargarò - nei panni tutto sommato confortevoli del terzo incomodo pronto a cogliere l'occasione. Nemmeno di quelle residue di Enea Bastianini.

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Far away, so close: molto lontano, così vicino. Quarantotto punti, nemmeno due vittorie piene. Tantissimo e pochissimo: dipende dai punti di vista. Bastianini corre fasciato nel celeste Gresini ma (è il caso di dirlo) sta già precorrendo i tempi, sfidando il suo prossimo compagno di squadra Bagnaia una domenica sì e l'altra... pure. Anche la cabina di regia di Borgo Panigale tende ad inglobare (forse sarebbe meglio dire "ingabbiare") la Bestia nella propria strategia 2022 che ha al proprio centro la sfida di Pecco e Quartararo. Due lati della stessa questione, profondamente diversi tra di loro. Occorre fare chiarezza, presto anzi subito, prima di mettere le ruote sulla pista di Motegi. Probabilmente è già stata fatta ed il pallino in mano ce l'hanno chiaramente gli uomini in rosso.

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Se potrà contare sulla fedeltà alla causa venti-ventidue da parte di Enea, il binomio Bagnaia-Ducati vedrà schizzare verso l'alto le proprie chances iridate. O più precisamente quelle del pilota torinese, visto che il titolo Costruttori Ducati lo ha messo in cassaforte ad Aragon. E molto appropriatamente, con una top infarcita di Desmosedici: sette su otto nella top ten. Con i soli Binder e Rins a raccogliere le briciole per KTM e Suzuki. Nessuna Yamaha nei primi dieci dell'ordine d'arrivo. Il punto è proprio questo: Quartararo non può verosimilmente contare su aiuti dai suoi compagni di squadra. Vuoi per questioni di numero (le Yamaha in pista sono la metà delle Ducati-ma questa non è certo una "colpa" della Casa italiana), vuoi in termini di competitività. Di Franco Morbidelli, compagno di squadra del Diablo e poi ancora di chi monta in sella alle M1 RNF: Darryn Binder e Cal Crutchlow che ha preso il posto di Andrea Dovizioso.

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Al contrario (e l'ordine di arrivo di Aragon ne è specchio fedele) Bagnaia può fare affidamento su sei compagni di marca di provata... competitività. Affidamento: sostantivo scelto con cura, per ribadire il concetto. Perché se Bastianini è la "Bestia", Quartararo è il "Diablo" e la solitudine dei numeri uno può moltiplicare la sua forza ed il suo orgoglio. Non è pensabile che Fabio non rialzi la testa molto presto, magari già a Motegi. Bagnaia deve poter fare affidamento fin da subito su tutti i suoi compagni di marca: nessuno si senta escluso. Per le prove di forza ci sarà tempo nel 2023: ora è tempo di concentrare tutte le forze e le energie (anche quelle mentali) sulla sfida presente, che non è più proibitiva ma resta parecchio impegnativa e la cui riuscita non tollera distrazioni di sorta. Nemmeno rispetto al terzo candidato, quell'Aleix Espargarò che sull'asfalto amico del Motorland è tornato a rialzare la testa ed a rimettere piedi sul podio dopo poco meno di quattro mesi. Il catalano resta in agguato (meno diciasette dalla vetta, meno sette da Pecco) e se Quartararo può contare sulla metà degli alleati diretti di Bagnaia, Aleix ne ha la metà dello stesso Fabio: vale a dire il solo Maverick Vinales. "E io fra di voi...", verrebbe da dire a proposito delle chances di Espargarò. Completate voi il ritornello!

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